sabato 30 settembre 2017

CLAMOROSO! DOPO QUESTA MOSSA IL M5S DOVREBBE VINCERE LE ELEZIONI. GUARDATE CHE COSA HA FATTO

Con la rinuncia a parte dei loro stipendi, i 5 Stelle fanno ripartire alcune aziende italiane. E gli imprenditori ringraziano. Luigi, ha ricevuto 20 mila euro grazie al fondo attivato dal Movimento 5 Stelle in favore delle piccole e medie imprese. A darne notizia, nella serata di ieri, è il senatore 5 Stelle Vito Crimi
Mentre nel Pd continuano a litigare su soglie di sbarramento, premi di lista o di coalizione e mentre i partiti si scannano sul totoQuirinale, noi continuiamo a dimostrare con i fatti che una politica onesta è possibile.

Basta poco per realizzare nei FATTI ciò che questi cialtroni annunciano solo a PAROLE. Mentre attendono una legge (che dovrebbero farsi loro) che gli dimezzi lo stipendio, noi lo abbiamo già dimezzato. Mentre attendono una legge (che dovrebbero farsi loro) per abolire i rimborsi elettorali, noi abbiamo già rinunciato. E per avere l'Iban del conto in cui versare le nostre eccedenze per le piccole e medie imprese abbiamo trascorso le notti davanti al Ministero dell'Economia.

Da solo, questo messaggio mi ripaga di tutto l'impegno profuso in questi due anni a segnare la differenza tra noi e loro. Mentre loro continuano a spartirsi poltrone e privilegi senza rinunciare ad un centesimo, noi pensiamo al Paese. Parliamo al Paese. E progettiamo il suo futuro. Grazie, Luigi.

SCATENATO - Marco Travaglio ha spiazzato tutti. Ecco cos'ha scritto su Grillo e il Movimento 5 Stelle. Vedere per credere

Ecco cosa scriveva Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: 

Beccati. Finalmente li hanno presi con le mani nel sacco. Ecco cosa nascondono i 5Stelle, ecco perché Grillo e Casaleggio han fondato il MoVimento, ecco perché i grillini fanno politica: per fare soldi. La scoperta la dobbiamo ai segugi di Repubblica, che in due giorni han piazzato altrettanti scoop mica da ridere. I titoli parlano da sé: "Una pioggia di euro dagli spot sul blog, ecco la miniera d'oro di Beppe e Casaleggio", "Le ombre nel bilancio dei grillini al Senato". Hai capito quei ladroni? Zitti zitti, mentre tuonano contro i finanziamenti pubblici ai partiti, accumulano un tesoro nella grotta di Alì Babà. Come fanno? Semplice. Il nababbo Gianroberto Casaleggio, la cui società che edita il blog di Grillo (il 77° d'Italia) è sempre andata in perdita e nel 2012 racimolò un utile di 69.500 euro, incassa soldi a palate dalle pubblicità, pagate dagli inserzionisti un tot ogni mille clic.

Quanto? Secondo il Sole 24 Ore 5 euro. Secondo il titolo di Repubblica 0,92 euro; secondo l'articolo di Repubblica 0,64 euro. Per un totale annuo di 5-10 milioni secondo il Sole, di 570 mila euro secondo Repubblica . Se ne saprà di più il mese prossimo, quando sarà pubblicato il bilancio 2014 sul 2013 ("sarà molto migliore del 2013", ha anticipato il guru). È vero che non conterrà il dato scomposto del blog di Grillo; ma, essendo questo la principale attività della società, si capirà se l'ordine di grandezza è quello indicato dal quotidiano della Confindustria o da Repubblica. Nel primo caso, sarebbero un bel po' di soldi (peraltro legittimi, per giunta privati). Nel secondo, saremmo poco sopra l'accattonaggio. In ogni caso, la domanda sorge spontanea: siccome è assolutamente pacifico e dichiarato che il blog di Grillo, come peraltro tutti i siti web di questo mondo, si finanzia con gli spot, dove sarebbe il "mistero" dei finanziatori? Basta aprirlo e vedere chi sono gli inserzionisti. Non c'è nulla di meno misterioso di un'inserzione pubblicitaria. Si dirà: ma il blog di Grillo è l'organo ufficiale di un movimento politico. Verissimo. Esattamente come l'Unità ed Europa per il Pd, la Padania per la Lega, e così via (Forza Italia non ne ha bisogno). Ma con due lievi differenze. 1) I giornali di partito incassano fior di milioni dallo Stato, cioè da tutti i cittadini, compresi quelli che non si sognerebbero mai di votare per quei partiti, e senza quella "pioggia di euro", quella "miniera d'oro", fallirebbero all'istante; in più, sulla carta e sul web, fanno pubblicità e incassano altri soldi da inserzionisti privati. Secondo: nessuno mena scandalo per tutto ciò, nessuno pubblica "inchieste" sulla "pioggia di euro" e la "miniera d'oro" degli house organ dei partiti.

Ma attenzione: ora, sempre grazie a Repubblica , conosciamo pure "le ombre nel bilancio dei grillini al Senato". Quali? Tenetevi forte: "affitti da 2 mila euro al mese ai dipendenti della comunicazione" (il prezzo medio di un trilocale al centro di Roma), "pranzo da 6,71 euro consumato il 6 giugno dal senatore Lucidi" nel ristorante di Palazzo Madama" e soprattutto, scandalo degli scandali, "buffet in onore di Beppe Grillo che l'11 luglio 2013 tenne una conferenza stampa al Senato", roba da "114 euro" per 55 persone (il capo e 54 senatori), cioè 2 euro a testa, mica bruscolini. Ed ecco la prova che c'era qualcosa da nascondere: nel rendiconto "per uso interno", il sardanapalesco banchetto fu registrato come "acquisto di panini e bibite per accoglienza Grillo", mentre in quello pubblico c'è scritto "spese di rappresentanza". Capita la furbata?

Dopodiché, astuti come volpi, i 5Stelle potevano papparsi 42 milioni di rimborsi elettorali, invece li hanno lasciati allo Stato; ogni tre mesi potrebbero intascarsi 2,5 milioni non spesi fra diarie e indennità, invece li versano in un fondo per le piccole imprese; potevano pure spartirsi i 420 mila euro avanzati dai contributi raccolti nella campagna elettorale 2013, invece li hanno devoluti ai terremotati dell'Emilia. Ma il movente è chiaro: farsi una gazzosa da 2 euro con Grillo alla facciazza degli italiani. Sporcaccioni.


Photo by fabiolopiccolo:

IL CONDUTTORE RAI SPARA BALLE PRO-RENZI, L'ECONOMISTA IN STUDIO LO ZITTISCE.




L'economista Nino Galloni (http://it.wikipedia.org/wiki/Nino_Galloni) corregge le "lievi imprecisioni" del giornalista Franco Di Mare che afferma con incredibile leggerezza che l'economia italiana è fuori dalla crisi per il sol fatto che la "ripresa" ha superato le aspettative degli economisti (lo 0,3% anzichè lo 0,2%!) nell'ultimo trimestre...


Dopo la denuncia della Raggi scattano le manette per il parassita. I giornali non ne parlarono, come mai?





Francesco Alvaro, commissario straordinario di Farmacap, la municipalizzata di Roma Capitale che gestisce le 47 farmacie comunali, è agli arresti domiciliari.
È accusato di turbativa d'asta e falso con l'imprenditore Giuseppe Giordano, titolare della società Dragona Servizi, nell'ambito di un'inchiesta che riguarda l'affidamento degli appalti per la mensa di un asilo nido, nella zona dell'Infernetto a Roma.
Alvaro è stato direttore del dipartimento V del Comune di Roma, prima di essere nominato alla Regione Lazio nel 2007 nel ruolo di Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza. La Giunta Marino, nel 2014, lo ha messo a capo di Farmacap, la partecipata a capitale interamente pubblico che gestisce le farmacie.
L'indagine ha preso le mosse da un esposto presentato da un altro dirigente della società, che si lamentava dei presunti «atteggiamenti vessatori» posti in essere dal commissario straordinario, e da un secondo esposto dell'attuale sindaca di Roma Virginia Raggi, che aveva denunciato una serie di irregolarità

Precisiamo che la notizia si riferisce a quanto accaduto a settembre ma ci continuiamo a chiedere come mai non sia stata data la giusta importanza a questa notizia. Sarà stato fatto in buona fede? ci auguriamo di si.

CLAMOROSO! Arrestato con 2 tonnellate di droga. Adesso diventa consigliere comunale

RECANATI - Da ieri sera il geometra Andrea Reccia, arrestato qualche settimana fa nell’ambito dell’operazione della Finanza che ha portato al sequestro di 2.3 tonnellate di droga, è un consigliere comunale di Recanati in rappresentanza di Forza Italia che lo aveva avuto come capolista. Occorre dire che il voto del Consiglio è stato unanime: maggioranza ed opposizione concordi nel votare la surroga ed aprire le porte del consiglio al geometra Andrea Reccia. Una pagina inedita nella secolare vita amministrativa di Recanati che pure ha conosciuto pagine di ben altro spessore. Il Consiglio ieri sera era convocato per le 21.30 e non si è sgarrato di un minuto: tutti presenti e immediata trattazione del primo punto all’ordine del giorno.

La nomina del consigliere comunale di Forza Italia per effetto delle dimissioni di Galgano e della non accettazione della nomina da parte del primo dei non eletti Paciotti. Un atto dovuto quello del Consiglio: la procedura non prevede nessun’altra possibilità se non quella del voto dopo l’accertamento dei requisiti di eleggibilità che Reccia ha non avendo avuto sentenze irrevocabili di condanna. Ora dovranno andare a chiedere ad Andrea Reccia se vuole o meno entrare in Consiglio comunale.

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VERGOGNA SENZA PRECEDENTI - Nessuno era mai arrivato a tanto! Guardate cosa ha fatto Napolitano..

Se qualcuno ancora pensava che Giorgio Napolitano fosse stato arbitro e garante imparziale della vita democratica del paese, la smentita - persino brutale nella sua chiarezza - arriva da una raffica di intercettazioni della Guardia di finanza.


La voce di Napolitano è nei file audio, le sue parole trascritte nei brogliacci. E questa volta non potranno venire distrutte o cancellate, come Napolitano pretese e ottenne quando a intercettarlo furono i pm palermitani dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia.
Nessuna immunità, stavolta: uno scoop di Panorama rende di pubblico dominio quanto senza clamori era stato depositato agli atti di una inchiesta. E che inchiesta: l'indagine della Procura di Bergamo sui trucchi e le bugie che Giovanni Bazoli, il più importante banchiere italiano, presidente emerito di Banca Intesa, avrebbe messo in atto per indirizzare a suo piacimento la vita di Ubi Banca, il gruppo bancario nato dagli accordi tra finanza bresciana e bergamasca. Di queste manovre si è parlato ampiamente nel novembre scorso, quando i pm bergamaschi hanno comunicato a Bazoli e altri 38 indagati la chiusura delle indagini per ostacolo alla vigilanza della Banca d'Italia e illecita influenza sull'assemblea.
Ora Panorama scopre che Bazoli è stato intercettato a lungo dalla Guardia di finanza, e che quelle telefonate raccontano di una rete impressionante di rapporti politici e istituzionali gestiti dal grande banchiere cattolico: Bazoli parla con gli uomini di Enrico Letta e con quelli di Renzi, con direttori di giornali e con ministri, determina o ostacola a suo piacimento nomine e scelte cruciali del governo. In questo instancabile (a dispetto degli 84 anni suonati) attivismo, Bazoli ha un punto di riferimento costante: Giorgio Napolitano.
L'intercettazione Bazoli-Napolitano depositata agli atti porta la data del 19 marzo 2015, quando l'ex leader della destra Pci ha lasciato il Quirinale da poco più di un mese. Ma il rapporto tra i due, tra il vecchio comunista e il banchiere cattolico, è di ben più antica data. Secondo quanto risulta al Giornale, telefonate tra Bazoli e Napolitano sono state intercettate anche mentre il secondo era Presidente della Repubblica, ma non sono state registrate in ossequio alle prerogative della massima carica dello Stato. Poi il 3 febbraio Sergio Mattarella entra al Quirinale, e da quel momento le chiacchiere di Napolitano non sono più inviolabili.
Ed ecco, il brogliaccio delle «fiamme gialle», che racconta come Napolitano si adoperi per creare un asse anche tra Bazoli e il suo successore, Mattarella. «Napolitano specifica di avere fatto riferimento (parlando con Mattarella) anche al dialogo di questi anni tra loro, e prima ancora con Ciampi. Napolitano dice che questi (Mattarella) ha apprezzato, ed ha detto che considera naturale avviare uno stesso tipo di rapporto, schietto, informativo e di consiglio. Bazoli dice che lo cercherà per canali ufficiali nei prossimi giorni, Napolitano dice speriamo bene anche perché ha sentito fare un nome folle, ovvero di quel signore che si occupa o meglio è il factotum della 7». È un chiaro riferimento a Urbano Cairo, che punta in quei giorni a conquistare il Corriere della Sera, di cui la banca di Bazoli è azionista: la scalata riuscirà, nonostante l'opposizione di Napolitano, ma intanto Bazoli ha ottenuto che Napolitano gli aprisse un canale anche con il suo successore: il 27 marzo Bazoli, che in quel momento è già indagato, viene accolto da Mattarella al Quirinale con tutti gli onori.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/politica/trame-re-giorgio-intercettato-telefono-col-banchiere-1358547.html

Photo by fabiolopiccolo:

Palombelli, da donna a donna. Non la nomina neppure, ma... per Laura Boldrini, un'umiliazione totale.

"Una democrazia forte non ha paura dei simboli del passato, non cancella o ritocca i monumenti, non si occupa di un signore nostalgico che inneggia a Mussolini". Lo scrive Barbara Palombelli su Facebook. La giornalista e conduttrice di Forum si riferisce ovviamente alle parole di Laura Boldrini, che sogna di abbattere tutti i monumenti e i simboli del Ventennio, e alle polemiche di Repubblica sullo stabilimento balneare di Chioggia che inneggia al Duce. Un'impresa, quella della presidenta: con la sua ultima intemerata è riuscita a farsi attaccare e demolire da tutti, da destra a sinistra, da architetti a politici. Un coro di "no" che seppellisce la sua bislacca - e spaventosa - proposta distruttrice.

Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/12435517/barbara-palombelli-laura-boldrini-monumenti-fascismo-democrazia.html

Quello che ha scoperto Travaglio sui media italiani contro la Raggi è scandaloso. Diffondetelo all'istante.

Travaglio mostra tutti i silenzi e le falsità sui casi Sala e Raggi


Il Fatto Quotidiano lo aveva messo in evidenza da subito: giovedì scorso la richiesta di rinvio a  giudizio per Raggi ha aperto i principali siti italiani, ma per Sala la notizia fu nascosta.
Nel suo editoriale di oggi sabato 30 settembre Marco Travaglio ha passato in rassegna tutti i titoloni dei giornali sui due casi giudiziari, molto simili tra loro, ma presentati diversamente per un semplice motivo: Sala è il sindaco piddino di Milano, la Raggi invece è grillina.
Scrive Travaglio:
“Il 19.9 la Procura generale di Milano chiede il rinvio a giudizio del sindaco Pd Giuseppe Sala per falso materiale e ideologico, per aver retrodatato le carte del più grande appalto Expo, e stralcia per ulteriori approfondimenti l’altra accusa di turbativa d’asta.
Il Tg1 non dedica alla notizia alcun titolo: solo 18 secondi di speech dallo studio.
E così Tg2 e Tg3. Il sito del Corriere la confina in fondo all’home page, sotto gli spettacoli col servizio sui 70 anni di Stephen King.
Come pure il sito di Repubblica, sotto un’intervista a Martina Colombari.
Idem sui giornali dell’indomani: non una parola (a parte il Fatto) in prima pagina.
Il Corriere la relega in basso a pag. 21, sotto il terremoto a Città del Messico, cioè negli esteri.
La Stampa a pag. 15 in fondo a destra.
Repubblica in mezza pagina 18.
Il Messaggero in una brevina di 22 righe su una colonna a pag. 15.
I titoli sottolineano lo stralcio della turbativa d’asta (spacciato per archiviazione) e l’irrisorietà del falso: “I pm su Expo: processate Sala, ma cade l’accusa più grave” (Repubblica), “Expo, chiesto il processo per Sala (ma solo per falso)” (Corriere), “‘Expo, processate Sala’.
Ma cade l’accusa più grave” (Stampa), “Sala a giudizio soltanto per falso” (Messaggero).
Che sarà mai un falso materiale e ideologico sul più grande appalto Expo: una quisquilia, anzi una medaglia.
Il 28.9 la Procura di Roma chiede il rinvio a giudizio della sindaca M5S per falso ideologico.
Stavolta sì che la notizia c’è, perbacco.
Titoli di apertura e appositi servizi in primo piano di 2-3 minuti su Tg1, Tg2 e Tg3.
I siti dei giornaloni la sparano a tutta home page.
Ieri le prime pagine, poi le seconde, poi le terze di Corriere, Repubblica, Stampa e Messaggero (più le cronache locali), praticamente monografiche.
Corredate dal solito Commento Unico basato su un falso molto ideologico e pure materiale: e cioè che i 5Stelle abbiano una doppia morale e si scoprano garantisti per la Raggi, mentre prima cacciavano gli inquisiti al primo avviso di garanzia, a prescindere dai fatti e dai reati, e Grillo al V-Day mandava affanculo i parlamentari indagati (balle: i vaffa erano per i 24 pregiudicati).
A nessuno viene in mente di titolare “Raggi imputata, ma solo per falso”.
Anzi tutti la criticano perché sottolinea la caduta delle accuse più gravi.
Il falso, grazie a lei, torna a essere un reato gravissimo.
Più della frode fiscale, della corruzione e della mafia.
Sennò come si fa a benedire le prossime nozze di Renzi col partito di B., Previti, Cosentino e Dell’Utri?”

++ TREMENDA NOTIZIA: CI TOLGONO LA PENSIONE. IL CLAMOROSO SCOOP DEL GIORNALISTA FRANCO BECHIS.

L’Italia non cresce e i pensionati aumentano. E allora ecco che l’Europa prepara per gli italiani una sorpresina affinché il nostro paese rispetti tutti i parametri necessari per la permanenza nell’Ue.
Ne parla Franco Bechis su Libero:
“C’è una doccia fredda nella nota di aggiornamento del Def appena depositata dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per i futuri pensionati italiani: a davvero pochi anni dalla approvazione della contestatissima legge Fornero che ha innalzato l’età pensionabile, le simulazioni sui costi della previdenza nei prossimi anni indicano ancora una volta una spesa fuori controllo.
E siccome quel documento con le sue considerazioni tecniche sarà letto dagli uffici della commissione europea, bisogna attendersi nel breve-medio tempo nuovamente da parte della Ue una pistola puntata alle tempie dell’Italia perché vari un’altra legge Fornero.
Padoan evidenzia bene il tema: «Nuove proiezioni delle tendenze del sistema pensionistico, basate su un imminente aggiornamento degli scenari demografici ed economici a livello europeo, evidenziano rischi di salita della spesa pensionistica nei prossimi due decenni». Le tabelle e le note tecniche che accompagnano il Def indicano che rispetto alle previsionii conti sono sbagliati sia pure non di molto già nel 2020, per poi raggiungere i picchi di scostamento intorno al 2035.
Il ministro dell’Economia riconosce che il problema c’è: «Il governo», scrive, «ritiene che tali proiezioni rappresentino uno scenario avverso a fronte di quello sinora adottato». Padoan scopre l’acqua calda: bisogna «conseguire tassi di crescita del Pil più elevati rispetto a quelli registrati negli ultimi anni e promuovere un aumento dei tassi di attività e una risalita del tasso di fecondità.
L’Italia ha bisogno di un’economia più dinamica, di una finanza pubblica che possa assorbire il futuro impatto del pensionamento dei baby boomers e di politiche di sostegno all’occupazione giovanile e alla famiglia».
A Bruxelles sanno che se la spesa pensionistica salirà più del dovuto ma anche il Pil farà altrettanto, il problema non ci sarà. Ma sanno anche che l’ottimismo di Padoan ha basi fragili: il Pil italiano in tutta Europa cresce appena più di quello greco, e meno di quello di tutti gli altri 26 paesi.”

venerdì 29 settembre 2017

Floris attacca il M5S, Di Battista replica e il pubblico esplode in deliro. Fatelo vedere a chiunque..




È nato a Roma da genitori di Civita Castellana, figlio di Vittorio, già consigliere comunale nelle file del Movimento Sociale Italiano. Si è diplomato al liceo scientifico Farnesina della capitale con 46/60 e, dopo essersi laureato in discipline dell'arte, della musica e dello spettacolo (DAMS) presso la Università di Roma Tre ha conseguito un Master di secondo livello in tutela internazionale dei diritti umani all'Università degli Studi di Roma. Successivamente ha lavorato un anno come cooperante in Guatemala, occupandosi di educazione e progetti produttivi nelle comunità indigene.

Nel 2008 si è occupato di microcredito e istruzione in Congo-Kinshasa. Lo stesso anno si è occupato di diritto all'alimentazione per conto dell'UNESCO[5][6][7]. Ha inoltre collaborato col Consiglio italiano per i rifugiati, la Caritas e Amka onlus (organizzazione non governativa dedita alla realizzazione di progetti di sviluppo per i paesi australi).

Nel 2010 è stato in Argentina, Cile, Paraguay, Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Panama, Costa Rica, Nicaragua, Guatemala e Cuba per scrivere il libro Sulle nuove politiche continentali

A partire dal 2011 ha collaborato con il blog di Beppe Grillo pubblicando reportage sulle azioni di Enel in Guatemala.

Nel 2012 gli è stato commissionato un libro sui sicari sudamericani da parte della Casaleggio Associati. È quindi partito per Ecuador, Panama, Guatemala e Colombia e a fine anno ha pubblicato l'eBook Sicari a cinque euro, edito da Adagio (Casaleggio Associati), nel quale analizza l'origine del fenomeno del sicariato e propone alcune possibili soluzioni.

Napolitano? Da quando è ex si è aumentato la scorta. Vergogna: quanti agenti sono (pagati una miseria)

Presidente per tutta la vita. Giorgio Napolitano ha lasciato il Quirinale nel 2015 ma da allora il presidente "emerito" ha aumentato il numero di agenti della scorta. Come riporta Il Tempo oggi sono 45, poliziotti addestrati che guadagnano tra i 1.700 ai 2.000 euro, con straordinari fino a 50 ore in un solo mese (pagati 7-8 euro l'ora) e indennità di Palazzo che va dai 400 euro per gli agenti "semplici" ai 1.600 euro per i dirigenti. Il paradosso è che quando era ancora presidente, Re Giorgio contava su quindici uomini in meno rispetto agli attuali. Diventato ex, Napolitano ha chiesto anche una terza auto per scortare la moglie Clio. Gli agenti della scorta sono utilizzati come piantoni fuori dalla sua abitazione al Rione Monti, come portieri nel gabbiotto, come vigilantes, infermieri di pronto soccorso e, ovviamente, come "tassisti" pronti ad accompagnare la ex coppia presidenziale ovunque, a tutte le ore. Tutto questo mentre il suo successore Sergio Mattarella ha preferito optare per un profilo decisamente più low cost, scegliendo Panda e voli di linea e imponendo un ridimensionamento del personale. 

Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/12410143/napolitano-ex-presidente-aumentata-scorta-agenti-numero-paga-ora-straordinari-auto-clio-.html

NOTATE NULLA DI STRANO IN QUESTA FOTO? L’ENNESIMO SCHIAFFO ALLA MISERIA DEL CODARDO: 1350 EURO PER

Roma Se c’è una cosa che non difetta a Matteo Renzi, il ragazzo con la valigia, è la fantasia.
Se l’hai non ti fermi, ne pensi sempre una diversa. Hai estro. Da un po’ di tempo Matteo si aggira per l’Italia col trolley come lo stupefatto protagonista di This Must be the Place, il dolceamaro film di Paolo Sorrentino. Citazione cinefila largamente rivisitata. Perché tra il trolley sgangherato dell’abulico Cheyenne e quello sfolgorante dell’ex premier c’è una bella differenza che salta all’occhio. Matteo trascina un oggetto griffato da 1.350 euro, l’altro un ammasso multicolore con le ruote. Una caduta di stile poco di sinistra.


Come se non bastasse, l’oggetto in questione è al top del catalogo di una nota azienda che fa anche costosissime penne stilografiche, tanto per intenderci. Una scelta coraggiosa che a qualcuno a fatto storcere la bocca. Certo, se devi girare il Paese in lungo e largo per tornare a fare il primo ministro devi puntare sulla resistenza, sulla qualità della materia prima. E così devi avere il massimo. Diciamo così. E diciamo anche che in questo modo Renzi si è – in pratica – allineato al «nemico» D’Alema quanto a griffe. Ricordate le polemiche per le scarpe da barca di «baffetto»? Che sia questo un punto di convergenza assieme al fatto di aver ripetuto più volte la parola compagno?


Daria Bignardi lascia la Rai. Sapete quanto vuole per andar via? Scandaloso/ Guarda

Il sito Dagospia è sicuro. Daria Bignardi sta per dire addio a Viale Mazzini. La sua performance alla direzione di Raitre, secondo molti, è fallimentare dal punto di vista degli ascolti. Dopo Antonio Campo Dall'Orto, direttore generale di Viale Mazzini, l'ex conduttrice delle Invasioni Barbariche se ne va. Ma non prima di essere passata alla cassa. I suoi avvocati stanno trattando l'uscita. E se ci mette lo zampino anche il manager della Bignardi Beppe Caschetto, siamo sicuri che Daria sarà ben remunerata. 

fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/spettacoli/13204963/daria-bignardi-lascia-la-rai--scandalo--quanti-soldi-vuole-per-andarsene--.html

Boldrini, ore di panico. Il ribaltone la manda a casa:così cade (subito) dalla sua poltrona

Boldrini, Bechis: “Addio presidenta: perché le elezioni anticipate la faranno sparire’
Tra i tanti aspetti negativi del nuovo patto del Nazareno, qualcosa di positivo c’è secondo il vicedirettore di Libero Franco Bechis: andando ad elezioni anticipate non rivedremo più Laura Boldrini.
Scrive Bechis:
“C’è un piccolo cadeau agli italiani nel patto sulla legge elettorale che ha riunito dopo tanto tempo Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e che facendo contenti anche Matteo Salvini e Beppe Grillo porterà tutti alle urne. Piccolo ma graditissimo regalo: con la fine anticipata della legislatura Laura Boldrini lascerà la presidenza della Camera dei deputati e se vorrà continuare a fare politica, dovrà sbracciarsi per farsi largo nel mare magnum dei peones della politica. Una chiusura anticipata che rallegra gli oltre due terzi di italiani che considerano l’avventura istituzionale della Boldrini una delle peggiori della storia della Repubblica. In quasi tutti i sondaggi di opinione la sua popolarità è ai minimi termini, meno della metà del gradimento benaugurante che l’aveva accompagnata nei primissimi tempi del suo insediamento”.
Le ultime comparse televisive della Boldrini dimostrano insofferenza per il destino della legislatura, e della poltrona di vicepresidente:*
“È praticamente impossibile che per lei ci sia una seconda occasione politica di questo livello, e anche se non vuole farsene una ragione, pare soffrirne non poco. Si è capito ieri anche nella sua nervosissima domenica, che potrebbe essere una delle ultime in cui potersi ancora fregiare di quella terza carica della Repubblica ricoperta fra lo sconcerto dei più. A Ventotene per l’ennesima celebrazione inutile con diluvio di caramellose parole (il modo quasi esclusivo in cui ha ricoperto il suo mandato), la Boldrini si è fatta intervistare dalla all news della Rai, prefigurando scenari da tregenda per quell’accordo che la farebbe sloggiare da Montecitorio qualche mese prima del previsto. «Dovremmo intanto ricordare», ha puntato il dito da maestrina verso quei diavolacci di Renzi e Berlusconi, «che abbiamo molti provvedimenti avviati e non ancora conclusi. Per esempio la prescrizione, la cittadinanza, il reato di tortura, il cognome della madre ai bambini, ma la lista è lunga…». Poi ha sfoderato senza sprezzo del ridicolo quella che riteneva la sciabolata vincente: «Penso che l’Italia per anni è stata considerata all’estero come il Paese inaffidabile in cui i governi cambiano continuamente. Credo che non dovremmo confermare questo pregiudizio, e andare a fine legislatura lo smentirebbe». Frase già in sé grottesca, perché nessuno penserebbe questo per avere accorciato di qualche settimana la legislatura come per altro già fu fatto nel 2013 proprio per dare spazio alla Boldrini. Ma pure sfortunata, perché pronunciata proprio mentre dai contatti diplomatici avviati da Renzi e Berlusconi anche con l’intermediazione del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, l’ipotesi di una fine anticipata della legislatura italiana otteneva il via libera dalle principali cancellerie della Ue, con in testa Angela Merkel”.

Travaglio entra in studio e smaschera il complotto della stampa italiana contro V.Raggi




++ TERREMOTO ++ Decine di arresti. E arriva anche la conferma: coinvolti anche parlamentari..

E' di 40 arresti e numerose perquisizioni il bilancio dell'operazione anti 'ndrangheta della Polizia e della Dia che si è svolta in Liguria, Calabria, Lazio, Piemonte e in altre Regioni del nord Italia. Le misure, fa sapere in una nota la procura del Tribunale di Reggio Calabria-Direzione Distrettuale Antimafia, colpiscono "appartenenti ed affiliati alla 'ndrangheta delle cosche reggineRaso - Gullace - Albanese e Parrello - Gagliostro, a vario titolo indagati per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società".
E' stato eseguito il sequestro preventivo di beni mobili, immobili, depositi bancari di numerose società riconducibili alle consorterie mafiose per un valore complessivo stimabile in circa 40 milioni di euro.
Tra gli indagati il deputato Giuseppe Galati, oggi esponente di Ala. Al parlamentare Galati "viene contestata una vicenda relativa a un terreno per agevolare la composizione di alcune tematiche che riguardavano la sospensione dei lavori in un’area vincolata di Roma", fa sapere la procura di Reggio Calabria. La stessa procura aveva avanzato una richiesta di misura cautelare ma il gip ha ritenuto che il quadro indiziario rappresentato non fosse grave, in particolare non era univoco il comportamento posto in essere né l’effettiva accettazione della promessa.
La Dda ha inoltre avanzato una richiesta di arresto per il senatore Antonio Caridi già indagato nell'inchiesta Mamma Santissima, eseguita dai carabinieri del Ros venerdì scorso. Il gip di Reggio Calabria ha tuttavia rigettato la richiesta perché ha sostenuto che l’accusa, sebbene riferibile a una cosca di ‘ndrangheta diversa, riguardasse la stessa contestazione per la quale è già stata ammessa nell’operazione Mamma Santissima. Sulla questione pende ancora la decisione della giunta per le autorizzazioni del Senato.
Nel corso delle indagini, spiega una nota della Dia, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sono stati accertati stabili collegamenti con le famiglie di origine da parte di esponenti dell’organizzazione mafiosa in Liguria, attivi in settori strategici imprenditoriali quali l’edilizia ed il movimento terra anche attraverso l’acquisizione di sub-appalti per la realizzazione dell’infrastruttura ferroviaria del “Terzo Valico”.
Sono emersi, continua la nota, contatti con politici locali, regionali e nazionali, nonché con funzionari dell’Agenzia delle Entrate e della Commissione Provinciale Tributaria di Reggio Calabria, volti a condizionare il loro operato con reciproco vantaggio. E’ stato eseguito il sequestro preventivo di beni mobili, immobili, depositi bancari di numerose società riconducibili alle consorterie mafiose per un valore complessivo stimabile in alcuni milioni di euro.

fonte; http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2016/07/19/blitz-contro-ndrangheta-arresti-perquisizioni-tutta-italia-video_AgGbz9Z0AUr5Gx7lVvHfGO.html

Ecco il modo vergognoso in cui la stampa italiana continua a trattare Virginia Raggi

SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA!

Ecco il modo vergognoso in cui la stampa italiana continua a trattare Virginia Raggi. Guardate. Le prime pagine dei quotidiani aprono tutte sul rinvio a giudizio, seppur per due delle tre accuse è stata chiesta l'archiviazione. E guardate come, invece, è stato trattato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, quando è stato rinviato a giudizio per lo stesso tipo di reato, ma con una storia ben più pesante che riguarda gli appalti di Expo. 
Non trovate nulla su Beppe Sala in quelle prime pagine? Beh, la risposta è semplice: lui è del Pd.




C’è inchiesta e inchiesta. Soprattutto, c’è sindaco e sindaco. Tra la vicenda che riguarda Virginia Raggi e quella del primo cittadino di Milano Giuseppe Sala ex amministratore delegato di Expo eletto con il centrosinistra  ci sono tante differenze, ma la più nitida è nel trattamento dei mezzi d’informazione. 





LUIGI DI MAIO: ATTENTATO ALLA VOLONTÀ POPOLARE.

ATTENTATO ALLA VOLONTÀ POPOLARE. DIFFONDETE QUESTO VIDEO!
Abbiamo il dovere di raccontarvi quello che sta succedendo qui dentro perché in questi giorni qui si sta decidendo il futuro del Paese e anche del MoVimento 5 Stelle.



Milita nel Movimento 5 Stelle dal 2007. Nel 2010 si candida come consigliere comunale del suo comune e ottiene 59 preferenze, senza risultare eletto. In seguito alle cosiddette "elezioni parlamentarie" del Movimento 5 Stelle, viene candidato on line con 189 preferenze ed eletto alla Camera dei deputati per la circoscrizione Campania 1 al secondo posto nella lista del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche del 2013.
Il 21 marzo 2013 è eletto vicepresidente della Camera dei deputati con 173 voti. Dal 7 maggio fa parte anche della XIV commissione, che si occupa delle politiche dell'Unione europea. In breve tempo diventa uno dei volti più noti del partito, tanto da essere nominato membro del cosiddetto "direttorio" del movimento, costituito nel novembre 2014 da cinque parlamentari scelti da Beppe Grillo, con l'obiettivo di costruire il principale organo direttivo del partito, con funzione di raccordo tra il leader e gli eletti in parlamento. Nel 2016 diventa responsabile degli enti locali per il Movimento 5 Stelle.
Nel settembre 2017 si candida alle elezioni primarie del Movimento 5 Stelle per scegliere il capo politico e candidato premier: l'esito delle votazioni tra gli iscritti alla piattaforma online del partito lo vede vittorioso con 30936 voti, pari a circa l'82% dei votanti.








giovedì 28 settembre 2017

Virginia Raggi ricorre al Tar e batte il progetto del governo. Guardate in quale impresa è riuscita..

(ANSA) - ROMA - Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso con il quale il Comune di Roma contestava il decreto con il quale è stata formalizzata l'istituzione del Parco del Colosseo, voluta dal ministro della Cultura, Dario Franceschini. Due le sentenze di accoglimento pubblicate, la seconda riguarda il ricorso che sullo stesso argomento è stato proposto dal sindacato Uilpa-Bact. Si attendono le motivazioni delle sentenze.Roma Capitale aveva presentato ricorso al Tar per chiedere l'annullamento del decreto istitutivo del parco archeologico del Colosseo del 12 gennaio 2017. L'istituzione del Parco Archeologico del Colosseo secondo il Campidoglio era "lesiva degli interessi di Roma Capitale". "E' inaccettabile che a Roma ci siano aree di serie A e aree di serie B, in pratica sembra che il governo voglia gestire in totale autonomia e senza alcuna concertazione il patrimonio culturale dell'amministrazione stessa", disse la sindaca Virginia Raggi sottolineando che "i ricavi della bigliettazione del Colosseo e dei Fori portano nelle casse del nuovo ente circa 40 milioni di euro che prima andavano per l'80% alla Soprintendenza speciale, oggi invece saranno tutti del Parco e solo il 30% andrà alla Soprintendenza. Quindi su Roma rimane molto poco". Il decreto istitutivo prevede un Parco Archeologico con l'autonomia di cui godono gli altri parchi archeologici e con competenze su Colosseo, Foro Romano, Palatino e Domus Aurea.

Fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/arte/2017/06/07/tar-stop-a-istituzione-parco-colosseo_995c85dd-a139-4c6d-869c-7612823faf5e.html


NON PAGAVA IL BOLLO E SI FACEVA CANCELLARE LE MULTE DA EQUITALIA: ECCO IL LADRO PD DEL GIORNO

Rischia grossi guai con la giustizia il parlamentare del Pd Marco Di Stefano e tutto per colpa del bollo auto. Secondo l’accusa del pm Attilio Pisani, due dipendenti pubblici avrebbero cancellato dai registri informatici i dati sulle imposte dovute dal parlamentare Dem e aver comunicato quindi a Equitalia l’assenza di debiti. Di Stefano è indagato per concorso in falso materiale commesso da pubblico ufficiale, ma lui è pronto ad andare dal pm per chiarire, come dice il suo avvocato riportato dal Fatto quotidiano: “Come emerge da una relazione della Lait – la società partecipata della Regione Lazio – i suoi sono dei debiti cancellati automaticamente perché non più esigibili”.


FONTE:
LIBERO

CLAMOROSO! La soffiata: Mattarella ha già deciso. Cade Gentiloni? Chi farà il premier

Bisignani: "Sergio Mattarella e il suo piano per Romano Prodi premier"


A svelare l'inquietante piano segreto di Sergio Mattarella ci pensa Luigi Bisignani, L'uomo che sussurrava ai potenti, uno che di politica e palazzi sa sempre molto e molto in anticipo. Dalla prima pagina de Il Tempo, lancia l'allarme: "Ci aspetta un'estate da incubo, con nuovi mostri e vecchi fantasmi in arrivo". Quali vecchi fantasmi? Presto detto: Romano Prodi, per il quale "si sono messi di nuovo in movimento i vecchi poteri forti, pronti a giocare attorno a lui l'ultima battaglia per la propria sopravvivenza". Una battaglia che per inciso il Quirinale avrebbe sposato. Secondo Bisignani, per Prodi si muovono "i banchieri Giuseppe Guzzetti e Giovanni Bazoli, ma anche Carlo De Bendetti con i suoi giornali, e qualche apparato forte in Russia, Cina e Francia, di cui Prodi è stato sempre un ambasciatore molto sensibile".

Si muovono, ma per che cosa? Ed eccoci all'incubo: brigano per riportarlo al governo, in veste di premier. Secondo Bisigani, "approfittando della frettolosa legge elettorale" lo scenario è drammaticamente possibile. Il punto è che con assoluta probabilità, dopo le elezioni, non ci sarà una maggioranza. Altrettanto probabile, come partito di maggioranza relativa potrebbe spuntarla il M5s, che dunque inizierebbe un giro di consultazioni e che potrebbe trovare i numeri per governare soltanto in un'alleanza con la Lega Nord (che però Matteo Salvini in un'intervista a Libero esclude) e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Ma, avverte Bisignani, "se questo disegno non andrà in porto, il capo dello Stato potrà chiamare una figura carismatica, come Prodi appunto, capace di una alleanza tra vecchi cattolici, annidiati un po' ovunque, la sinistra di Giuliano Pisapia e compagni vari".

Insomma, per Bisignani il rischio di un nuovo governo dei professori, una sorta di riedizione della catastrofe firmata Mario Monti, è più che possibile. Infine, il faccendiere suggerisce a Matteo Renzi e Silvio Berlusconi una via d'uscita, una soluzione per evitare il ritorno del Mortadella: "Perché dopo l'approvazione della legge elettorale, non smettono di fare gli amanti clandestini e si sposano sul serio dando vita al Partito della nazione che potrebbe tentare di vincere a viso aperto? Forse così la volta che si governa davvero e si mette fine una volta per tutta a questa lunga stagione dell'incertezza", conclude.

Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/12404490/luigi-bisignani-sergio-mattarella-piano-romano-prodi-premier-tecnico.html

AVANTI ITALIANI, E' ARRIVATO IL MOMENTO DI RIBELLARCI: CONDIVIDETE QUESTA VERGOGNA INFAME!

Sulla questione migranti Emma Bonino prima, e Bill Gates a seguire, hanno smascherato i piddini: grazie alla “confessione” della prima siamo venuti a sapere che il governo Renzi, probabilmente in cambio dell’OK di Bruxelles per dare le mancette elettorali, ha trasformato l’Italia in un campo profughi. E grazie al miliardario americano è stata sdoganata l’opinione di chi sostiene che l’Italia non è in grado di sostenere un volume tale di sbarchi. Opinione che prima veniva etichettata come populista, se non razzista.
Il giornalista Marcello Foa, in un bellissimo editoriale sul suo blog, non ha dubbi: le dichiarazioni dei due rivelano un aspetto importante, sull’immigrazione i governi a guida Pd hanno raccontato balle agli italiani:
“Leggete in sequenza le ultime dichiarazioni di Bill Gates e di Emma Bonino sull’immigrazione, che ormai tutti conoscono. Qual è il messaggio che li accomuna? Che gli ultimi governi italiani (Letta, Renzi, Gentiloni) hanno mentito agli italiani, nascondendo informazioni che invece andavano rese pubbliche”.
Foa prosegue ponendo alcune legittime domande:
“In cosa consiste l’accordo, che è stato tenuto segreto e lo è ancora oggi, per cui l’Italia ha chiesto e ottenuto che i migranti venissero tutti in Italia? Quali sono i termini? Quale la logica politica? Quale l’obiettivo strategico di un’intesa tanto assurda? Roma ha ottenuto qualcosa in cambio? E perché l’Unione europea ha permesso che gli accordi di Dublino venissero violati?”
La confessione della Bonino, secondo il giornalista, “è di una gravità assoluta”. Foa, studioso delle tecniche usate dagli spin doctor per manipolare l’opinione pubblica, invita i partiti di opposizione a non lascar “scivolare via la questione, come sembra stia tentando di fare il governo Gentiloni, applicando una nota tecnica difensiva di spin (“Se non alimenti le fiamme, il fuoco si spegnerà” ovvero: se non alimenti le polemiche, l’argomento sparirà dal radar dei media). Non è un caso che sulle home page dei grandi siti italiano la notizia fosse già sparita…”
Attenti, avverte il giornalista: “Vogliono far scordare all’opinione pubblica uno scandalo che invece va scoperchiato fino in fondo!”. E conclude scrivendo: “Sarebbe grave se, ora, il Pd e il premier Gentiloni riuscissero a nascondere la verità. E chissà quali inconfessabili responsabilità. Non permettetelo”.