Il neosindaco di Torino: “Una volta al mese faremo la giunta su Facebook e un giorno alla settimana riceverò i cittadini. Dobbiamo ripartire dalle periferie dobbiamo occuparci degli esclusi. Voglio dialogare con tutti e voglio riunire le due città oggi divise…”
Stefano Zurlo per “il Giornale”
Le bandiere No Tav e lo spoil system. Chiara Appendino di lotta e di governo. La guerra all' alta velocità, palestra dei Cinque stelle piemontesi, e le mani sul nocciolo del potere, su quel sistema fassiniano saltato nelle urne come un tappo di champagne.
Nella notte, dopo il trionfo e l' umiliazione del sindaco uscente, Piazza Castello, il cuore della città, è un tripudio di bandiere No Tav e a Palazzo Civico risuonano gli slogan di sempre: «Giù le mani dalla Valsusa».
Al mattino la vincitrice torna in municipio e davanti ai giornalisti comincia a graffiare ma, quando serve, frena, sfuma, vira. Sciabola e fioretto da subito, tenuti insieme da un sorriso d' ordinanza e dal piglio manageriale. Grillo sembra lontano anni luce e, a dirla tutta, non paiono suoi compagni di viaggio nemmeno quei ragazzi col look da centro sociale e con orecchino d' ordinanza annesso, che hanno riempito il centro, a piedi o in bicicletta, dopo la notizia del ko fassiniano.
Lei va dritta per la sua strada: «Porterò nelle istituzioni le ragioni dei No Tav. Però - aggiunge subito - il sindaco non ha poteri in questo campo e io voglio dialogare con tutti e voglio riunire le due città oggi divise». Nuovo sorriso. Avvolgente. Ecumenismo in salsa sabauda. Toni rassicuranti e concilianti. Garbo e stile. Per essere all' esordio, Appendino ha un controllo di sé strepitoso: la ragione domina sui sentimenti.
E con una certa freddezza fa partire la prima stoccata: le chiedono se Francesco Profumo e Paolo Peveraro debbano dimettersi dai vertici della Compagnia di San Paolo, primo azionista del gruppo Intesa e di Iren, la multiutility che offre servizi alla città. «Io credo - è la replica asciutta - che quelli che fra l' altro si sono alzati lo stipendio debbano fare un passo indietro».
Il riferimento obbligato è a Profumo, l' ex ministro del governo Monti che alla vigilia dei ballottaggi, in un clima tesissimo, ha avuto la sciagurata idea di innaffiare con 400mila euro il budget che copre rimborsi spese, gettoni e quant' altro.
Una mossa che molti hanno letto come un atto di arroganza e che segue a un altro gesto sciagurato dell' ultimo Fassino: le nomine di Profumo e Peveraro, ex vicepresidente della Regione ai tempi della piddina Mercedes Bresso, e l' occupazione manu militari di due caselle pesanti a maggio, ormai in vista delle elezioni. Appendino e i Cinque stelle, felicissimi per quel clamoroso infortunio.
Avevano sfruttato l' assist gridando allo scandalo. Ora lei ha gioco facile: «Introdurremo il semestre bianco. Negli ultimi 180 giorni del suo mandato Appendino non potrà nominare nessuno. In ogni caso sceglieremo applicando i criteri della trasparenza e della meritocrazia». Intanto, i due target possono serenamente preparare le valigie.
La Fondazione, che ha in pancia il 9 per cento di Intesa, eroga ogni anno qualcosa come 50 milioni, destinati all' arte, alla cultura, allo sport. È insomma, specie di questi tempi, uno strumento di consenso straordinario. E Iren che prima, in un sistema di porte girevoli, era guidata proprio da Profumo, è un colosso che spazia da Reggio Emilia a Genova e Torino e ha fornito alla città la nuova illuminazione a led e il teleriscaldamento.
Un pizzico di sogno, una spruzzata di demagogia e molto pragmatismo. Appendino omaggia il popolo sovrano e i sacri dogmi del Movimento: «Una volta al mese faremo la giunta su Facebook e un giorno alla settimana riceverò i cittadini». «Dobbiamo ripartire dalle periferie - annuncia quindi il neo sindaco - e dobbiamo occuparci degli esclusi».
Ma quando le piove addosso la domanda sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia grillino, lei la schiva così: «Non riguarda il Comune, ma certo con Virginia Raggi farò pressioni sul capo del governo perché intervenga e lo stesso farò con il presidente della Regione Sergio Chiamparino che ha allo studio alcune misure». Per oggi può bastare. Il futuro però è un tantino più complicato.
per il sindaco Appendino si rende necessario chiedersi, quanti dirigenti inutili e quali quelli dannosi.. continua http://www.montemesolaonline.it/capo-stupido.html
RispondiEliminaCHIARA... CIRCONDATI DALLE PERSONE CHE TI FIDI... MA STAI SEMPRE IN GUARDIA DAI GIUDA....E BUTTA FUORI I DIRIGENTI CHE IN QUESTI ANNI HANNO ROVINATO LA NOSTRA BELLA TORINO.... IN BOCCA AL LUPO E INFORMA I CITTADINI ITALIANI DI QUELLO CHE UN SINDACO A 5 STELLE PUO FARE NELLA CITTA' CHE AMMINISTRA .
RispondiEliminaTi stimo molto sindaco Chiara.
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