lunedì 6 giugno 2016

ULTIM'ORA CLAMOROSA: riguarda Renzie il PD, nessuno ne parla. Guardate cos'è saltato fuori

Elezioni comunali, ora Renzi non sta più sereno

 

Il Pd romano perde 70mila voti. La renziana Valente fuori dai giochi, Mister Expo in affanno. Pure Torino e Bologna in difficoltà

"Non sono soddisfatto, il Pd ha problemi". È questa la fotografia "a caldo" che, in tarda mattinata, il premier Matteo Renzi ha fatto di un voto che ha visto il Pd patire oltre le attese e subire, a Torino ma soprattutto a Roma, l'exploit dei Cinque Stelle.

A Milano, poi, Giuseppe Sala la spunta di un soffio sul candidato unitario del centrodestra Stefano Parisi. I due, il 19 giugno, partiranno di fatto alla pari.Sulla frenata del Pd festeggiano i grillini nel day after del voto: volano Virginia Raggi nella Capitale (al 35,3%) e sono il primo partito nel capoluogo piemontese, dove la candidata Chiara Appendino (al 30,9%) tenterà un difficile recupero sul sindaco uscente Piero Fassino (41,8%). Anche se non bisogna dimenticare che il M5S ha presentato propri candidati solo in 252 comuni sui 1.340 andati al voto, che ha vinto solo 3 comuni e andrà al ballottaggio in appena 3 città capoluogo. Un buon risultato, ma non certo una affermazione "storica".
Di certo, a pochi mesi dal referendum sulle riforme costituzionali, è Renzi a non poter star sereno. Sebbene il risultato di tutte le grandi città sia rimandato di due settimane (fa eccezione solo Cagliari dove si impone l'ex arancione Massimo Zedda), il risultato di questa tornata elettorale non può non mettere in allarme il premier. La convinzione di potersela giocare al ballottaggio in molte città non è abbastanza. Per Roberto Giachetti i dieci punti di distanza dalla Raggi sono un po' troppi da riuscire a colmare in appena due settimane. In appena tre anni i Cinque Stelle hanno triplicato i voti, mentre il Pd ne ha persi 70mila. Certo, il candidato dem ci proverà. "Il 17% del Pd è comunque un risultato importate rispetto a come stavamo qualche mese fa - dice Giachetti- sarebbe ingiusto attribuirlo a Renzi". Ma è stato lo stesso premier a incentrare su di sé il voto. E ora la partita è diventata un test per il governo.
"Gli italiani hanno votato su una proposta amministrativa, non ci sarà un'influenza sul referendum costituzionale, sono due partite diverse", si fionda Renzi ad assicurare, dicendosi certo che il voto di protesta emerso alle Comunali a ottobre "non potrà che votare sì" alla riforme. In realtà, i candidati marcatamente renziani hanno fatto molto peggio degli altri. Lo dimostra Sala a Milano che, nonostante il volano di Expo e di Palazzo Chigi, non è riuscito a sfondare. Anzi. In soli quattro mesi Parisi ha consolidato il proprio elettorato, anche grazie al 20% di Forza Italia. Tanto che la coalizione si aggiudica cinque municipi cittadini su nove. Fino ad oggi erano tutti governati dalla sinistra. Per Renzi è la prova tangibile che quando il centrodestra marcia compatto vince.
Oltre al capoluogo lombardo, infatti, il centrodestra va a segno con Gianni Lettieri in una Napoli che vede Luigi De Magistris confermarsi su percentuali alte e il Pd inciampare in una vera e propria débâcle. Per Renzi è "il risultato peggiore". Tanto da avanzare la proposta di una "soluzione commissariale molto forte". Perché a Napoli, come a Milano, a perdere è un candidato renziano: Valeria Valente non va oltre il 21%. A Bologna, invece, il centrodestra proverà a giocarsela con la leghista Lucia Borgonzoni (al 22,3%). Toccherà a lei scalzare il sindaco uscente piddì Virginio Merola (al 39,5%). A Trieste, infine, il candidato di centrodestra Roberto Dipiazza (al 40,8%) ha già consegnato l'avviso di sfratto al sindaco uscente Roberto Cosolini (29,2%).
Al Nazareno tutti questi ballottaggi hanno fatto venire ben altri incubi. "Per mesi ci è stato spiegato che l'Italicum era ed è una legge elettorale perfetta, tagliata su misura per il nostro sistema e per garantire la governabilità - commenta Gianni Cuperlo della minoranza - forse, anche alla luce di una realtà dell'offerta politica costruita su tre poli, qualcuno si porrà la domanda sull'ipotesi concreta che a un ballottaggio eventuale possano approdare il M5S e una destra ricompattata come a Milano?". Anche perché Renzi non può più essere così certo che le politiche si terranno nel 2018. A ottobre il referendum sul ddl Boschi può, infatti, accelerare la pratica.

FONTE:  http://www.ilgiornale.it/news/politica/elezioni-comunali-ora-renzi-non-sta-pi-sereno-1268331.html

9 commenti:

  1. Ma se l'ha detto lui stesso che non é soddisfatto dei risultati. Dov'é la notiziona? Ma poi a Milano i 5 stelle non hanno fatto flop? e a Napoli?

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  2. Ma se l'ha detto lui stesso che non é soddisfatto dei risultati. Dov'é la notiziona? Ma poi a Milano i 5 stelle non hanno fatto flop? e a Napoli?

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  3. Confido in una caduta dei poteri forti Renzi compreso anche se ancora milioni di italiani lo hanno votato. Confido in un TRIONFO dei 5stelle a Roma e mi auguro anche a Torino.

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