domenica 30 settembre 2018

UN FIASCO MAI VISTO PRIMA! LA MANIFESTAZIONE IN PIAZZA DEL PD? Addirittura hanno annullato parecchi pullman. Sarebbero partiti completamente vuoti

Parteciperà anche Matteo Renzi, nonostante le voci di “boicottaggio” alla manifestazione del Pd contro il governo organizzata domenica pomeriggio a Roma. Sul corteo però aleggia lo spettro del fallimento: qualche pullman di militanti è stato disdettato all’ultimo e si teme un’affluenza-flop per un partito uscito già con le ossa rotte dai “bagni di folla” inesistenti alle Feste dell’Unità di quest’estate. Vorrebbero ricostruire la sinistra, i dem, ma si trovano completamente spaccati anche sulla questione manovra: non solo i “comunisti” di LeU come Stefano Fassina, ma anche il governatore della Puglia Michele Emiliano (il più grillino del Pd) si è schierato a difesa delle misure “popolari” di Lega e M5s.

In più c’è la partita del nuovo segretario. Il candidato ufficiale dello schieramento anti-renziano, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, non ci sarà oggi per seguire la Ryder Cup di golf. Sembra uno scherzo, ma è vero. O forse, è semplicemente un segnale degli ammiccamenti di parte del Pd ai 5 Stelle: meglio non polemizzare troppo con i possibili futuri alleati.

LA MANOVRA? UN CAPOLAVORO: COSI’ HANNO FREGATO MATTARELLA. E ADESSO E’ OBBLIGATO A STARE MUTO, ALTRIMENTI SARANNO SOLO GUAI PER LUI ED I SUOI ACCOLITI

Marco Antonellis per “Dagospia”
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella utilizzerà i prossimi appuntamenti istituzionali per esternare tutta la sua preoccupazione in tema di conti pubblici, spiegano ambienti del Quirinale. Le grandi agenzie di rating internazionali si esprimeranno a breve (a proposito: in Piazza Affari danno per scontato un declassamento da parte di Moody’s e Standard & Poor’s) mentre fonti diplomatiche fanno sapere che in Europa si stanno preparando al peggio e stanno già lavorando riservatamente ai “Piani b” per attutire il colpo di un’eventuale fuoriuscita dell’Italia dall’euro. Insomma, il Cigno Nero potrebbe arrivare e anche prima del previsto spiegano le medesime fonti.
In Europa, raccontano fonti diplomatiche di altissimo livello “sperano che i mercati facciano il loro dovere e pieghino l’Italia con le buone o con le cattive” altrimenti dovrà essere Bruxelles a bocciare la manovra e costringere Roma a riscriverla. Con tutti i rischi del caso.
Perché stavolta Bruxelles ha paura dell’Italia, ha paura di bocciarla e di cadere così nella trappola messa in piedi con grande abilità politica da Di Maio e Salvini, i reucci della nuova Italia sovranista-populista. Spiegano fonti del governo gialloverde: “Se ci bocciano la manovra stravinceremo le elezioni europee del prossimo anno puntando tutto sull’Europa cattiva e matrigna, andando a testa bassa contro l’euro e contro i mercati.
Avremmo la campagna elettorale bella che fatta. Dopo di che la manovra la ripresenteremo comunque tale e quale il prossimo anno. Se invece non ce la bocciano o ci chiederanno piccoli aggiustamenti (ipotesi più probabile) avremmo vinto su tutta la linea e ci presenteremo da vincitori alle elezioni europee del prossimo maggio”.
Insomma, comunque vada sarà un successo: Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno già vinto. E tutto quello che vale per l’Europa vale anche per il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sempre più in un vicolo cieco: è totalmente fallita la sua linea Maginot che aveva impedito dapprima a Paolo Savona di diventare Ministro dell’Economia e poi posto Giovanni Tria al Mef.
E sono totalmente falliti gli appelli e i moniti delle scorse settimane con cui aveva solennemente invitato alla prudenza. Ora non gli resterebbe che appellarsi all’Art.81 (quello sul pareggio di bilancio messo in Costituzione da un certo Mario Monti) e non firmare la manovra, come qualcuno in alto loco già sta ventilando.
Con il rischio però che se ciò accadesse, la serata di fine Maggio in cui i populisti chiesero l’impeachment del Capo dello Stato al confronto di quanto potrebbe accadere ora sarebbe stata solo una passeggiata di salute.
Intanto, tra i vertici istituzionali del Paese già si ragiona sulla “madre di tutte le battaglie”, la sfida per la conquista del Quirinale nel 2022: “Se dovesse cadere in mani pentaleghiste sarebbe la fine” fanno sapere fonti diplomatiche. Se ciò accadesse per l’establishment e i relativi poteri forti sarebbe Game Over: “Non è un mistero per nessuno che negli ultimi anni il vero terminale di Berlino, Parigi e Bruxelles sia stato il Colle più che Palazzo Chigi”. “Se perdiamo il Quirinale è finita” spiegano scuotendo la testa. La vittoria dei populisti sarà completa e totale. Per questo, giurano i soliti bene informati, si farà di tutto per andare nei prossimi 12/24 mesi ad elezioni anticipate ed impedire così che la coalizione composta da Lega e 5 Stelle possa eleggere il prossimo Capo dello Stato.
Meglio, molto meglio, fanno notare le medesime fonti, che si vada al più presto ad elezioni e che vinca il Centrodestra in maniera netta e chiara (ecco spiegato il riavvicinamento Salvini-Berlusconi degli ultimi tempi: l’establishment preferirebbe di gran lunga Salvini premier con Berlusconi all’attuale esplosivo duopolio Di Maio-Salvini) in modo che poi non possano pretendere anche il Quirinale (avendo già Palazzo Chigi per il Capitano) e che quindi lo lascino in mano ad una figura ‘terza’ e di garanzia (oltre che ‘equivicina’ a Bruxelles).
Insomma, per i poteri forti la vittoria del Centrodestra sarebbe a questo punto il male minore, comunque da preferire all’attuale alleanza di governo (ed è per questo che i 5Stelle hanno già “drizzato” le orecchie sospettando taluni autorevoli esponenti leghisti di essere uomini del ‘sistema’). Questo, potete scommetterci, sarà il prossimo “Great Game” della politica italiana.

“Ci volete fuori dall’Euro? Sono prontissimo” così il Ministro Savona risponde alle minacce dei mafiosi di Bruxelles

Il ministro avverte: “Altri potrebbero decidere la nostra uscita dall’euro”. E nei prossimi giorni incontrerà Mario Draghi
Dobbiamo essere pronti a ogni evento. In Banca d’Italia ho imparato che non ci si deve preparare a gestire la normalità, ma l’arrivo del cigno nero, lo shock“.
Paolo Savona torna al centro dell’attenzione dopo qualche tempo da quegli infuocati giorni di un mese fa, quando il presidente Mattarella ha fatto resistenza su una sua salita al ministero dell’Economia.
Il tema è il tanto discusso “piano B” per l’uscita dall’euro. Piano ipotizzato da uno studio realizzato da Scenarieconomici, ma da cui lo stesso ha preso in parte le distanze. Oggi il ministro delle politiche europee, di fronte alla commissione sulle Politiche Ue di Senato e Camera è tornato a precisare la sua posizione. E a chi gli dice “Ma tu vuoi uscire dall’euro” risponde che “possiamo trovarci nelle condizioni in cui non siamo noi a decidere ma siano altri. La mia posizione del piano B, che ha alterato la conoscenza e l’interpretazione delle mie idee, è essere pronti a ogni evento“.
Il piano B, insomma, come exit strategy non per decidere di abbandonare la moneta unica. Ma per essere pronti a reagire nel caso in cui altri decidessero di porre fine all’Euro. Nel presentare le sue idee alle commissioni, Savona ha rivelato che presto vedrà il governatore della Bce, Mario Draghi. Exd è a Supermario che esporrà le sue idee sulla banca centrale, la sua governance e gli errori fatti nell’impalcatura finanziaria dell’Eurozona. “Se alla Bce non vengono affidati compiti pieni sul cambio – ha detto il ministro – ogni azione esterna all’eurozona si riflette sull’euro senza che l’Unione europea abbia gli strumenti per condurre un’azione diretta di contrasto. L’assenza di pieni poteri della Bce sul cambio causa una situazione in cui la crescita dell’economia dell’eurozona risulta influenzata, se non determinata, da scelte o vicende che accadono fuori dall’Europa“. Non solo. Perché, per sperare che “l’euro sopravviva”, secondo Savona è necessaria “una stretta connessione tra architettura istituzionale dell’Ue e politiche di crescita“.
Sul lato delle politiche che il governo intende mettere in campo, Savona suggerisce a Conte e soci di “tenere conto” dei timori dei mercati quando si parla di flat tax, reddito di cittadinanza e Fornero. Questo non significa non attuare le promesse elettorali, ma per “rilanciare gli investimenti e la crescita” non occorre mostrare “fretta sul lato della spesa corrente prima che gli investimenti manifestino gli effetti attesi”. “Il problema -è il ragionamento di Savona – non è quindi se attuare o meno le promesse ma i tempi e i modi in cui verranno attuate“. Unica certezza: “Dicono che stiamo vivendo al di sopra delle nostre risorse, non è vero: stiamo vivendo al di sotto delle risorse, a causa dei vincoli Ue“.
Infine, il ministro si è preso il tempo per lanciare una frecciata a chi l’ha accusato di aver fatto salire lo spread durante i giorni del braccio di ferro con Mattarella. “Sarei felice di governare lo spread, lo farei in senso opposto ma non coinvolgetemi in queste banalità Sono banalità irrilevanti, io non rappresento nessuno“.

MA QUALI 50MILA? Così gli italiani sputtanano le balle del PD di Renzi in modo perfetto. Ecco le foto della Piazza mezza vuota

Il PD sta sparando, assecondato dai media amici, di aver superato le 50mila persone per la manifestazione di oggi a Roma contro il governo. Detto che 50mila persone per un partito del genere siano comunque ben poche, chi oggi è a Roma sta pubblicando foto che smentiscono i numeri dichiarati.
Infatti piazza del popolo contiene 50mila persone solo se riempita nella sua interezza. E queste foto, scattate non prima, ma durante la manifestazione, lo smentiscono.
per non parlare, poi, degli sberleffi rivolti sui social direttamente al leader Martina. Qui la galleria dei più significativi:
Le bandiere superano il numero di persone .Questa manifestazione è la lastra di marmo definitiva sulla tomba del PD . Grazie Marti’…. sei il classico calzolaio messo per sbaglio alla guida di un partito. Il governo al 66% di consensi è anche merito tuo.
Ne hanno 2 per ciascuno di bandiere per far vedere che sono in tanti. Sono vergognosi.
W le banche! W i banchieri! W le élite! Abbasso i poveri, i disoccupati, i lavoratori! Bravi PD
La piazza c’è, il “popolo” No! Il numero dei presenti non arriva neppure all’obelisco quindi oltre la metà della piazza mi pare vuota dalle sue immagini…… Aggiungo che nella parte “piena” c’è il palco, cosi’ a spanne diciamo 8.000/9.000 persone presenti???
Ho sbagliato, avrei dovuto scrivere 8.000/9.000 bandiere presenti, pari a 4.000/4.500 partecipanti…. ma il tweet era già partito e qualcuno era pronto ad accoglierlo.
Ma veramente pensate che nessuno conosca pza del Popolo? Volevo prendervi in giro anche se magari veniva tanta gente ma lo fate voi da soli. Non ci sta un cazzo di nessuno. E’ vuota davvero. Mai visto un vuoto così.

“RASSEGNATEVI, SIETE COME DEI MORTI” Mentana mai così duro: così seppellisce PD, Boldrini e tutta la feccia buonista

“Aria nuova, gente nuova, ma soprattutto idee nuove”. Enrico Mentana scuote la sinistra facendo un’analisi della situazione in Europa. “In tutte le fasi di crisi rispunta perentoria la ricetta: ‘La sinistra torni a fare la sinistra!’, come quando si va a cercare un vecchio vestito perché si dice che possa tornare di moda” scrive il direttore del TgLa7 in un post su Facebook. “Senza pensare che un adulto non può tornare bambino – rileva – nell’illusione di poter guardare il mondo con occhi più innocenti”.

Per Mentana “se la sinistra di governo è stata punita contemporaneamente in tutta Europa in modo tanto brutale la diagnosi è chiara: quel modello di partito e quel riformismo di governo non funzionano, non bastano, e quei gruppi dirigenti ne visualizzano la disfatta. Ogni palliativo, ogni maquillage, ogni ritorno al passato lascia il tempo che trova”. Dunque, conclude, “ci vuole aria nuova, gente nuova, ma soprattutto idee nuove, e non per concorso”.

“TRA LUI E SALVINI? SALVINI TUTTA LA VITA” Travaglio senza peli sulla lingua, così ammazza sul nascere il burattino che la sinistra considera il vero leader in Europa

Vien quasi voglia di stare con Matteo Salvini, parola di Marco Travaglio. A convincere il direttore del Fatto quotidiano è la spocchia immotivata di Emmanuel Macron, che in questi giorni si sta ergendo ad anti-salviniano e baluardo della democrazia in Europa. “Col risultato di instillare in tutti gli italiani, anche nei più anti-salviniani, una domanda angosciante: ma siamo proprio sicuri di voler essere salvati da Macron?”, chiede ironicamente Travaglio nel suo editoriale”.
Macron, cioè il “gattopardo parigino creato nei caveau di banca Rotschild per fingere di cambiare tutto lasciando tutto com’era”, il “finto buonista che ci dà lezioni di accoglienza e poi fa massacrare i migranti alle frontiere di Ventimiglia e Bardonecchia, donne incinte comprese”. Risposta: no, grazie. E con lui a casa anche i maldestri imitatori italiani del presidente francese, da Matteo Renzi a Carlo Calenda, dai veri renziani del Pd fino a Giorgio Napolitano, l’ex presidente che vedeva nel leader di En Marche la risposta europea ai sovranisti in ascesa. “Dopo un anno – conclude Travaglio caustico -, già sta sulle palle a quasi tutti. Una picchiata persino più repentina di quella di Renzi, che almeno, per guadagnare tante antipatie, di anni ne ha impiegati quattro”.

MATTARELLA SCHERZA COL FUOCO? FA IL FURBO O MANDA DAVVERO AVVERTIMENTI AL GOVERNO? COME SI PERMETTE?

Il richiamo di oggi con cui Sergio Mattarella ha ricordato come la Costituzione preveda il pareggio di bilancio potrebbe essere un campanello d’allarme non da poco per il governo gialloverde e la sua manovra basata sul rapporto deficit/pil aumentato al 2,4%. Perchè la manovra andrà ora all’esame del Quirinale, che, spiega Francesco Forte su Il Giornale, non potrà non tenere conto dell’articolo 81, versione 2012, che dispone che “le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico”. Mattarella ha dunque di fronte anche l’articolo 97, che riguarda la sostenibilità del debito pubblico: a fine 2018 si esaurirà il Quantitative Easing e ciò renderà tutto più difficile.

“Mentre nel 2018 l’ Italia non ha dovuto rinnovare una grossa quota del suo debito, nel 2019 vengono a scadenza 277 miliardi di titoli, lo 11,4% del totale. Ora se lo spread per questo rinnovo aumenta, c’ è una maggior spesa per interessi sul debito, che porta il deficit complessivo sopra il 2,4%” scrive Forte. “Inoltre lo spread elevato può indurre le banche a vendere una parte del loro debito, appesantendo l’ offerta di titoli rispetto alla domanda accrescendo lo spread. Un costoso circolo vizioso, che urta contro la norma sulla sostenibilità del debito di cui all’ articolo 97. Insomma, occorre un deficit entro il 2% per far sì che il debito cali in misura adeguata a tranquillizzare i risparmiatori esteri e italiani e a rafforzare le banche, che debbono avere buon i parametri per espandere il credito all’ economia”.

Panico in diretta! Alla domanda di Giletti, Di Maio esplode e manda in delirio il pubblico:"Mi hanno rotto le palle"


"La perfetta manovra maldestra" "Sull'euro una partita pericolosa" (Corriere), "Mattarella, primo stop al governo" "I diritti dopo di noi" (Repubblica), "La classe media dimenticata" (La Stampa), "La tassa di cittadinanza" (Il Giornale). Tutti i giornali di partito hanno dichiarato guerra alla Manovra del Popolo perchè fissa il deficit per il prossimo anno al 2,4%. Il Pd nel 2014 ha fissato il deficit al 3%, nel 2015 al 2,6%, nel 2016 al 2,5%, nel 2017 al 2,4% e l'anno scorso al 2%. Nessuno ha mai fiatato nonostante questo deficit non sia servito a nulla perchè i governi del Pd non hanno fatto deficit per i cittadini, ma per i loro interessi e mancette elettorali.
Sappiamo bene come hanno impiegato i nostri soldi. Opere inutili mai realizzate. Air Force Renzi. 7 miliardi alle banche. Banca Etruria. F35. Pensioni d'oro. Superconsulenze. E così via. Per i piccoli imprenditori, per i 6 milioni di poveri, per i pensionati normali, per le famiglie, per la sanità, per i risparmiatori: niente, anzi solo tagli. Infatti in questi anni il debito pubblico è aumentato e la ricchezza degli italiani è diminuita. E ora questi vogliono venire a dire a noi e a tutti gli italiani come bisogna spendere i soldi? Ma per piacere! 'cca nisciun è fesso! L'accanimento dei partiti è dovuto al fatto che con la Manovra del Popolo sarà evidente che i soldi per far stare meglio gli italiani c'erano e ci sono sempre stati. Bastava non usarli come hanno fatto loro.
Noi abbiamo stravolto tutto e abbiamo messo al primo posto l'interesse dei comuni cittadini, andando a intaccare gli interessi di partito che ormai restano difesi soltanto dai tecnocrati piazzati dai partiti all'interno dei ministeri. La nostra manovra è per la crescita della ricchezza dell'Italia. Economisti del calibro di Giovanni Dosi hanno detto che con la Manovra del Popolo e il deficit al 2,4% l'economia reale crescerà.
Il Pd e Forza Italia non riescono a fare un'opposizione politica e quindi con i loro giornali creano terrorismo mediatico per far schizzare lo spread sperando in un altro colpo di stato finanziario: sono degli irresponsabili nemici dell'Italia. Ma nonostante il loro cinico impegno lo spread non è schizzato perchè gli investitori tutto questo lo sanno. In Italia c'è un governo forte, compatto e destinato a durare che ha il consenso popolare più alto d'Europa e che fa gli interessi del Paese.

venerdì 28 settembre 2018

"Questo Def doveva farlo il Pd. Governo coraggioso". L'ammissione del super uomo di sinistra

Intervista di Affaritaliani.it a Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali, sul Def approvato dal governo Conte


Da uomo di sinistra, che cosa pensa del Def approvato dal governo Lega-M5S con il deficit/Pil al 2,4% per tre anni?
"Sono stati fissati obiettivi necessari e coraggiosi. E, proprio perché coraggiosi, anche pericolosi in quanto colpiscono interessi che, ovviamente, reagiscono rispetto a una politica di bilancio che, finalmente, pone le condizioni per tornare ad affrontare le priorità economiche e sociali. Poi vedremo nella Legge di Bilancio come il governo utilizzerà questo spazio di extra-deficit".

Quali sono questi interessi che reagiscono e in che modo lo fanno?
"Come reagiscono è semplice, con la vendita dei nostri titoli di Stato. E parlo di tutti coloro che vogliono mantenere lo status quo ovvero il pesante sfruttamento del lavoro e un modello che favorisce le grandi imprese che esportano e la grande finanza. Questi poteri hanno i propri capisaldi in Germania. E, come è successo con Syriza in Grecia, verso chi compie atti di insubordinazione c'è una reazione forte".
La bocciatura Ue della manovra è abbastanza scontata...
"Non lo so, ma è l'aspetto meno preoccupante. Il punto è che cosa farà la Bce in interazione con Berlino. Sono fenomeni politici e non economici, scelte politiche che la Banca Centrale Europea prende in stretta relazione con il governo tedesco. Devo dire però che l'attenzione manifestata da Manfred Weber, capogruppo del Ppe all'Europarlamento e candidato della Merkel alla Commissione, verso i sovranisti - rispetto ai quali si è posto come pontiere - mi porta a dire che non necessariamente ci sarà una rigidità dalle parti di Berlino. Quelli fissati nel Def sono obiettivi necessari e coraggiosi, quindi pericolosi, perché è una partita tutta politica. Bisogna vedere cosa faranno anche i governi di quei Paesi extra-europei che sono stati visitati in queste settimane da Tria, Savona e Conte con i loro fondi sovrani e le loro banche centrali. Ripeto, è una partita tutta politica che inevitabilmente che si apre. Tuttavia, finalmente la politica ritrova il primato sull'economia".
Quindi Cina, Russia e Usa potrebbero comprare Btp al posto della Bce quando finirà il QE?
"Non è un'ipotesi da escludere. Si apre un gioco politico dove ci sono attori e interessi diversi nei confronti dell'Italia che interagiranno".
Obiettivi coraggiosi ma pericolosi ha detto, perché?
"Potrebbe esserci lo scenario greco che però penso non convenga a nessuno visto il peso finanziario dell'Italia, decisamente superiore a quello della Grecia. Vi sarà un'attenzione anche perché il governo ha fissato un obiettivo distante dall'autolesionismo del fiscal compact, ma con il 2,4% aumenterà la crescita e tutto ciò avrà effetti compensativi sul debito pubblico. Non stiamo parlando di un obiettivo di deficit fuori dal mondo, ma certamente di una rottura e di una forzatura rispetto al fiscal compact. Un'azione necessaria, poi vedremo che uso ne farà il governo. Un conto sono investimenti pubblici che si moltiplicano, altro operazioni di carattere elettorale. Ma oggi ci sono le condizioni per fare investimenti pubblici, ieri con l'1,6% o anche con il 2 non c'erano".
Qual è il provvimanteo che la convince maggiormente? Il reddito di cittadinanza?
"Il reddito di cittadinanza vedremo come verrà fatto. Se sarà un reddito di inclusione e punterà al potenziamento della promozione del lavoro, bene; se invece sarà solo assistenzialismo puro non funzionerà perché sarebbe uno strumento di passivizzazione e di manenimento della marginalità sociale. Il modello deve essere il Rei (reddito di inclusione, ndr) potenziato significativamente. L'altro provvedimento importante e positivo è l'allargamento del forfettone fiscale per le partite Iva ovvero l'innalzamento della soglia di fatturato alla quale si applica l'aliquota del 15%".
Strano che un uomo di sinistra come lei dica queste cose di un governo dove dentro c'è un partito, la Lega, che per molti suoi colleghi è razzista e fascista. No?
"A parte che non ritengo che siamo di fronte ad un governo fascista, penso che prendano misure sbagliate rispetto a problemi veri. Dopodiché, come dissi quando fu bloccata la nomina di Savona, è necessario cambiare rotta e a farlo è un governo che per alcuni aspetti non condivido anche se tutto ciò avrebbe dovuto farlo la sinistra ma non lo ha fatto perché pesantemente sfiduciata da parte di quelle categorie sociali che avrebbe dovuto rappresentare e che invece ora si affidano a chi sta al governo. Se chi governa attua provvedimenti nella giusta direzione, tali misure vanno sostenute perché fanno gli interessi di coloro che proprio la sinistra dovrebbe rappresentare. Purtroppo la larga parte degli eredi della sinistra storica ha definitamente deciso di difendere gli interessi dei più forti".
Alle elezioni europee del 2019 potrà nascere un sovranismo di sinistra?
"E' già nato. Mélenchon in Francia, con una piattaforma che da noi a sinistra definiscono per ottusità populista e sovranista, ha preso oltre il 20% alle Presidenziali. E c'è una parte della Linke, quella della Wagenknecht, che ha lanciato un movimento che sta ottenendo un consenso molto ampio proprio sulla stessa linea di Mélenchon".
Una linea che non è certo quella di Renzi...
"Assolutamente no. Lo spazio c'è, ma oggi è occupato, con tante contraddizioni, dal M5S. Uno spazio che va riconquistato. Con alcuni compagni e con alcune compagne e con tanti intellutuali l'8 settembre scorso abbiamo lanciato l'associazione 'Patria e Costituzione' che ha scandalizzato la sinistra del 'main stream', sia radicale che riformista, perché afferma il primato della nostra Costituzione sui trattati europei".
Una convergenza al Parlamento europeo tra sovranisti di destra e di sinistra?
"Un'alleanza è impraticabile perché ci sono questioni di fondo che sono inconciliabili. C'è un'evidente distanza ma c'è anche un'alternativa radicale all'europeismo liberista di Macron, del Pd e dell'Spd".

Panico in studio! Vespa sbeffeggia il M5S sul Reddito di Cittadinanza ma Di Maio lo ammutolisce








LUIGI DI MAIO
Residente a Pomigliano d'Arco, è il maggiore di tre figli. La madre è un'insegnante di italiano e latino ed il padre Antonio è stato dirigente del MSI prima e di AN poi.

Ha conseguito il diploma di Liceo Classico Vittorio Imbriani di Pomigliano d'Arco nel 2004. Ha proseguito gli studi presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", si è dapprima iscritto alla facoltà di Ingegneria, dove ha fondato assieme ad altri studenti l'associazione di studenti di ingegneria "ASSI", poi si è trasferito a giurisprudenza e ha fondato insieme ad altri studenti l'associazione Studenti Giurisprudenza.it nell'anno 2006, nella quale ha ricoperto la carica di Consigliere di Facoltà e di Presidente del Consiglio degli Studenti. Ha lavorato come webmaster.

Carriera politica[modifica
Milita nel Movimento 5 Stelle dal 2007. Nel 2010 si candida come consigliere comunale del suo comune, senza riuscire ad essere eletto, ottenendo 59 preferenze. In seguito alle «parlamentarie» del Movimento 5 Stelle, viene candidato con 189 preferenze ed eletto alla Camera dei Deputati per la circoscrizione Campania 1 al secondo posto nella lista del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche del 2013. Il 21 marzo 2013 è eletto Vicepresidente della Camera dei deputati con 173 voti, diventando a 26 anni la persona più giovane ad aver ricoperto questo ruolo. Dal 7 maggio fa parte anche della XIV commissione, che si occupa delle politiche dell'Unione Europea.


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“ADESSO ENTRIAMO IN GUERRA PER VINCERLA” SAVONA, LANCIA LA SFIDA ALL’EUROPA DEI BUROCRATI AL SERVIZIO DELLE BANCHE

”ABBIAMO LANCIATO IL GUANTO DI SFIDA ALLA VECCHIA EUROPA. ORA DOBBIAMO VINCERE LA GUERRA, PERCHÉ GUERRA SARÀ”. QUESTO HA SCRITTO IL MINISTRO PER GLI AFFARI EUROPEI PAOLO SAVONA A DANIELE LAZZERI (DIRETTORE DE ‘IL NODIO DI GORDIO’) – INSOMMA MATTARELLA LO HA BOCCIATO COME MINISTRO DELL’ECONOMIA MA IL RISULTATO NON CAMBIA: ”CON LA FORTE VOLONTÀ POLITICA” DI SALVINI E DI MAIO ALLA FINE è PASSATA LA MANOVRA ‘SAVONIANA’

Oggi sulla bacheca Facebook di Daniele Lazzeri, direttore del think tank e rivista ”il Nodo di Gordio”, è apparso questo post:
Questa mattina mi ha scritto il Ministro Savona:
“Senza una forte volontà politica non si sarebbe potuto fare nulla. Abbiamo lanciato il guanto di sfida alla vecchia Europa, ora dobbiamo vincere la guerra, perché guerra sarà. Grazie e buon lavoro. Paolo”.

Grande Professore!

OLIVIERO TOSCANI? E’ SUFFICIENTE LEGGERE COSA PENSA DI LUI LA FIGLIA: per capire come un essere così immondo solo i compagni possano celebrarlo ed ascoltarlo come se fosse un oracolo

Olivia Toscani contro il padre Oliviero: «Da lui maltrattamenti psichici, per me è un estraneo»

La figlia maggiore del fotografo: «Non lo vedo da quando avevo 15 anni, imprecava contro la vita stessa mia, di mia sorella e di mia madre, la sua prima moglie. Il riavvicinamento potrebbe avvenire solo con un profondo atto di conversione»

Pubblichiamo la lettera inviata al «Corriere della Sera» da Olivia Toscani, figlia del fotografo Oliviero.
Sono Olivia Toscani, la figlia maggiore di Oliviero Toscani. Scrivo in merito all’articolo (Corriere, 1 dicembre 2017) in cui mio padre è intervistato da Maria Luisa Agnese. Contesto totalmente le parole di mio padre riguardo al suo rapporto con le figlie. Non l’ho più visto dall’età dei miei quindici anni, quando sono andata via dalla nostra casa a Casale Marittimo per i continui maltrattamenti psichici e per i ricatti che costantemente manifestava con violenza e aggressività, sia contro di me, sia contro mia madre, Agneta, la sua prima moglie con cui ha avuto due figlie. Sin dalla separazione dei miei genitori l’ho sempre sentito imprecare contro di noi, bestemmiando, fino ad arrivare al limite inaudito di imprecare contro la nostra vita stessa (noi ancora bambine, ahimè). Il nostro riavvicinamento non sarà mai possibile senza un profondo e sentito atto di amore e conversione. Oggi Oliviero è un estraneo con un grosso debito umano e morale. I miei figli lo conoscono a malapena. I suoi vantati 14 nipoti sono in realtà 11. I miei figli respingono in maniera netta tale impostura. Oliviero non è riuscito a formare una famiglia allargata unita e pacifica come dice lui. I miei figli non possono andare a casa sua e non è mai stato un nonno vero. In definitiva un Non Padre avrebbe potuto recuperare la sua posizione riscattandosi come un Buon Nonno. Ed è già tardi…

"Bravo Luigi, il tuo decreto ridona la dignità ai lavoratori". L'elogio incredibile per Luigi Di Maio

Il decreto che sta sviluppando Luigi di Maio (con Pasquale Tricarico) mirante a tutelare la dignità lavorativa (io direi anche umana) dei cosiddetti riders dovrebbe far riflettere. Il decreto prevede un salario minimo, ferie, niente cottimo e indennità in caso di malattia e maternità. Questo ridare rispetto a tali lavoratori emblema del precariato e della sottomissione al datore di lavoro, dovrebbe far riflettere prima di tutto quella cosiddetta sinistra che negli ultimi decenni ha tutelato gli interessi solo dei forti e non dei deboli. Un tradimento della propria storia, una storia degenerata oggi nel PD che con Renzi ha palesato la propria scelta di campo al fianco dell’élite mondialista. Si è persino inserito il pareggio di bilancio in Costituzione (art. 81) voluto da Monti (sostenuto dal PD)  su imposizione dei burocrati neoliberisti di Bruxelles per non parlare dell’abrogazione dell’art. 18. Dopo la morte di Berlinguer le politiche della “sinistra” hanno colpito duro le fasci deboli molto di più di quanto ha fatto la destra.
Sull’immigrazione la storia è la medesima. Si stracciano le vesti accusando di razzismo il neonato governo, la realtà è che su questi poveri cristi che scappano, si è sviluppato un business disumano. I quasi 5 miliardi che vengono stanziati per “l’accoglienza” fanno comodo a quella rete di interessi che si sta estendendo a dismisura. A guadagnarci sono sempre i soliti. Ovviamente mai si tenta di andare alla radice del problema e comprendere le ragioni delle migrazioni che sovente dipendono da guerre e politiche predatorie dell’Occidente “civilizzato”.
 Il razzismo che è sinonimo di paura e ignoranza va eliminato con politiche repressive ma soprattutto culturali; accusare di razzismo chi cerca la legalità e la verità è da ipocriti. Un’ipocrisia che è percepita sempre di più dagli italiani ed è per questo che quella che si definisce “sinistra” si sta estinguendo come i Panda.

Fonte: https://www.gianlucaferrara.info/2018/06/17/bravo-luigi-il-tuo-decreto-ridona-la-dignita-ai-lavoratori-altro-che-sinistra-ipocrita/

Ecco la strategia del M5s per avere il reddito di cittadinanza, senza inguaiare i conti pubblici

Pasquale Tridico, docente a Roma 3 e indicato da Luigi Di Maio come ministro del Lavoro e del welfare del suo Governo, in un post sul Blog delle stelle spiega perché il reddito di cittadinanza si paga da solo 

Sul Blog delle stelle, organo ufficiale del Movimento 5 stelle, Pasquale Tridico, indicato da Luigi Di Maio come ministro del Lavoro e del welfare del suo Governo, descrive quello che a tutti gli effetti sembra il suo piano per rilanciare il lavoro il Italia. A partire dal reddito di cittadinanza che, sostiene, si finanzierà da solo.  

Dopo circa 15 anni di studi e ricerche sui temi del lavoro, della flessibilità, della produttività e della crescita economica posso dire di aver una idea precisa sul mercato del lavoro e sui problemi della scarsa performance della produttività e del Pil in Italia: alla base del nostro declino economico non ci sono solo le politiche di austerità ma anche la precarizzazione del posto di lavoro.
Secondo Tridico, professore di diritto del lavoro all'Università Roma Tre, la flessibilità è un percorso avviato nel 1997 dal  pacchetto Treu e che ha una storia che lo porta direttamente al Job Act di Renzi: per effetto, il lavoro si è precarizzato e i salari sono fermi al 1993. Il perché, secondo il professore, è semplice: 

"Se il lavoro flessibile costa poco, dato che il lavoratore perde diritti e quote salari, l'impresa rinuncerà agli investimenti ad alto contenuto di capitale, all'innovazione e quindi anche alla formazione di lavoratori qualificati con più alti salari. Verrà azionata la leva della competitività salariale piuttosto che quella della innovazione e del capitale umano costoso e qualificato. Avremo frequenti casi di sotto-mansionamento, e giovani laureati costretti a svolgere lavori meno qualificati con più bassi salari. Avremo anche casi di emigrazione qualificata e "fughe di cervelli" all'estero. A perderci sarà tutto il Paese, impantanato in un contesto produttivo poco dinamico e a basso valore aggiunto. 

Dobbiamo invertire urgentemente la rotta, rimettendo al centro la qualità del posto di lavoro, gli investimenti in settori avanzati, e la formazione continua, spostando più in alto la frontiera tecnologica del sistema produttivo, con particolare attenzione ai settori innovativi e mission-oriented"

Da qui Tridico elenca quelle che ritiene 5 priorità  per rimettere al centro la qualità del posto di lavoro, gli investimenti in settori avanzati e la formazione.

1. Reddito di cittadinanza 

"Il reddito di cittadinanza, che è tecnicamente un reddito minimo condizionato alla formazione e al reinserimento lavorativo [...]  In sintesi il meccanismo è questo: grazie alla nostra misura almeno 1 milione di persone che attualmente non cercano lavoro ma sarebbero disponibili a lavorare (i cosiddetti ‘inattivi’ e scoraggiati) verranno spinti alla ricerca del lavoro attraverso l’iscrizione ai Centri per l’Impiego e andranno così ad aumentare il tasso di partecipazione della forza lavoro", spiega Tridico: "Questo ci permetterà di rivedere al rialzo l’output gap, cioè la distanza tra il Pil potenziale dell’Italia e quello effettivo, perché 1 milione di potenziali lavoratori saranno di nuovo conteggiati nelle statistiche Istat. Se aumenta il Pil potenziale possiamo mantenere lo stesso rapporto deficit/Pil potenziale, cioè il cosiddetto ‘deficit strutturale’, spendendo circa 19 miliardi di euro in più di oggi. Il reddito di cittadinanza costa 17 miliardi complessivi, compresi i 2,1 miliardi per rafforzare i centri per l’impiego, e potrebbe quindi finanziarsi interamente grazie ai suoi effetti sul tasso di partecipazione della forza lavoro".

2. Investimenti dello Stato

"Gli investimenti produttivi dello Stato nei settori a più alto ritorno occupazionale, senza i quali il reddito di cittadinanza sarebbe una misura monca, poiché non potrebbe offrire ai beneficiari il lavoro di qualità che abbiamo in mente. L’idea è di destinare almeno il 34% di questi investimenti nel Sud Italia". Sul lato degli investimenti privati "va ricordata anche la Banca pubblica di investimento, che erogherà credito a tassi agevolati a micro, piccole e medie imprese".

3. Salario minimo orario

In terzo luogo il "salario minimo orario" per "sradicare sfruttamento e precarietà".

4. Patto di Produttività

In quarto luogo un "Patto di Produttività programmato tra lavoratori, governo e imprese", al fine di "rilanciare salari, produttività e investimenti, soprattutto in quei settori in cui decideremo di intervenire selettivamente con la riduzione del cuneo fiscale".

5. Robot

In quinto luogo la sfida della "robotizzazione" che va "gestita politicamente. Il primo passo in questo senso - spiega Tridico - sarà la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, in modo da aumentare l'occupazione e di incentivare la riorganizzazione produttiva delle imprese".

Fonte: https://www.agi.it/economia/reddito_di_cittadinanza_pasquale_tridico-3618021/news/2018-03-12/

NOTIZIA CENSURATA DA TUTTI MA CONTE HA OTTENUTO UNA VITTORIA STRAORDINARIA PER GLI ITALIANI

“La visita di Giuseppe Conte a Washington, a soli due mesi dall’insediamento del nuovo governo, è stata un successo.”
Lo scrivono i 5Stelle sul proprio blog ufficiale.
“Il presidente del Consiglio – spiegano i pentastellati – ha ottenuto da Donald Trump un pieno riconoscimento per il nostro Paese che torna ad essere protagonista a livello internazionale, recupera centralità nel Mediterraneo e capacità di attrarre investimenti”.
Il M5S elenca quindi i 4 risultati ottenuti da Giuseppe Conte nella sua visita a Washington:
1. “Nasce, con l’ok dell’amministrazione americana, una cabina di regia permanente “Italia-Usa” per il Mediterraneo allargato. Questo significa che il nostro Paese diventa l’interlocutore privilegiato degli Stati Uniti in Europa per tutte le più importanti sfide da affrontare, dalla lotta al terrorismo alla gestione dell’immigrazione illegale fino alla complessa partita della stabilizzazione della Libia”.

2. “Il sostegno del Presidente americano alla Conferenza internazionale sulla Libia che il nostro Paese sta organizzando proprio in Italia nel prossimo autunno, con l’obiettivo di coinvolgere tutti i principali protagonisti del processo di stabilizzazione del paese nord africano”.

3. “Il nuovo approccio italiano al fenomeno dell’immigrazione illegale viene indicato da Trump come modello per gli altri leader europei”.

4. “L’appello del Presidente della prima potenza economica mondiale agli investitori: “Vi consiglio di investire in Italia, nazione grandiosa con gente grandiosa”. Questo significa che Trump condivide la politica economica che il nostro governo sta realizzando per rilanciare la crescita e l’occupazione. Un percorso che abbiamo avviato con il decreto dignità e che proseguirà con la riforma fiscale e il reddito di cittadinanza”.

“Tutto ciò rappresenta un riconoscimento importantissimo del cambiamento che abbiamo messo in moto in appena due mesi di governo, risultato che qualche giornale ha provato a mettere in ombra ma inutilmente,” commentano i 5Stelle, secondo i quali “i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.

"Ma Di Maio non era una pippa?". Travaglio asfalta tutti nel suo mostruoso editoriale e incororona Di Maio

Quelli che...
editoriale di Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano 

"Quelli che è fatta. “Grillini ridimensionati, Salvini dietro Berlusconi... per sfangarla domenica e ripartire da lunedì con una certa tranquillità” (Claudio Velardi, Twitter, 1.3). Dormi tranquillo, Vela’.

Quelli che l’Apocalisse. “Dopo sei mesi di un governo 5Stelle-Lega, magari con reddito di cittadinanza e aliquota unica, rischiamo che arrivi il Fondo Monetario” (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 7.2). “Un governo fatto da amministratori inadeguati quali si sono dimostrate le sindache Raggi e Appendino sarebbe una catastrofe” (Corrado Augias, Repubblica, 17.2). “Il polo grillino è affetto da una patologia bipolare sempre più evidente... Lo sgomento di fronte all’ipotesi Di Maio premier non è per me tanto relativo alla sua incompetenza tecnica, quanto al gesto personalissimo dell’aver accettato questa investitura... È il polo chiaramente maniacale... Mi chiedo: ma avrà avuto o avrà almeno una crisi di panico, un momento di vertigine o di angoscia? Glielo auguro” (Massimo Recalcati, Repubblica, 20.2). “Siamo a una svolta... L’Italia è ripartita, ci sono aree del Paese tornate a crescere con forza, ma il miglioramento non è ancora percepito... Da una parte c’è il ritorno al passato con B. e Salvini, dall’altra il salto nel buio con Di Maio. Illudersi che esistano uomini della provvidenza è pericoloso. Il risveglio sarà ancora più amaro e pieno di rancore” (Mario Calabresi, Repubblica, 3.3). “Argine ai grillini. Solo il voto può fermare gli incapaci” (Alessandro Sallusti, il Giornale, 2.3). E niente, è andata così. Come dice Renzi, è tutta colpa degli elettori. Aboliamoli.

Quelli che non cambia niente. “Nessuno mi ha mai mostrato preoccupazione per la possibilità, a cui nessuno crede, che il M5S possa arrivare al governo dell’Italia” (Paolo Gentiloni, Il Foglio, 21.1). “Al momento certe rilevazioni demoscopiche indicano la possibilità di un’Italia divisa in tre: centrodestra al Nord, Pd al Centro, M5S al Sud. Grazie al cielo i pronostici, con una certa frequenza, non colgono nel segno” (Angelo Panebianco, Corriere della Sera, 28.2). “Questo Paese non apprezza gli estremisti, mai: non si consegnerà al leghismo, non si consegnerà al grillismo” (Matteo Renzi, Repubblica, 9.2). Dài, ragazzi, non è successo nulla.

Quelli che portano buono/1. “Facciamo come la Germania. La campagna elettorale è deludente, ma il suo esito prevedibile. Possiamo passare 5 mesi a fare una Grande coalizione... e Marco Travaglio lo chiudiamo in gattabuia” (Giuliano Ferrara, Il Foglio, 9.2).

“Domenica voterò Gentiloni e la Emma” (Ferrara, ibidem, 27.2). Diciamo la verità: dopo il bacio della morte di Ferrara, non ce la poteva fare nemmeno Churchill. Figurarsi il Pd e la Emma.

Quelli che portano buono/2. “Il partito del premier Gentiloni potrebbe ottenere un buon risultato, sorretto dall’alleanza con Bonino e con Casini... Gentiloni avrebbe la facoltà di cambiare alcuni ministri, mantenendo... Minniti, Calenda e Franceschini. Renzi avrebbe ancora la guida del suo partito, che potrebbe rafforzare nominando presidente Veltroni... La nuova legislatura durerebbe fino al 2023” (Eugenio Scalfari, la Repubblica, 4.3). Matteo e Paolo gliel’avevan chiesto in ginocchio: “Eugenio, pietà, attaccaci almeno una volta”. Ma lui niente.

Quelli che portano buono/3. “Ho come l’impressione che Grillo, con Dibba, si stia preparando ad arrivare al 5 marzo nella posizione di chi potrà dire: scusate, Di Maio chi?” (rag. Claudio Cerasa, il Foglio, 25.1). “Un movimento nato per sostituire la democrazia rappresentativa che non sa tenere in vita un albero di Natale, che non sa organizzare una votazione online e che non sa cercare nemmeno i nomi dei candidati su Google. Non fermatevi, vi prego” (rag. Cerasa, 30.1). “Siamo pronti a tutto, ma il governo Travaglio-Paragone-Davigo-Salvini anche no, grazie” (rag. Cerasa, 27.2). “Il mostro da evitare il 4 marzo. Salvini e Di Maio… Un mostro atroce e pericoloso” (rag. Cerasa, 3.3). “Solo le larghe intese ci possono salvare da un pericoloso governicchio sfascista” (rag. Cerasa, 4.3). Ormai, quando incontrano il rag. Cerasa, i gatti neri si grattano.

Quelli che Di Maio è una pippa. “Esplosivo: i 5Stelle crollano sotto il 15%” (Giuseppe Turani, Uomini e Business, 5.1). “Il 4 marzo il M5S può implodere” (Matteo Renzi, Il Foglio, 30.1). “Impresentabili, ricorsi e dimissioni è caos M5S” (Messaggero, 3.2). “Senza Grillo, M5S nel caos” (Repubblica, 3.2). “Pd e M5S ai minimi. Grillo arretra” (Repubblica, 4.2). “Alle primarie M5S non vota nessuno” (Libero, 5.2). “Caso rimborsi, fuga da M5S” (Messaggero, 14.2). “È come se Di Maio si stesse consumando e per lui fosse iniziato il conto alla rovescia verso una vittoria che lo seppellirà... Rimpicciolisce nella solitudine, abbandonato da Grillo, Casaleggio e Di Battista” (F. Merlo, Repubblica, 24.2). “Grillo è scappato vergognandosi come un ladro” (Paolo Guzzanti, il Giornale, 3.3). “Ma vaffa... Più tecnici con Di Maio che con Monti. Grillo: sono disperato” (Libero, 2.3). Ancora piange.

Quelli che B. è grande. “Brunetta: ‘Arriviamo al 51%” (Libero, 16.10). “Tra Di Maio e Berlusconi scelgo Berlusconi” (Eugenio Scalfari, Dimartedì, 22.11). “Berlusconi accelera e fissa l’obiettivo: ‘FI al 30%’” (il Giornale, 7.12). “Senato, centrodestra verso la maggioranza assoluta” (La Stampa, 6.1). “Berlusconi accarezza l’idea del Colle nel 2022” (Repubblica, 20.2). “Berlusconi, un anno per fare il premier” (il Giornale, 28.2). “Silvio non si ferma più” (Libero, 26.2). “Sul web Berlusconi ha già vinto: Internet parla solo di lui” (Libero, 1.3). “Napoli acclama Berlusconi: ‘Basta tasse, ora salvaci tu’” (il Giornale, 4.3). Gli sia lieve la terra. Una prece.

Quelli che Renzi c’è. “Centrodestra lieve calo, il Pd recupera” (Messaggero, 26.1). “Renzi vuole recuperare il 2-3%: ‘Tè e aperitivi, convincete la gente’” (Corriere, 6.2). “Renzi, la carta antifascista per recuperare a sinistra” (Messaggero, 16.2). “Noi sopra il M5S” (Gentiloni, Corriere, 2.3). “Matteo ora fa squadra, la Lombardia darà sorprese” (Giorgio Gori, 3.3). Non fiori, ma opere di bene.

Quello che arrivo uno. “Nei collegi Grillo non toccherà palla. Col 40% riuscirò a evitare le larghe intese” (Renzi, 17.10). “Renzi euforico per i sondaggi vuole una coalizione light” (La Stampa, 9.11). “Una coalizione ci sarà e varrà almeno il 30%” (Renzi, 10.11). “L’ottimismo di Renzi carica i democratici: ‘A Torino si può vincere quasi ovunque’” (Repubblica, 26.2). “Non posso dire in quale, ma il Pd è primo in un ramo del Parlamento: siamo a un passo dalla maggioranza assoluta, non credete a chi dice cose diverse” (Renzi, 27.2). “Siamo ancora in corsa come primo partito” (Renzi, 27.2). “Comunque vada, sarò segretario fino al 2021. All’opposizione ci andrai tu, Di Maio, principe degli impresentabili! Grillo, ci fai schifo!” (Renzi, 2.3). Nostradamus gli fa una pippa.

Quelli che Emma Superstar. “Bonino porta voti, Renzi se lo ricordi e trovi un’intesa” (Michele Serra, Il Venerdì, 26.1). “Gara di testimonial per lanciare Bonino. La sfida è superare il 3%. Da Calenda a Gentiloni. E arriva Staino: ‘Compagni delusi dal Pd, votate Emma’” (La Stampa, 4.2). “La campagna (indomita) di Emma” (Corriere, 11.2). “Voci di un’offerta di premierato da B. a Bonino” (La Stampa, 25.2). “Bonino guida del Senato. Il nuovo piano di FI” (Corriere, 26.2). “La Bonino è di sinistra” (Emanuele Macaluso, Il Dubbio, 28.2). Da quando all’Europarlamento stava con Le Pen. Non Marine: Jean-Marie.

Quelli che Gentiloni resta. “Prodi spinge Gentiloni: ‘Il centrosinistra è lui’” (Repubblica, 18.2). “Anche Napolitano tifa Gentiloni: ‘È essenziale per la stabilità’” (Repubblica, 22.2). “Con Gentiloni in squadra possiamo fare la differenza” (Maurizio Martina, 22.2). “Mattarella sa come assicurare la governabilità affidando a Gentiloni un governo di ordinaria amministrazione che andrà avanti sei mesi o anche di più” (Scalfari, Repubblica, 25.2). “Renzi-Gentiloni, sprint unitario: ‘Nel Pd tanti possibili premier’” (Repubblica, 28.2). Peccato, tanto bendidio alle ortiche.

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