La decisione è stata presa durante le riunioni dell’ufficio di presidenza dello scorso mese di febbraio, ma è stata pubblicata solo dopo Pasqua. Laura Boldrini anche se come presidente della Camera è agli sgoccioli di questa legislatura (con le primarie Pd è sempre più probabile un voto dopo l’estate), ha deciso di procedere a nuove assunzioni di staff, rinnovare contratti a tempo indeterminato in scadenza e stabilito perfino nuove regole per cui chi verrà si troverà in forza oltre 50 dipendenti senza poterli scegliere. In due diversi uffici di presidenza è stato infatti deciso di rinnovare per tre anni (più altri tre possibili) i contratti a termine dell’ufficio stampa, ma soprattutto di procedere a due ulteriori assunzioni in quel settore, perché a dire della Boldrini e del suo capo ufficio stampa, Stefano Menichini, mancherebbero nell’organico attuale le competenze che invece servirebbero.
Secondo loro non c’è nessuno davvero esperto di social network e nessuno che abbia esperienza nel settore video, che per altro sarebbe strettamente connesso con il primo. Nella delibera dell’ufficio di presidenza si è così autorizzata anche a pochi mesi dalla fine la ricerca con selezione competitiva di due nuovi assunti all’ufficio stampa «con competenze nuove in ordine all'utilizzo degli strumenti digitali e alla produzione di materiali audiovisivi». Non è stata presa in considerazione l’ipotesi di rivolgersi ad agenzie esterne o di semplici rapporti di collaborazioni ad esempio con quei giovani hacker che la Camera aveva invitato un week end al suo interno per inventare applicazioni che fossero utili all’istituzione (i poveretti avrebbero dovuto pure ricevere un premio per la migliore idea, ma poi la Camera, che li aveva usati come fiore all’occhiello, se li è dimenticati del tutto).
Come ai bei vecchi tempi a dispetto di mille parole la terza istituzione dello Stato si è trasformata in una sorta di assumificio diretto o indiretto. Lo si è capito qualche settimana dopo durante un ulteriore ufficio di presidenza in cui all’improvviso sono cambiate le regole per le assunzioni nei gruppi parlamentari di personale compreso in un elenco particolare (l’allegato B) che vincola tutti. La questione qui è antica. Da lustri la Camera dei deputati ha organici paralleli e un pizzico nascosti: i dipendenti dei gruppi parlamentari. Entrati tutti a lavorare nel palazzo per motivi squisitamente politici, in gran parte sono con contratti a tempo determinato e fiduciario rinnovati ogni legislatura fin dagli albori della prima Repubblica. Scelti all’epoca da questo o quel notabile Dc, Psi, Pci, e di altri partiti minori del tutto scomparsi, si sono visti rinnovare quei contratti diventando di fatto dipendenti a tempo indeterminato di legislatura in legislatura. Quando con Tangentopoli crollò la prima Repubblica, nacque la seconda e sparirono gran parte dei partiti tradizionali, qualche buon cuore pensò a loro. Fu creata così una sorta di corsia preferenziale a loro dedicata per le assunzioni di legislatura in legislatura. I loro nomi finirono in questo elenco speciale - l’allegato B - che fu vincolato ai finanziamenti pubblici a questo o quel gruppo parlamentare. Il sistema funziona così: tu partito x avresti diritto per il numero dei tuoi onorevoli a un milione di euro. Puoi assumere anche dei collaboratori di fiducia con quei soldi, ma guarda che uno ogni sei deve essere preso da questo allegato B.
Un obbligo che sulla carta è aggirabile, ma perdendo una bella quota percentuale di quel milione a cui avresti diritto. Di fatto quell’elenco impone ai nuovi gruppi l’assunzione, perché se la si evita vengono tagliate proprio le risorse necessarie ad assumere un altro collaboratore più di fiducia. Quando iniziò nel 2013 la legislatura, si decise di mettere fine gradualmente a queste assunzioni politiche imposte, che per altro trasformavano impropriamente contratti td in contratti tempo indeterminato. Fu stabilito che dalla prossima volta l’obbligo di assunzione da quell’elenco sarebbe stato per un dipendente ogni 12 deputati, con il risultato che in carico avrebbero dovuto tutti insieme prendersene 53 invece degli attuali 111. La Boldrini però ha il cuore grande e proprio alla fine ha deciso insieme alla maggioranza dell’ufficio di presidenza di cancellare quella novità, rinviandola non alla prossima legislatura, ma a quella dopo ancora. Così il posto di lavoro sarà garantito di nuovo a 111 vecchi collaboratori di mille partiti inseriti in quell’allegato B, salvandone 58 più di quel che era stato deciso.
Un obbligo che sulla carta è aggirabile, ma perdendo una bella quota percentuale di quel milione a cui avresti diritto. Di fatto quell’elenco impone ai nuovi gruppi l’assunzione, perché se la si evita vengono tagliate proprio le risorse necessarie ad assumere un altro collaboratore più di fiducia. Quando iniziò nel 2013 la legislatura, si decise di mettere fine gradualmente a queste assunzioni politiche imposte, che per altro trasformavano impropriamente contratti td in contratti tempo indeterminato. Fu stabilito che dalla prossima volta l’obbligo di assunzione da quell’elenco sarebbe stato per un dipendente ogni 12 deputati, con il risultato che in carico avrebbero dovuto tutti insieme prendersene 53 invece degli attuali 111. La Boldrini però ha il cuore grande e proprio alla fine ha deciso insieme alla maggioranza dell’ufficio di presidenza di cancellare quella novità, rinviandola non alla prossima legislatura, ma a quella dopo ancora. Così il posto di lavoro sarà garantito di nuovo a 111 vecchi collaboratori di mille partiti inseriti in quell’allegato B, salvandone 58 più di quel che era stato deciso.
di Franco Bechis
Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/12373164/laura-boldrini-assume-altri-esperti-web-sprechi-camera.html
Ma serve davvero tutta questa gente che paghiamo noi?
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