giovedì 6 aprile 2017

“Adesso chiedetemi scusa”: lo sfogo del generale Rapetto, cacciato per aver scoperto con 4 anni di anticipo la mafia dei videopoker

“Il futuro ci darà ragione” diceva Wernher von Braun, anticipando la corsa verso lo spazio in tempi in cui la missilistica era legata ai cruenti scenari di guerra


Qualcosa di simile, in un contesto certo meno ambizioso, è scappato anche a me il 29 maggio 2012 quando ho annunciato ai miei ragazzi del GAT Nucleo speciale frodi telematiche che stavo per rassegnare le mie dimissioni.
Quel giorno – con la morte nel cuore – ho liquidato con una manciata di firme la mia vita in divisa. Un’avventura cominciata il 30 settembre 1975 alla Scuola militare Nunziatella e durata quasi 37 anni all’inseguimento del sogno di fare qualcosa di buono per gli altri.
La Guardia di Finanza aveva pianificato la mia rimozione dall’incarico e la destinazione alla frequenza del corso all’Istituto per gli Alti studi della Difesa dove insegnavo da una quindicina d’anni. Ci furono ben 11 interrogazioni parlamentari sulla mia curiosa vicenda e non servirono a nulla.
Ero colpevole di aver “incrinato i rapporti con una Amministrazione consorella” (i Monopoli) mi disse un giorno uno dei vertici GdF: nonostante i più o meno garbati consigli a rimuovere l’incomprensibile ostinazione e a desistere dall’occuparmi delle investigazioni sulle slot machine, la mia squadra – sola contro tutti – arrivò a ricostruire uno scenario sconfortante sul gioco d’azzardo nel nostro Paese.
A distanza di quattro anni e mezzo gli stessi personaggi che hanno animato quella straordinaria indagine saltano di nuovo fuori.
Non sono riuscito a provare gioia nel leggere che questi signori sono finiti in manette.
E’ più forte il ricordo delle mortificazioni del mio reparto e mie personali nel vedere il signor Amedeo Laboccetta diventare deputato della Repubblica, sedere quindi in Commissione Finanze e poi diventare membro di quella parlamentare Antimafia, dove si portò come assistente Francesco Corallo. Lo stesso Francesco Corallo che alla fine del 2013 mi denunciò per diffamazione e non si presentò all’udienza in cui – lui latitante – io provavo il brivido, dopo mesi di angoscia e dolore, di trovarmi nel banco sbagliato. L’archiviazione di quel giorno non ha cancellato i segni delle prepotenze subite anche dopo esser stato costretto a mollare quella che era la mia vita.
Vorrei, invece, sapere dai miei superiori di allora se hanno coscienza di quel che mi hanno costretto a fare.
Vorrei poi che la gente, vedendo come le cose possono evolvere e cambiare, non si arrendesse, non continuasse a piegare la testa. Qualunque ne sia il costo.

FONTE
IL FATTO QUOTIDIANO

5 commenti:

  1. Purtroppo questa è l'Italia attuale dopo un venticinquennio di malgoverno fatto da persone che non meriterebbero nemmeno di amministrare un circolo bocciofilo! Chiunque sia andato al Governo si è circondato di suoi "fedeli" collaboratori che invece di pensare al bene dello Stato hanno pensato di seguire le direttive del "Capo". Si spiegano così certe storture che hanno inquinato il sano percorso democratico del Paese! Chi ha avuto il coraggio di mettersi contro tali fatti è stato colpito ed allontanato da incarichi che avrebbero potuto infastidire il "manovratore di turno". Tutta la mia stima a chi, con la schiena dritta ed amore per la Nazione, ha saputo e voluto opporsi al sistema criminale in atto.

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  2. GENERALE RAPETTO, LE PORGO LE MIE PIU' SENTITE CONGRATULAZIONI COME CITTADINO ITALIANO ED UN GRAZIE DI CUORE PER IL SUO IMPEGNO PER NOI POPOLO ITALIANO CONTINUAMENTE TARTASSATO DA PERSONAGGI IN DIVISA LADRI AMICI DI POLITICI CORROTTI MA SONO CERTO CHE NELLA LORO COSCENZA SANNO COME STANNO ED IL MALE CHE A TUTTI HANNO ARRECATO. GRAZIE ANCORA CORDIALI SALUTI ARMANDO COBELLI

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. ...LO VOGLIO NEI 5 STELLEEEEE!!!!!!!!

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  5. Sono persone come queste, con curriculum a 5 stelle che dobbiamo candidare, e non lasciar passivamente mettere in lista autocandidati prepotenti e perdenti come accaduto a Benevento

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