venerdì 10 giugno 2016

CLAMOROSO! Il giudice si schiera con la Gabanelli: occhio, adesso sono guai per il parassita



Aveva querelato la trasmissione Report per diffamazione e ora, per il medesimo caso, finirà sul banco degli imputati. Succede al sindaco di Verona, Flavio Tosi: nei suoi confronti il tribunale ha decretato un’imputazione coatta, accusandolo di calunnia nei confronti del giornalista dello staff Gabanelli che lui stesso aveva accusato. Per il giornalista il procedimento è stato invece archiviato, e ora, in base alla disposizione del giudice, la Procura dovrà procedere con una richiesta di rinvio a giudizio che raramente, in questo tipo di azioni giudiziarie, si conclude con una archiviazione.
I fatti risalgono all’aprile del 2014, quando Report mandò in onda una puntata dedicata all’amministrazione Tosi. Ad occuparsi del servizio era stato Sigfrido Ranucci, uno dei giornalisti più in vista del programma di Rai3. Il quale, inviato a Verona per raccogliere informazioni sul sindaco, aveva contattato diversi leghisti ed ex leghisti per utilizzarli come fonti. In particolare Ranucci era alla ricerca di un presunto video hard, la cui esistenza non è mai stata provata, dai contenuti imbarazzanti per Tosi che, secondo dicerie, qualcuno avrebbe usato per etero-dirigere l’azione amministrativa dell’ex leghista.
E proprio su questo “fantomatico” video si basa la vicenda giudiziaria. Venuto a sapere che il giornalista lo stava cercando, il sindaco si era accordato con un ex leghista, il cantautore Sergio Borsato, il quale aveva finto di essere in possesso del video e lo aveva proposto a Ranucci dietro compenso, ottenendo la fiducia del giornalista che si era dimostrato interessato all’acquisto. Secondo Milena Gabanelli si era trattato di un interesse simulato «per stare al gioco», ma durante le trattative Ranucci era stato registrato e Tosi aveva poi inviato le registrazioni in Procura, accusandolo di tentato dossieraggio e di «utilizzare in modo illecito i fondi Rai», per «comprare notizie» e ricostruire circostanze non vere. Tosi aveva querelato Report ancor prima della messa in onda del servizio e non era stato il solo a sentirsi diffamato: in tutto le querele contro la puntata dedicata a Verona sono state undici. Nessuna però è stata confermata: quattro erano già state archiviate a Padova e Venezia qualche tempo fa e ieri il giudice per le indagini preliminari di Verona ha archiviato anche le rimanenti. Ma non si è fermato lì. Ribaltando l’accusa, il giudice ha deciso di mandare Tosi a processo, in quanto, sempre secondo il giudice, la querela da lui depositata «integra una calunnia» nei confronti del giornalista. Da qui l’imputazione coatta del primo cittadino.

2 commenti:

  1. Meno male,complimenti alla Gabbanelli, quando si dice la verita'in genere si ha ragione.

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  2. L'importanete è non pagare il canone in modo da non pagare la Cialtronelli. Seconda faccia di una stessa medaglia di parassiti! La Rai è pagata dalla politica. Fa ridere il fatto che tenti di censurarla. O metafore-Bersani è meglio di Tosi?

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