martedì 30 maggio 2017

SVELATA LA PORCATA DI RENZI: VOGLIAMO QUESTO POST IN TUTTI I DIARI D'ITALIA:MASSIMA CONDIVISIONE!

Di emendamenti si campa.
Tutto quello che il governo non è riuscito a far passare nei mesi e negli anni passati lo sta inserendo nella “manovrina”.
Così hanno aumentato la reversibilità del vitalizio del 20 per cento per moglie e figli degli onorevoli, hanno ripristinato il diritto al doppio incarico per 143mila politici locali, sempre a colpi di emendamento, si vogliono reintrodurre i voucher.
nuovi voucher, però, sono una “frode” secondo la costituzionalista Roberta Calvano, la quale in un video pubblicato su Facebook dal Comitato per la Democrazia Costituzionale spiega:
“Quanto è avvenuto a seguito dell’ordinanza dell’Ufficio Centrale per il Referendum, che aveva dichiarato la sospensione della procedura referendaria perché i cosiddetti voucher erano stati abrogati, è un episodio che possiamo ritenere in frode all’articolo 75 della Costituzione che disciplina il referendum abrogativo”.
Cioè, prosegue la Calvano: “A procedimento referendario ormai avviato, superata la fase dei controlli, viene prima abrogata la disciplina su cui verteva il quesito referendario; l’ufficio centrale dichiara la cessazione delle operazioni referendarie, e solo allora, oggi, il legislatore reintroduce una disciplina largamente riproduttiva di quella che doveva essere il referendum, ormai sospeso”.
Questo, aggiunge la professoressa, è “da ritenere, probabilmente in contrasto col tentativo di aggirare l’articolo 75 della Costituzione”.
Ci sono precedenti che danno solidità a questa chiesi, domanda l’intervistatore alla costituzionalista, che replica:
“Precedenti di questa gravità no, però si era verificato nel 1978 che si ponesse proprio il problema dell’intervento del legislatore per evitare la consultazione referendaria interveniva a modificare la disciplina. A seguito di questo intervento fu sollevato dal comitato promotore un conflitto di attribuzione, e la corte sollevò davanti a se stessa la questione di costituzionalità proprio della legge che disciplina il referendum. Perché la legge che disciplina il referendum, l’articolo 39 della legge 352 del ’70, prevede appunto che se il legislatore interviene nella norma su cui verte il quesito il referendum non si tenga più.
La corte, sapientemente, introdusse in quella occasione un principio in base al quale se l’intervento legislativo è un intervento non veramente abrogativo, ma un intervento volto ad aggirare la consultazione referendaria, allora in quel caso non si debba tenere lo stesso.
Guarda il video:



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