QUESTIONE AMORALE – CATTEDRE UNIVERSITARIE E MONTE DEI PASCHI DI SIENA, POLITICA IN BASILICATA, ‘FEUDI’ FAMILIARI IN SARDEGNA: C’È DI TUTTO NELLA CARRIERA DI ALDO BERLINGUER, NIPOTE DI ENRICO, FIGLIO DI LUIGI E ASSESSORE PD. ORA C’È ANCHE UNA CONDANNA DELLA CORTE DEI CONTI A RISARCIRE 819MILA EURO PER ESSERSI PAGATO UNA VILLA CON SOLDI PUBBLICI
Secondo la magistratura contabile Aldo Berlinguer avrebbe «posto in essere una serie di atti per avvantaggiarsi illecitamente delle erogazioni pubbliche determinando un totale sviamento dalle finalità pubblicistiche previste». Finanziamenti da Mps, case intestate, fondi pubblici sprecati. E la sua poltrona con Pittella, balla…
Sandro Iacometti per ”Libero Quotidiano”
«Ideatore e filo conduttore di una vicenda illecita» sfociata «nella indebita erogazione di un finanziamento ministeriale». Solo un paio di giorni fa il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, rievocava la figura di Enrico Berlinguer per denunciare «l’ esistenza nel Paese di una irrisolta questione morale». Il riferimento era all’ inchiesta sulla presunta cricca di Raffaele Pizza. Il caso, però, ha voluto che negli stessi giorni dalla Corte dei Conti della Toscana emergesse l’ ennesima storia di malaffare dove i soggetti chiamati in causa, ironia della sorte, si chiamano Siena, Mps e persino Berlinguer. Non Enrico, ovviamente, ma il suo discendente Aldo (figlio del più noto Luigi, ex ministro della Pubblica istruzione).
È lui, 47 anni, senese, professore ordinario di diritto comparato all’ Università di Cagliari dal 2005, ex consigliere dell’ Aeroporto di Siena, di Mps Gestione Crediti, di Banca Antonveneta e attuale assessore Pd alle opere pubbliche, ambiente e territorio della Basilicata, ad essere finito nel mirino del viceprocuratore regionale della Corte dei Conti, Stefano Castiglione, per un danno all’ erario quantificato in 819mila euro. Secondo la magistratura contabile Aldo Berlinguer avrebbe «posto in essere una serie di atti per avvantaggiarsi illecitamente delle erogazioni pubbliche determinando un totale sviamento dalle finalità pubblicistiche previste»
La vicenda riguarda un finanziamento ministeriale chiesto dalla Slc Service in base alla legge 488 del 1992, una norma finalizzata a sostenere lo sviluppo nelle aree depresse. L’ area in questione era l’ elegante Villa Atzeri, sita a Cagliari in via San Saturnino 7. Lì, dopo la ristrutturazione dell’ immobile e un ampliamento della società, si sarebbe dovuta trasferire la Slc, amministrata da Berlinguer e dal suo legale rappresentante Marco Grozzini, pure lui condannato dalla Corte a restituire i fondi.
Peccato che la società, scrivono i magistrati, non solo non si è mai trasferita, ma neanche è «mai entrata in attività, né tantomeno ha assunto 22 dipendenti». I soldi, però, sono stati erogati, in tre tranche tra il 2005 e il 2008, con la pratica di finanziamento istruita da Mps.
Neanche i 700 milioni di soldi privati previsti dall’ operazione sembra siano mai usciti dalle casse della Slc.
L’ unico esborso,stando a quanto si legge nella sentenza della Corte dei Conti, sarebbe stato quello di 75mila euro, «un corrispettivo sostanzialmente irrisorio» con cui Berlinguer è diventato proprietario «del piano nobile di 8,5 vani della palazzina». Un acquisto che ha permesso ai magistrati contabili di individuare nel docente senese «il principale beneficiario dell’ illecita operazione».
Non solo, secondo la Corte, all’ esito di «operazione articolate» Berlinguer aveva «acquisito la titolarità degli immobili siti al terzo, quarto e quinto piano di Villa Atzeri, la cui ristrutturazione era avvenuta con risorse altrui». Il professore e Grozzini dovranno adesso restituire al ministero dello Sviluppo economico gli 819mila euro. Ma non ci saranno altre implicazioni. La Corte ha infatti dichiarato la propria incompetenza giurisdizionale sugli altri soggetti coinvolti, principalmente costruttori e società edili. Mentre l’ inchiesta penale del Tribunale di Siena, seppure senza proscioglimento nel merito, è stata archiviata il 29 ottobre 2015 per l’ intervenuta prescrizione del reato di «truffa aggravata per conseguire erogazioni pubbliche». Resta da vedere se ci saranno ripercussioni politiche.
L’ esplosione dell’ inchiesta sulle estrazioni petrolifere in Basilicata ha più volte acceso i riflettori sul suo incarico così distante da Siena e dalle sue competenze. Qualche giorno fa Berlinguer (insieme ad altri due assessori “tecnici”) ha rimesso il suo mandato, ma il governatore Pittella lo ha pregato di restare al suo posto. Almeno finché non si troverà la quadra sul nuovo esecutivo. La grana con l’ erario potrebbe ora accelerare i tempi.
Maledetto, tuo nonno non vorrei sbagliare ma era un po' più onesto.
RispondiEliminaIncommentabile. Ora,essendo andato in prescrizione si troverà una buona anima che chiuderà la pratica con l'abbuono di uno zero, 80.000 anziché 800.000.
RispondiEliminaBastardo tu e tutto il pd
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