MILANO - Deluso dal Pd? "Credo di far parte di un club molto nutrito, il Pd sa quanto ha deluso i suoi elettori". A dirlo è il rocker Luciano Ligabue, che continua: "Hanno tradito i valori della sinistra, non li voterò piu'"
Fonte: TermometroPolitico
(video di repertorio)
martedì 28 febbraio 2017
CI AMMAZZERANNO CON NUOVE TASSE SULLA CASA! L’EUROPA ORDINA, PADOAN OBBEDISCE COME UN CAGNOLINO
L’Italia deve trovare, entro mercoledì prossimo, 3,4 miliardi di euro per non far scattare la temutissima procedura d’infrazione a Bruxelles. È il risultato di un paio di manovre, quelle targate Renzi, particolarmente generose in mance e mancette. Ora i nodi vengono al pettine: debito esploso, crescita quasi a zero. E un’unica soluzione possibile, suggerita dalla stessa Unione europea: tassare i consumi e la rendita.
Tradotto, come ricorda Il Giornale: si rischia l’aumento dell’Iva (già uno spauracchio per il 2018) e una rimodulazione delle asse sulla casa. L’imposta sul consumo, tra le ipotesi avanzate dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in linea con l’Europa, è stata respinta con forza sia da Matteo Renzi sia dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Anticipare l’aumento di qualche mese, sottolinea ancora Il Giornale, farebbe incassare poco quest’anno e avrebbe come risultato negativo quello di abbattere i consumi anche nel 2018. Occhio allora alle altre strade: l’aumento delle accise e di quella che lo stesso rapporto Ue chiama “l’imposta patrimoniale sulla prima casa”, Imu e Tasi eliminate da Renzi sull’abitazione principale. Una via percorribile sarebbe quella di reintrodurre la tassa sulla prima casa o, come minimo, rimodulare in modo progressivo quella sulle seconde.
Fonte: LIBERO
Tradotto, come ricorda Il Giornale: si rischia l’aumento dell’Iva (già uno spauracchio per il 2018) e una rimodulazione delle asse sulla casa. L’imposta sul consumo, tra le ipotesi avanzate dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in linea con l’Europa, è stata respinta con forza sia da Matteo Renzi sia dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Anticipare l’aumento di qualche mese, sottolinea ancora Il Giornale, farebbe incassare poco quest’anno e avrebbe come risultato negativo quello di abbattere i consumi anche nel 2018. Occhio allora alle altre strade: l’aumento delle accise e di quella che lo stesso rapporto Ue chiama “l’imposta patrimoniale sulla prima casa”, Imu e Tasi eliminate da Renzi sull’abitazione principale. Una via percorribile sarebbe quella di reintrodurre la tassa sulla prima casa o, come minimo, rimodulare in modo progressivo quella sulle seconde.
Fonte: LIBERO
VERGOGNA INAUDITA IN AULA! IL PD VUOLE CHE LE BOLLETTE (ACQUA, LUCE E GAS) DEI DEPUTATI REGIONALI VENGANO PAGATI DAI CITTADINI!
VERGOGNA INAUDITA IN AULA! IL PD VUOLE CHE LE BOLLETTE (ACQUA, LUCE E GAS) DEI DEPUTATI REGIONALI VENGANO PAGATI DAI CITTADINI! QUESTO LA RAI NON LO DICE. DIFFONDETE TUTTI!
ABOLIZIONE VITALIZI, SVOLTA CLAMOROSA: ECCO COSA ACCADRA' SETTIMANA PROSSIMA.
Potrebbe arrivare ed essere discussa "in tempi brevi" in ufficio di presidenza al Senato la proposta di delibera del M5S che punta a equiparare il trattamento pensionistico dei parlamentari a quello degli altri lavoratori. È quanto spiega Laura Bottici, senatrice pentastellata e questore di palazzo Madama, dopo aver avuto un incontro, che Bottici definisce "cordiale e costruttivo", con il presidente Pietro Grasso.
La senatrice presenterà il testo in ufficio di presidenza. "Un punto che dobbiamo discutere in consiglio di presidenza è il bilancio - ha spiegato Bottici - siccome noi il 28 febbraio come collegio dei Questori iniziamo la discussione, se in tempi brevi finiamo l'analisi del bilancio deve essere convocato il consiglio di presidenza, ma nulla toglie al presidente Grasso di convocare immediatamente il consiglio per discutere di questa proposta di delibera".
Boldrini mette in calendario proposta M5s su pensioni. "Laura Boldrini ha garantito che calendarizzerà la proposta" di delibera che punta ad abolire i vitalizi, equiparando il trattamento pensionistico dei parlamentari a quello degli altri lavoratori "la prossima settimana in Ufficio di Presidenza alla Camera. Ci auguriamo che Grasso faccia altrettanto. Il primo obiettivo l'abbiamo raggiunto, ma stiamo in campana". È quanto si legge sul blog di Beppe Grillo. (FONTE: Huffingtonpost.it)
La senatrice presenterà il testo in ufficio di presidenza. "Un punto che dobbiamo discutere in consiglio di presidenza è il bilancio - ha spiegato Bottici - siccome noi il 28 febbraio come collegio dei Questori iniziamo la discussione, se in tempi brevi finiamo l'analisi del bilancio deve essere convocato il consiglio di presidenza, ma nulla toglie al presidente Grasso di convocare immediatamente il consiglio per discutere di questa proposta di delibera".
Boldrini mette in calendario proposta M5s su pensioni. "Laura Boldrini ha garantito che calendarizzerà la proposta" di delibera che punta ad abolire i vitalizi, equiparando il trattamento pensionistico dei parlamentari a quello degli altri lavoratori "la prossima settimana in Ufficio di Presidenza alla Camera. Ci auguriamo che Grasso faccia altrettanto. Il primo obiettivo l'abbiamo raggiunto, ma stiamo in campana". È quanto si legge sul blog di Beppe Grillo. (FONTE: Huffingtonpost.it)
Bufera nel PD! “Per 15 anni favori alla cosca in cambio di voti”: arrestati 4 esponenti Pd. C’è un ex sottosegretario
Nel 2012 al comune di Rende erano arrivati i commissari prefettizi. Al termine del procedimento, un anno dopo, un decreto del ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva dichiaratol’insussistenza dei presupposti per lo scioglimentodell’amministrazione per infiltrazioni mafiose. “Avevamo ragione noi” era stato il commento di alcuni parlamentari del Pd in una nota congiunta firmata tra gli altri dalla presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi, il segretario regionale del PdErnesto Magorno e i deputati Enza Bruno Bossio e Alfredo D’Attorre (ora in Sinistra Italiana). “A Rende nessuna infiltrazione criminale – avevano aggiunto allora – Ora i rendesi potranno tornare a votare la prossima primavera con la certezza che la mafia non è mai entrata nelle stanze del Comune. Avevamo ragione noi del Pd che sempre abbiamo sostenuto la forza della tradizione democratica di Rende, modello ultradecennale di buon governo in Calabria”.
Ma nell’inchiesta è finita anche l’ultima campagna elettorale del 2014 per le Comunali. Nonostante fosse detenuto (oggi al 41 bis), uno dei boss arrestati è stato intercettato in carcere mentre poneva le sue condizioni: chiedeva una somma di denaro, lamentando gli scarsi benefici ottenuti dalla cosca nel recente passato, nonostante si fosse occupato di monitorare l’attività politica dai principali candidati.
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/23/ndrangheta-per-15-anni-favori-alla-cosca-in-cambio-di-voti-arrestati-4-esponenti-pd-ce-un-ex-sottosegretario/2574055/
Ficarra e Picone in pochi istanti umiliano il PD! Ecco l'intervento che sta spopolando sul web
Prologo di apertura della nuova puntata di Striscia La Notizia, in onda alle 20.40 su Canale 5 (qui la puntata integrale). Stasera i conduttori Ficarra e Picone commentano il tesseramento nel Partito Democratico, per il quale oggi è il giorno di scadenza. “Se invece volete candidarvi nel Pd” – aggiunge Ficarra – “servono tre foto: una di fronte e due di profilo”
DONNA CORAGGIOSA DISTRUGGE MARIO MONTI IN PUBBLICO. CONDIVIDI SE LA STIMI
"MEGLIO MANGIARE PANE E CIPOLLA ONESTAMENTE CHE CHAMPAGNE E CAVIALE COME VOI POVERELLI CHE POI VENITE QUI A CHIEDERE UNA X".
lunedì 27 febbraio 2017
"STANNO FACENDO SPARIRE I DOCUMENTI". DENUNCIA CHOC DELLA RAGGI MA NESSUNO NE PARLA
"Nei Municipi sono spariti subito dei faldoni, delle carte. Me lo hanno detto i nostri presidenti". E' quanto afferma la sindaca di Roma Virginia Raggi in un'intervista al Fatto Quotidiano. "Al di là della personalizzazione su Buzzi e Carminati, Mafia Capitale rappresenta un parametro della malagestione che ha devastato Roma. E noi dobbiamo stare molto attenti perché rischia di perpetuarsi. Non deve succedere".
Fonte: http://www.adnkronos.com/fatti/politica/2016/10/01/roma-accusa-raggi-nei-municipi-fanno-sparire-faldoni_UvhkDMUV3X2Ij6PtehiPbM.html
DEPUTATI DEL PD? 20MILA EURO AL MESE PER TROMBARE CON LE COLLEGHE! NEL PALAZZO NON SI PARLA D’ALTRO, ALLA FACCIA DI ESODATI E DISOCCUPATI
IN PARLAMENTO SI LAVORA POCO, MA SI SCOPA MOLTO! – NEI PALAZZI NON SI PARLA D’ALTRO: 5 COPPIE SEGRETE DENTRO AL PD, DI PARLAMENTARI SPOSATI. DUE VIVONO INSIEME DURANTE LA SETTIMANA, ALTRI DUE SONO STATI BECCATI DALLA MOGLIE DI LUI. UNA RELAZIONE INTENSA CONCLUSA DOPO LA PAURA DI UNA GRAVIDANZA GALEOTTA
Nei corridoi di palazzo si accusano gli eccessi di noia della politica, veri responsabili di questo preoccupante accendersi degli ormoni democratici: Cinque coppie, unite nel credo politico, ma formalmente clandestine, visto che tutti e dieci gli amanti democratici hanno matrimoni regolari e famiglie…
Franco Bechis per “Libero Quotidiano”
Sembra un romanzone rosa dei vecchi tempi: amori clandestini, tradimenti, vendette, doppie vite, perfino un figlio della colpa. Fatti privati, naturalmente, che non meriterebbero due righe non fosse che tutto ciò è avvenuto nei gruppi parlamentari del Partito democratico, e coinvolgendo anche leader di primo piano e due esponenti del governo, questa piccola Sodoma a Palazzo è ormai fra i principali argomenti di chiacchiera politica nei capannelli di senatori e deputati.
Cinque coppie, unite nel credo politico, ma formalmente clandestine, visto che tutti e dieci gli amanti democratici hanno matrimoni regolari e famiglie. Due di loro sono i meglio organizzati: vivono insieme a Roma dal martedì al giovedì sera, poi il venerdì salvo impegni istituzionali ognuno dei due torna fra le braccia della famiglia regolare, lui nel centro-Nord e lei a Sud.
Resistono da qualche anno, e sembrano assai solidi. Altri due hanno tubato per mesi, ma non sono stati così bravi a proteggere la clandestinità, visto che la notizia è arrivata alla moglie di lui. Secondo i compagni di partito, la relazione è stata così intensa e pericolosa da avere fatto rischiare il classico figlio della colpa.
Un allarme che poi sarebbe rientrato, convincendo i due però a separarsi subito dopo l’ estate. Nei corridoi di palazzo si accusano gli eccessi di noia della politica, veri responsabili di questo preoccupante accendersi degli ormoni democratici…
FONTE
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/parlamento-si-lavora-poco-ma-si-scopa-molto-palazzi-non-si-parla-113030.htm
Capito, il viaggio negli Usa di Matteo Renzi? Toh, che caso:chi lo ha pagato / Guarda
L'endorsement, alla fine, qualcosa ha pagato. Pochi giorni prima delle presidenziali Usa, Matteo Renzi fu l'unico premier di un grande Paese al mondo a schierarsi apertamente a favore di Hillary Clinton e contro Donald Trump. Pareva una scelta a basso prezzo, visto che la democratica era data per strafavorita nei sondaggi. Poi le cose sono andate in modo leggermente diverso... e non solo alle elezioni americane. Trump è finito alla Casa Bianca, Renzi a casa.
Nei giorni scorsi, l'ex premier è tornato da semplice cittadino (l'altra volta c'era andato da capo del governo) in California, a farsi un giro tra le realtà e i protagonisti della Silicon Valley. E il quotidiano Il Giornale scrive che a pagargli la trasferta sia stata la Clinton Global Foundation. Non solo come "ringraziamento" per l'endorsment dello scorso novembre. Il quotidiano di via Negri rivela come negli anni i vari governi di centrosinistra che si sono succeduti al potere dal '96 a oggi abbiano contribuito finanziariamente alla fondazione dell'ex presidente Bill (e consorte). L'ultima volta, come appare sul sito ufficiale della stessa Foundation, nel 2015 quando figura un contributo governativo italiano tra i 101mila e i 250mila dollari.
Fonte; http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/12315969/matteo-renzi-viaggio-california-pagato-clinton-global-foundation.html
domenica 26 febbraio 2017
LA SAPETE L'ULTIMA DELL'AIUTINO ALLA "LADY" DI RENZI? NON AVEVA I REQUISITI PER LA CHIAMATA DIRETTA.
LA BUONA SCUOLA FINISCE IN TINELLO - LA 'VERITA'' DI BELPIETRO: LA MOGLIE DI RENZI ASSUNTA CON CHIAMATA DIRETTA MALGRADO L' ASSENZA DI CERTIFICAZIONE LINGUISTICA E DIDATTICA DIGITALE - LA GIUSTIFICAZIONE: “PARLO INGLESE E FRANCESE, SONO AUTODIDATTA DEL WEB. FARÒ I CORSI”
«Un giornalista? No guardi, la preside non parla con nessun giornalista. Anzi, se ne vada immediatamente, altrimenti abbiamo l’ordine di chiamare i carabinieri». Ci hanno ricevuto così all’Istituto Tecnico Peano di Firenze, mentre Agnese Landini, moglie di Matteo Renzi, era a cena alla Casa Bianca in compagnia del presidente Obama.
Da settembre la first lady lavora qui, in una delle scuole più prestigiose della città, come docente di italiano e latino. Ma dopo nemmeno un mese ecco, già, il primo impegno (del consorte) che la porta lontano dai suoi alunni.
Nulla di illecito, per carità: Agnese, adesso non è più una precaria, insegna part time ed è bastato un permesso per motivi familiari per volare dall’altra parte dell’oceano. Ma come è arrivata, da impegnatissima- moglie- di premier, ad essere assunta in un rinomato istituto, non lontano da casa, nell’annus horribilis della scuola italiana?
La strada, lo dimostrano i fatti, gliela ha aperta la riforma voluta dal marito, la stessa che, invece, tra trasferimenti e ricorsi, ad altre migliaia di docenti italiani ha sconvolto la vita. Per lei, che si trovava al posto giusto al momento giusto, prima è arrivato il contratto a tempo indeterminato poi, grazie all’introduzione delle assunzioni a chiamata diretta, anche la cattedra, nonostante qualche titolo che mancava all’appello.
«Io faccio uno più uno. Ha la moglie, che non ha superato il concorso, che però sta nelle graduatorie ad esaurimento…e guarda caso quella graduatoria l’ha davvero esaurita, assumendo tutti. È evidente che ci sia qualcosa che non torna », suggeriscono voci nei corridoi della Cgil fiorentina.
Di certo la carriera della first lady, negli ultimi anni, non è stata tra le più impegnative: dopo essere stata fermata alle selezioni per insegnanti di ruolo, nel 2012, Agnese rientra nelle graduatorie per precari e la ritroviamo, prima, supplente per qualche mese in un educandato, poi in aspettativa per impegni di famiglia. E dopo la pausa, quando torna a scuola, nel 2015, pur lavorando sotto casa sceglie ancora l’orario ridotto.
Eppure proprio mentre è in aula, da supplente, qualche ora a settimana, arriva il primo colpo di fortuna. Parte la riforma La Buona Scuola, pensata dal consorte che, tra gli altri, stabilizza (grazie alla cosiddetta «fase c») anche i docenti iscritti alle graduatorie ad esaurimento e che non avevano superato il concorso. Tra cui Agnese.
«A Renzi avevamo consigliato di fare in modo diverso, per esempio un piano pluriennale di assunzioni in modo da esaurire quelle graduatorie in due o tre anni», spiegano ancora i sindacati, critici verso quella «fase c» che, con le assunzioni di massa, ha creato caos nelle assegnazioni. «Invece lui ha messo di ruolo tutti, senza guardare quali competenze davvero servissero », continuano «così, per esempio a Firenze ci sono 82 docenti di materie giuridiche parcheggiati lì, mentre, magari, mancano quelli di matematica ». E concludono: «La criticità è questa, la malignità viene dopo», ma «certo stupisce che un premier così giovane, così rampante», non abbia «pianificato le cose in modo più sensato».
Per Agnese, comunque, un senso c’è. Appena entrata di ruolo infatti, la consorte si ritrova in cattedra, voluta dalla preside dell’Istituto Peano, che tra tante, preferisce proprio lei. E, anche in questo caso, il merito è della riforma che ha dotato i dirigenti scolastici di poteri assoluti: niente più punteggio o anzianità, con la chiamata diretta, il dirigente assume chi vuole. Anche a prescindere dai titoli, se è il caso.
Nell ’avviso di selezione per i posti al Peano, pubblicato lo scorso 18 agosto, la dirigente dell’istituto indicava i titoli preferenziali su cui si sarebbe basata la scelta dei docenti: ai primi posti per importanza figuravano la certificazione linguistica (B2 o superiore) e i titoli in didattica digitale (uso degli strumenti tecnologici per l’insegnamento). Alla selezione rispose anche Agnese, ammettendo onestamente di non avere all’attivo, almeno in parte, i titoli richiesti.
«Non possiedo ancora certificazioni linguistiche ma ho buona padronanza di inglese e francese e sono intenzionata ad iniziare il percorso di certificazione», scriveva lei stessa nel suo curriculum «e per la didattica digitale ho acquisito competenze in maniera autonoma, ma sono intenzionata a seguire corsi per incrementare le mie conoscenze». Ma poco importa. La moglie del premier viene comunque assunta.
E, anzi, la preside, Maria Centonze, ben lieta della scelta, interpellata qualche giorno dopo sull’incarico alla first lady, spiegherà con semplicità: «Il suo curriculum corrispondeva ai requisiti pubblicati nel bando dell’Istituto: uso della tecnologia in classe e conoscenza della lingua inglese ».
Panico in studio! A La7 disinformano sul m5s ma i cittadini in studio si ribellano e guardate cosa fanno
L'Italia passa dal 73° al 77° posto nella libertà di stampa. Il resoconto annuale di Reporter senza frontiere è impietoso, peggio di noi in Europa solo Cipro, Grecia e Bulgaria. Il Bel Paese continua il suo declino anche nell'era post berlusconiana, perché di fatto in materia di asservimento dei media al poterenulla è cambiato. Anzi, siamo andati peggiorando.
Sicuramente l'invito all'astensionismo all'ultimo referendum sulle trivelle con la conseguente disinformazione dei media mainstream ha giocato il suo ruolo. Facciamo alcuni raccapriccianti esempi: conduttori del servizio pubblico, nei pochi minuti dedicati alla questione referendaria, propagandavanoche si votasse solo in 9 regioni (e di fronte all'errore ribadivano con arroganza le loro false ragioni). Spazi dei TG nazionali a totale appannaggio delle forze di maggioranza. Voci delle opposizioni mandate in onda nella notte per un finto bilanciamento temporale. Sondaggi non favorevoli al Governo mostrati in TV con grafici truccati ad arte per camuffarne il risultato (vedi immagine sopra).
“AGGREDITO IN PIENO CENTRO SOLO PERCHE’ ATTIVISTA DEL M5S” IL RACCONTO DEL CITTADINO 5 STELLE AGGREDITO IERI IN PIENO CENTRO A FIRENZE. SILENZIO DAI MEDIA DI REGIME
Il racconto di un attivista del M5s fiorentino racconta di essere stato aggredito durante un volantinaggio. «Abbiamo sporto denuncia»
Comprendiamo che potesse dare fastidio il mega comizio di Beppe Grillo nella città dell’ebetino, ma arrivare ad aggredire un anziano militante, reo di fare volantinaggio è davvero troppo. Ovviamente questa vile aggressione è passata il più possibile sotto il silenzio mediatico, nessuno deve sapere che esiste anche il “Nazismo rosso”…
sabato 25 febbraio 2017
BERLUSCONI, NUOVA PIOGGIA DI MILIONI PER LUI E TUTTA LA FAMIGLIA: ECCO DA DOVE ARRIVA
Fininvest, alla famiglia Berlusconi una cedola da 100 milioni di euro
Quella del 2016 è stata una fine anno con non pochi grattacapi per Fininvest, che ha dovuto fronteggiare l’attacco di Vivendi a Mediaset. Ma il 2017 si è aperto come meglio non poteva: il governo ha fatto scudo al gruppo del biscione, Bollorè è ora indagato per quel tentativo di scalata. E i Berlusconi si godono una delle cedole più ricche che Fininvest abbia mai staccato ai soci.
Come riporta il quotidiano La Repubblica, alla famiglia che guida il gruppo sono andati circa 100 milioni di euro, che sono stati accreditati sui conti con valuta il 30 gennaio. Silvio Berlusconi ha incassato lui solo 64 milioni mentre a ciascuno dei figli (Marina, Pier Silvio, Luigi, Barbara ed Eleonora) sono andati 7 milioni di euro. Sempre secondo Repubblica, Fininvest vanta una invidiabile situazione finanziaria con pochi debiti (330 milioni a fine 2015) e molta liquidità (550 milioni tra titoli e contanti). E nelle iserve che possono essere girate dalla sera alla mattina ai soci ci sono ben 1,7 miliardi di euro.
Fonte:
LIBERO
LIBERO
L'allenatore Spalletti fa i complimenti a Virginia Raggi in pubblico:"Brava, ha raggiunto il massimo"
(ANSA) - ROMA, 25 FEB - "E' stato raggiunto il massimo del risultato, bravi a tutti. Lo stadio è una cosa importante, penso sia un risultato straordinario quello raggiunto per la città".
Così il tecnico della Roma, Luciano Spalletti, all'indomani dell'accordo raggiunto tra il Comune e i proponenti per la realizzazione del nuovo stadio giallorosso a Tor di Valle. "Il sindaco Virginia Raggi attraverso il dialogo è riuscita a trovare tutela e soddisfazione per tutti - aggiunge l'allenatore toscano alla vigilia della gara di campionato in casa dell'Inter -: ha fatto il massimo, ha fatto con grandissima competenza quello che è il suo lavoro. E' un risultato che dà forza alla città, non solo a chi ha piacere di andare a vedere una partita di calcio. E' un traguardo importante per la Roma, sarà una squadra ancor più ambita in futuro".
NOTIZIA INCREDIBILE. LA RAGGI SPIAZZA TUTTI. HA APPENA DECISO CHE TAGLIERA' GLI SPRECHI
#RomaTagliaGliSprechi: via gli incarichi esterni
di Virginia Raggi
È giusto fare chiarezza e dare una corretta informazione sugli incarichi esterni a tempo determinato conferiti dal Campidoglio. E va quindi accolta come una buona notizia, da chi come noi considera la trasparenza un valore fondamentale, l'attenzione crescente della stampa e dei partiti su questo tema, come mai accaduto fino all'insediamento della nostra amministrazione.
Per capire la portata del fenomeno e il cambiamento che si è prodotto con il nostro arrivo bisogna dare quindi un po' di dati. Il primo: il numero degli incarichi conferiti dalla attuale amministrazione capitolina ex art. 110 del Tuel, che disciplina i contratti a tempo determinato per i dirigenti, al momento è pari a 'zero'. Si tratta dei contratti solitamente più onerosi. Secondo dato: finora sono 33 i contratti stipulati ex art. 90 del Tuel, relativi all'attività di staff di sindaco e assessori, per una spesa totale di poco più di 1 milione e 800mila euro.
Vale la pena fare un confronto con il passato: solo dal 2012 al 2015 le precedenti amministrazioni comunali hanno stipulato 124 contratti ex art. 110 e 187 ex art. 90 per una spesa complessiva di 29.606.617,45, pari a oltre 7 milioni e 400mila euro l'anno.
La differenza col presente mi sembra talmente evidente da non dover dire altro. Si potrebbe giusto aggiungere che, visti i vergognosi sprechi del passato, a noi la trasparenza conviene. Ad altri, forse, conviene solamente restare in silenzio.
di Virginia Raggi
È giusto fare chiarezza e dare una corretta informazione sugli incarichi esterni a tempo determinato conferiti dal Campidoglio. E va quindi accolta come una buona notizia, da chi come noi considera la trasparenza un valore fondamentale, l'attenzione crescente della stampa e dei partiti su questo tema, come mai accaduto fino all'insediamento della nostra amministrazione.
Per capire la portata del fenomeno e il cambiamento che si è prodotto con il nostro arrivo bisogna dare quindi un po' di dati. Il primo: il numero degli incarichi conferiti dalla attuale amministrazione capitolina ex art. 110 del Tuel, che disciplina i contratti a tempo determinato per i dirigenti, al momento è pari a 'zero'. Si tratta dei contratti solitamente più onerosi. Secondo dato: finora sono 33 i contratti stipulati ex art. 90 del Tuel, relativi all'attività di staff di sindaco e assessori, per una spesa totale di poco più di 1 milione e 800mila euro.
Vale la pena fare un confronto con il passato: solo dal 2012 al 2015 le precedenti amministrazioni comunali hanno stipulato 124 contratti ex art. 110 e 187 ex art. 90 per una spesa complessiva di 29.606.617,45, pari a oltre 7 milioni e 400mila euro l'anno.
La differenza col presente mi sembra talmente evidente da non dover dire altro. Si potrebbe giusto aggiungere che, visti i vergognosi sprechi del passato, a noi la trasparenza conviene. Ad altri, forse, conviene solamente restare in silenzio.
venerdì 24 febbraio 2017
"PD MI CHIESE 25 MILA EURO PER IL SEGGIO IN PARLAMENTO". CONFESSIONE CHOC DELL'EX PIDDINO
Guardate e CONDIVIDETE tutti, vi prego!«Sei stato messo in lista in posto utile, perciò ci devi dare 25.000 euro». Ecco come il Pd vende i seggi in Parlamento: paghi, e ti candidano in modo da essere eletto. Volevate le prove? Ascoltate la testimonianza diretta di Mineo (ex Pd) e Bianconi (Forza Italia). In un Paese civile, davanti a un tale scandalo, scoppierebbe la rivoluzione. Facciamo il lavoro che i media non fanno: informazione. Diffondiamo il più possibile, questo video deve vederlo anche il cittadino più lontano. TUTTI DEVONO SAPERE!
M.Travaglio replica e sputtana la Boschi come mai nessuno aveva fatto: "In un parlamento serio toglierebbe solo la polvere"
Marco Travaglio a tutto campo sul Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.
Se solo sei mesi fa le avessero vaticinato che un’avvocaticchia di 33 anni come lei sarebbe diventata ministro delle Riforme, dei Rapporti con il Parlamento e persino dell’Attuazione del programma, e avrebbe riformato la Costituzione con Verdini e Calderoli, Maria Elena Boschi si sarebbe messa a ridere. Anzi, a sorridere. Perché Lei non ride: Lei sorride. “Non cediamo alle provocazioni e ai ricatti e, con un sorriso, andiamo avanti”, ha dichiarato l’altro giorno nell’intervista settimanale a Repubblica: “I grillini arrabbiati sono venuti a chiedermi perché sorridessi in aula. In realtà il sorriso non è scherno né arroganza: è la convinzione che ce la possiamo fare e ce la faremo”. Le hanno detto di sorridere sempre e comunque, anche quando non c’è niente da sorridere. E lei sorride, anche quando dovrebbe scapparle da ridere per le corbellerie che dice. Tipo quando ha paragonato la svolta autoritaria del Renzusconi, ormai palese ai più, a “un’allucinazione”. O quando ha estratto dal dizionario delle citazioni una frase di De Andrè, una di Pratolini e una di Fanfani, aretino come lei e nano come B., che piace tanto anche al suo papà (“grande statista e riferimento per tante donne e uomini della mia terra, compreso mio padre”). Che diceva Fanfani? Che “le bugie in politica non servono”. Perbacco, che acume. Ci voleva proprio Fanfani – uno dei politici più bugiardi della storia – per elaborare un concetto così complesso, da ernia al cervello. Quando l’ha scoperto, monna Maria Elena s’è illuminata d’immenso, con tutta una serie di effetti collaterali.
Citiamo dalla telecronaca diretta su Repubblica di Sebastiano Messina, uno dei giornalisti più innamorati di Lei: “La fascinosa portabandiera del governo Renzi ha smesso di sorridere, ha socchiuso gli occhi e – per la prima volta – ha alzato la voce”. A quel punto “tutti si sono girati per vedere la ministra con gli occhi azzurri”. Lei ha perso “l’imbarazzata dolcezza” e le mani, “che teneva giunte per precisare il concetto, le apriva per scandire la vacuità fasulla dei suoi contestatori”. Infine, prodigio nel miracolo, “ha tirato fuori la citazione dalla tasca del suo tailleur-pantalone grigio argento”. E prossimamente, statene certi, estrarrà altre storiche frasi: “aprite la finestra ché fa caldo, come disse Bisaglia”, “ieri pioveva oggi invece fa sole, come ebbe a sottolineare Piccoli”, “quando ti prude la pancia non resta che grattarti, come suggerì Rumor”. E tutt’intorno si formerà una “ola” di consenso, accompagnata da un coro di “oooohhhh” di ammirato stupore, soprattutto fra i cronisti con la bocca a cul di gallina che quotidianamente narrano Tutta la Boschi Minuto per Minuto.
L’altro giorno riferivano che la piacente ministra “ha giocato ripetutamente con l’anello che porta all’anulare sinistro” (Corriere della sera), il che ha comprensibilmente “destato molta curiosità” (Repubblica ). Poi Dagospia dava conto delle sue ben dieci visite alla toilette di Palazzo Madama in poche ore, forse per conferire con Matteo, o forse per vomitare. Bruno Vespa, quando l’ha intervistata per Panorama , ne è uscito molto turbato, con la lingua di fuori: “Maria Elena Boschi assomiglia sempre di più alle nobildonne rinascimentali che lasciano beni e affetti perché rapite da una vocazione religiosa. Una Santa Teresa d’Avila che scolpita dal Bernini per Santa Maria della Vittoria, a Roma, acquista sensualità nel momento in cui la trafigge la freccia dell’estasi divina”. Rapita dal Vangelo secondo Matteo, “la bella avvocata toscana una vita privata non ce l’ha da quando Renzi l’ha portata al governo… Si sveglia prestissimo, alle 8 è in ufficio, stacca tra le 9 e le 11 di sera. Single per necessità, sogna una famiglia, ma adesso non può permettersela”. Una vita di stenti, tutta votata al sacrificio. La nuova Teresa d’Avila, anzi d’Arezzo, come l’originale ha pure le visioni mistiche (da non confondere con le allucinazioni). Infatti dichiara ogni due per tre che il nuovo Senato è “una risposta all’Europa” (che peraltro se ne frega) e “all’urlo lanciato dai cittadini”.
E qui, più che Teresa d’Avila, viene in mente Giovanna d’Arco che sentiva le voci: ogni sera, quando va mestamente a dormire, in ginocchio sui ceci, sola nella sua celletta arredata con un umile inginocchiatoio, ode l’urlo del popolo che implora: “Deh, Maria Elena, i senatori non li vogliamo eleggere noi: orsù, nominàteveli pure voi della Casta! E, già che ci siete, pure i deputati!”. Ragion per cui va ripetendo: “Dobbiamo mantenere l’impegno”, anche se non si capisce con chi, visto che nessun elettore ha mai saputo niente della riforma del Senato né chiesto ad alcuno di realizzarla. Poi concede: “Comunque sottoporremo le riforme al referendum: più aperti al confronto democratico di così…”. Non sa che il referendum non sarà una sua magnanima elargizione: è la naturale conseguenza del fatto che, al Senato, la cosiddetta riforma rischia di non avere nemmeno la maggioranza semplice, figurarsi i due terzi.
Forse un giorno il papà fanfaniano, appena promosso vicepresidente della Banca Etruria (ribaltando la figura dei figli di papà in quella dei papà di figlie), le parlerà anche dei padri costituenti, che impiegarono quasi due anni per scrivere i 139 articoli della Costituzione.
Mentre l’avvocaticchia di Arezzo, che alla Costituente avrebbe a stento levato la polvere dai davanzali, vorrebbe approvarne 47 in dieci giorni. E chi obietta qualcosa, se è un presidente emerito della Consulta, è un “professorone” e un “solone”. Se è un oppositore in Senato, è “un ricattatore”. E se il capolavoro non passa, si va a votare: “la vita del governo è legata alle riforme costituzionali” (non sa che le Costituzioni non le riformano i governi, semmai i parlamenti, e comunque le Camere le scioglie il capo dello Stato, non lei). Poi spiega che il Boschiverdinellum “non contiene minacce per la democrazia”, tant’è che “se ne parla da trent’anni” (non dice da parte di chi, quando, come e de che, se si eccettuano Gelli e Craxi). Quanto ai deputati nominati con le liste bloccate dell’Italicum, niente paura: “il Pd farà le primarie” (e pazienza se alle Europee non le ha fatte e gli altri partiti non le faranno mai). Insomma, come diceva il piccolo grande Fanfani, le bugie in politica non servono: però aiutano. Ma forse è presto per credere che Santa Teresa d’Arezzo sia in malafede: forse parla semplicemente di cose più grandi di lei. Chissà che un giorno non s’imbatta in un’altra frase dell’Amintore, davvero poco consona con la rottamazione: “Si può essere bischeri anche a vent’anni”. Figuriamoci a trentatrè.
UNA BOMBA DA 400 MILIARDI: BANCHE, OCCHIO AL CONTO CORRENTE! ECCO L’ULTIMA INFAMATA AI DANNI DEI CITTADINI ONESTI
La Commissione Ue ieri è stata pesante con l’ Italia, bocciata su tutta la linea: 1) il debito è al livello più alto di sempre rispetto al Pil e non si scorgono misure per poterlo ridurre 2) «gli sviluppi interni», cioè le beghe nel Pd con riflessi sul governo, hanno rallentato l’ adozione di nuove riforme in Italia 3) C’ è un rischio per le finanze pubbliche legato ai possibili costi sostenuti dal governo per la ricapitalizzazione delle banche italiane, vedi decreto salva-banche.
Venti miliardi della collettività per tenere in vita Mps, Popolare Vicenza, Veneto Banca e gli altri 4 piccoli istituti massacrati dal decreto Renzi-Padoan di novembre 2015. Alla luce di questa pagella non lusinghiera, Bruxelles vuole a tutti i costi che l’ esecutivo trovi 3,2 miliardi, attraverso una manovrina o la vendita di un altro pezzo di Poste, altrimenti si vedrà costretta a darci una multa.
Chiaro che il conto ricadrà sulle nostre teste, già oberate da una pressione fiscale e contributiva da record. Tutto per colpa di una malagestione di alcune banche, che metteranno una pietra sopra le speranze di ridurre il debito. E dire che noi contribuenti non abbiamo avuto nemmeno il piacere di conoscere i nomi di chi ha preso i soldi dagli istituti senza prendersi la briga di restituirli: la lista dei bidonisti la sa solo Padoan, che sostiene di essere in grado di rispettare gli impegni Ue, quando in realtà scopre dalla Bce che i suoi conti per il salvataggio sono sbagliati. Era convinto che 20 miliardi fossero più che sufficienti. In realtà Mario Draghi dà altri numeri: 8,8 per Mps e probabilmente 6 per le due popolari venete. Siamo già a 15 circa. Se aggiungiamo – come ha riferito ieri Alessandro Profumo – i 7 miliardi bruciati da Etruria, BancaMarche, Carife e CariChieti, il tetto dei 20 è abbondantemente sforato.
Si dirà: ma quelli per le 4 banchette fallite sono in gran parte soldi privati. Peggio ci sentiamo. Gli istituti sani hanno iniettato quattrini freschi – miliardi – nella speranza che il pozzo dei crediti marci si potesse chiudere. Purtroppo era senza fine. Tappato un buco se nè aperto un altro. In Veneto. Il governo, dopo gli errori madornali su Etruria & C, ha richiamato le banche sane per dar vita al fondo Atlante. Sbandierato come la soluzione di tutti i mali. Atlante ha raccolto parecchi miliardi, ne ha spesi 2,5 tra Vicenza e Veneto Banca.
Inutilmente. Intorno a Natale ha dovuto tirar fuori un altro miliardo per tamponare le perdite. Invano. Adesso entrerà lo Stato. Come su Mps. E per entrare Atlante dovrà diluirsi fortemente nel capitale. Di fatto il fondo nato per mettere in sicurezza il mondo del credito è agli sgoccioli. E tutti quei miliardi che ha raccolto rischiano di azzerarsi.
Un buco per le banche sane, un salasso per i clienti. Già per intervenire su Etruria parecchi istituti si sono vendicati sui correntisti, aumentando tutte le spese possibili per la gestione del conto. Figuriamoci nei prossimi mesi cosa accadrà.
Risultato finale: italiani beffati due volte. Come contribuenti, perchè il debito pubblico che crescerà per salvare gli istituti spingerà il governo ad aumentare le accise o a tagliare gli sgravi fiscali. Come clienti di banca perchè le spese di gestione conto saliranno ulteriormente. Per Padoan però la manovra è «nell’ interesse nazionale». Se lo dice lui… Da un anno e mezzo l’ esecutivo non ne azzecca una sulle banche.
Risultato finale: italiani beffati due volte. Come contribuenti, perchè il debito pubblico che crescerà per salvare gli istituti spingerà il governo ad aumentare le accise o a tagliare gli sgravi fiscali. Come clienti di banca perchè le spese di gestione conto saliranno ulteriormente. Per Padoan però la manovra è «nell’ interesse nazionale». Se lo dice lui… Da un anno e mezzo l’ esecutivo non ne azzecca una sulle banche.
Scelte che hanno generato sfiducia, proprio a danno degli istituti che si è tentato di salvare. Da Mps alle venete sono spariti 30 miliardi dai conti correnti. Va a finire che pagheremo dei funerali, più che dei salvataggi. Ma l’ importante è tenere segreti i nomi di chi ha fregato tutti: i bidonisti. Grazie sinistra.
Fonte
LIBERO
Il momento in cui Virginia Raggi annuncia l'esito dello stadio e l'esultanza dei presenti.
Tre torri eliminate; cubature dimezzate, addirittura il 60% in meno per la parte relativa al Business Park; abbiamo elevato gli standard di costruzione a classe A4, la più alta al mondo; mettiamo in sicurezza il quartiere di Decima che non sarà piu soggetto ad allagamenti; realizzeremo una stazione nuova per la ferrovia Roma-Lido.
Abbiamo rivoluzionato il progetto dello stadio della Roma e lo abbiamo trasformato in una opportunità per Roma. Abbiamo sempre detto di essere favorevoli alla realizzazione dello stadio ma nel rispetto della legge e per il bene della nostra città.
Ci siamo riusciti. Abbiamo evitato il progetto monstre ereditato dalla precedente amministrazione. A Tor di Valle nascerà uno stadio ma moderno, ecocompatibile, all’avanguardia dal punto di vista delle tecnologie ma soprattutto sarà un’opera che rispetterà molto di più l’ambiente e il territorio.
E abbiamo previsto una convenzione con i costruttori: avranno priorita' le opere di urbanizzazione utili alla città e ai romani, come la messa in sicurezza dell’area di Decima o il potenziamento della ferrovia Roma-Lido grazie a cui si accorceranno i tempi per andare e venire dal litorale di Ostia.
Roma, malore per la sindaca Raggi: in ospedale per accertamenti
La sindaca di Roma Virginia Raggi si trova in ospedale a Roma per alcuni accertamenti in seguito ad un malore avuto stamani. La sindaca si trova ora al San Filippo Neri e si sta sottoponendo a verifiche mediche.
Fonte: tgcom24
Fonte: tgcom24
giovedì 23 febbraio 2017
"Attaccate il M5S ma non parlate della merda dei partiti, ma in quale cazzo di paese vivete?"
Brutte notizie per l’Italia sul fronte della libertà di stampa. Nell’annuale classifica di Reporters sans Frontieres il nostro Paese perde quattro posizioni, scendendo dal 73° posto del 2015 al 77° (su un totale di 180 Paesi) del 2016. L’Italia è il fanalino di coda dell’Ue (che è comunque l’area in cui c’è maggiore tutela dei giornalisti), seguita soltanto da Cipro, Grecia e Bulgaria.
Classifica: ecco le prime 10 posizioni (Fonte: rsf.org)
GIORNALISTI NEL MIRINO
Fra i motivi che - secondo l’organizzazione con base in Francia - pesano sul peggioramento, il fatto che «fra i 30 e i 50 giornalisti» sarebbero sotto protezione della polizia per minacce di morte o intimidazioni. Nel rapporto vengono citati anche «procedimenti giudiziari» per i giornalisti che hanno scritto sullo scandalo Vatileaks. I giornalisti in maggiore difficoltà in Italia, dunque, sono quelli che fanno inchieste su corruzione e crimine organizzato
DIETRO BENIN E BURKINA FASO
Per farsi un’idea dell’allarmante situazione italiana basta dare un’occhiata alla classifica: ci precedono Paesi come Tonga, Burkina Faso e Botswana.
FANTASTICO! La Raggi taglia i costi della politca romana e con i soldi risparmiati assumerà la bellezza di 22 nuove figure
Riportiamo la notizia rilasciata dal presidente dell'assemblea capitolina, Marcello De Vito:
I RISPARMI FATTI SUI COSTI DELLA POLITICA DEVONO ESSERE IMPIEGATI PER L’ASSUNZIONE DEI VINCITORI DELLE 22 PROCEDURE CONCORSUALI
In questi giorni l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea Capitolina da me presieduto ha deciso all’unanimità di ridurre ulteriormente i costi della politica. Abbiamo infatti disposto che siano assegnate per ciascun gruppo consiliare n. 1 sola unità di personale in comando politico da altre amministrazioni, fino ad un massimo di 2 unità in casi particolari e adeguatamente motivati. Anche ogni membro dell’Ufficio di presidenza avrà a disposizione non più di una unità di personale comandato.
Per la retribuzione di questo personale in comando politico sono stati previsti stanziamenti per l’anno 2016 pari a 966.000,00 euro e pari a 1.897.684,21 per gli anni 2017 e 2018.
La precedente consiliatura ha utilizzato ben 33 unità in comando politico da altre amministrazioni. Con questa disposizione che porteremo in aula, tale numero non potrà superare le 13 unità. Comunque al momento abbiamo utilizzato soltanto 6 unità di personale comandato.
Con tale provvedimento il risparmio stimato in merito alle spese del personale ammonta a circa 2 milioni di euro complessivamente per gli anni 2017 e 2018.
Questi risparmi saranno utilizzati per l’assunzione dei vincitori delle 22 procedure concorsuali.
I RISPARMI FATTI SUI COSTI DELLA POLITICA DEVONO ESSERE IMPIEGATI PER L’ASSUNZIONE DEI VINCITORI DELLE 22 PROCEDURE CONCORSUALI
In questi giorni l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea Capitolina da me presieduto ha deciso all’unanimità di ridurre ulteriormente i costi della politica. Abbiamo infatti disposto che siano assegnate per ciascun gruppo consiliare n. 1 sola unità di personale in comando politico da altre amministrazioni, fino ad un massimo di 2 unità in casi particolari e adeguatamente motivati. Anche ogni membro dell’Ufficio di presidenza avrà a disposizione non più di una unità di personale comandato.
Per la retribuzione di questo personale in comando politico sono stati previsti stanziamenti per l’anno 2016 pari a 966.000,00 euro e pari a 1.897.684,21 per gli anni 2017 e 2018.
La precedente consiliatura ha utilizzato ben 33 unità in comando politico da altre amministrazioni. Con questa disposizione che porteremo in aula, tale numero non potrà superare le 13 unità. Comunque al momento abbiamo utilizzato soltanto 6 unità di personale comandato.
Con tale provvedimento il risparmio stimato in merito alle spese del personale ammonta a circa 2 milioni di euro complessivamente per gli anni 2017 e 2018.
Questi risparmi saranno utilizzati per l’assunzione dei vincitori delle 22 procedure concorsuali.
Il M5S propone al PD di firmare davanti a tutta la stampa un documento per abolire i vitalizi. Guardate la reazione
++FIGURACCIA DELLA MORETTI++
Il M5S gli propone di firmare davanti a tutta la stampa un documento per abolire i vitalizi. Guardate la sua reazione. Questo è il PD. DIFFONDETE
BOMBA, lo scandalo pure a Banca Etruria. Ricconi BIG che non ridanno i soldi: tutti i nomi
Aiuti pubblici per tutte le banche in crisi. Ma (ufficialmente) niente liste dei bidonisti. Si allarga giorno dopo giorno l’ombrello del Tesoro sugli istituti di credito: la garanzia statale sulle emissioni delle banche in difficoltà sarà estesa anche a Etruria, Marche Ferrara. E su queste tre banche spuntano i primi nomi dei debitori che hanno contribuito, insieme con i manager bancari e una vigilanza non sempre all’altezza della situazione, a creare i dissesti finanziari. Gli elenchi degli insolventi sono, ovviamente, parziali: dentro, comunque, risultano sofferenze eccellenti da decine di milioni di euro e pure qualche personaggio famoso.
Nel menù, il piatto forte è Etruria. La black list degli insolventi è piuttosto nutrita. i maggiori crediti deteriorati sono nel mattone e in cima alla lista risultano personaggi come Francesco Bellavista Caltagirone, la coop Castelnuovese del presidente Lorenzo Rosi, l’altra coop rossa del real estate Consorzio Etruria. Solo Caltagirone tra Acqua Marcia e Acquamare accumula 45 milioni di sofferenze.
Sempre per restare nell’area immobiliare, ecco il leader del cemento Sacci che ha lasciato un «conto» da saldare che oscilla tra i 45 e i 60 milioni di euro. E, ancora, c’è l’outlet Città Sant’Angelo costato a Rosi e Luciano Nataloni l’accusa di conflitto di interessi: la sofferenza è di 15 milioni, dovuti alla crisi della coop emiliana Unieco, socia dell’affare. La cronaca degli scorsi mesi aveva raccontato il caso dello Yacht Etruria, la mega-nave allestita dalla Privilege Yard nel porto di Civitavecchia dove continua ad arrugginire dopo il fallimento della società. Un affare che alla Popolare dell’Etruria ha comportato una perdita secca da quasi 25 milioni.
Il dissesto di Banca Marche è al vaglio della procura di Ancona. I pubblici ministeri anconetani hanno passato al setaccio una sessantina di operazioni condotte insieme con la controllata Medioleasing fra il 2007 e il 2012. Un giro di affari illeciti, secondo i magistrati, che avrebbe portato al crac da quasi un miliardo di euro nel 2015. Oltre la metà di queste operazioni (32) riguardano prestiti o proroghe di finanziamenti concessi da Banca Marche a società del Gruppo edile Lanari per realizzare progetti immobiliari. In particolare, sei crediti sarebbero andati a “La Fortezza”, fallita nel febbraio 2015, addirittura 21 a “La Città Ideale”, fallita nell’aprile 2016, e altri cinque alla “Immobiliare Elle”, fallita a marzo 2016.
Insomma, secondo l’accusa, a distruggere il patrimonio di Banca Marche sarebbero state «operazioni dolose» realizzate con «abuso di poteri e violazione di doveri» per «conseguire un ingiusto profitto a danno della società» in una «strategia aziendale tesa a favorire un particolare segmento di clientela prevalentemente legata a rapporti personali, e in alcuni casi economici, con il dg Massimo Bianconi».
Passiamo a Carife. Sui conti della banca ferrarese - che dovrebbe finire nelle braccia della Popolare dell’Emilia Romagna - pesano soprattutto alcune operazioni nel mattone. Si tratta, come segnalato dal Sole24Ore a giugno 2013, di due investimenti, finiti al vaglio della procura di Milano, per progetti immobiliari: Milano Santa Monica e MiLuce. Entrambe le operazioni erano state finanziate dalla Carife e dalla sua controllata, la Sgr Vegagest, in particolare dalla sua società attiva nel settore del real estate, Vegagest immobiliare. Dietro le perdite per questi due affari ci sarebbe stata una truffa, architettata da manager dell’istituto e da imprenditori, che ha cagionato sofferenze per 240 milioni.
Fare luce sulle cause della crisi dell’industria bancaria è fondamentale. Non solo individuando i grandi debitori che hanno agito in malafede (e solo quelli), ma anche portando alla luce - come chiede il sindacato Fabi - le responsabilità dei banchieri, che puntano il dito contro i prestiti agli «amici degli amici». Martedì scade il termine per presentare gli emendamenti al decreto salva risparmio: il senatore di Forza Italia, Paolo Romani, ha promesso di proporre, accanto alla nascita di una commissione d’inchiesta, la creazione del registro dei «bidonisti». Altre 48 per la verità. Tutto questo, come accennato, mentre diventano sei le banche che usufruiranno della stampella dello Stato per restare in piedi: dopo Montepaschi e le due venete (PopVicenza e Veneto Banca), l’intervento pubblico riguarderà anche tre dei quattro istituti falliti a novembre 2015 (quella esclusa dal piano è la piccola Cassa di risparmio di Chieti). Dopo 25 anni di disastri e gestioni scellerate, lo Stato torna prepotentemente allo sportello. Coi soldi dei contribuenti.
di Francesco De Dominicis
Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/12281317/banca-etruria-nomi-grandi-debitori.html
NOTIZIA BOMBA: arrestato! E' coinvolto nello scandalo di Banca Etruria
Aveva già subito una perquisizione con l'accusa di bancarotta fraudolenta, poi sono scattate le manette. Il gup della Procura di Arezzo ha disposto l'arresto di Valeriano Mureddu, collaboratore stretto di Pier Luigi Boschi, indagato per reati economici sul caso di Banca Etruria dalla Procura, scortato dalla Guardia di finanza fino al carcere di San Benedetto.
Il fallimento della Geovision
A portare all'arresto di Valeriano Mureddu è stato il fallimento della Geovision, azienda di imballaggi dell'Aretino interessata da passaggi di denaro sospetti, evasione di Iva e distrazioni patrimoniali che hanno configurato il reato di bancarotta fraudolenta. Il magistrato ha disposto che Mureddu fosse arrestato di fronte alla possibilità dell'inquinamento delle prove e della reiterazione del reato. Interdetto Emiliano Casciere, figlio dell'ex legale di Mureddu e titolare della Geovision.
Il legame con Boschi e Carboni
Mureddu era già salito alla ribalta per aver rivelato di essere un accompagnatore e collaboratore di Pierluigi Boschi, padre di Maria Elena, sottosegretario di stato alla Presidenza del Consiglio, quando questi doveva trovare il nuovo direttore generale di Banca Etruria, il cui crack economico ha poi travolto molti piccoli investitori. Assieme a Boschi padre, in queste missioni si muovevano Mureddu e Flavio Carboni, il faccendiere noto per i suoi rapporti con la P2 di Licio Gelli, la Banda della Magliana e la mafia corleonese del boss Pippo Calò.
23 febbraio 2017
Il fallimento della Geovision
A portare all'arresto di Valeriano Mureddu è stato il fallimento della Geovision, azienda di imballaggi dell'Aretino interessata da passaggi di denaro sospetti, evasione di Iva e distrazioni patrimoniali che hanno configurato il reato di bancarotta fraudolenta. Il magistrato ha disposto che Mureddu fosse arrestato di fronte alla possibilità dell'inquinamento delle prove e della reiterazione del reato. Interdetto Emiliano Casciere, figlio dell'ex legale di Mureddu e titolare della Geovision.
Il legame con Boschi e Carboni
Mureddu era già salito alla ribalta per aver rivelato di essere un accompagnatore e collaboratore di Pierluigi Boschi, padre di Maria Elena, sottosegretario di stato alla Presidenza del Consiglio, quando questi doveva trovare il nuovo direttore generale di Banca Etruria, il cui crack economico ha poi travolto molti piccoli investitori. Assieme a Boschi padre, in queste missioni si muovevano Mureddu e Flavio Carboni, il faccendiere noto per i suoi rapporti con la P2 di Licio Gelli, la Banda della Magliana e la mafia corleonese del boss Pippo Calò.
23 febbraio 2017
Fonte: http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/arresto-mureddu-collaboratore-boschi/
mercoledì 22 febbraio 2017
“VOI NON SAPETE NEMMENO QUALI SIANO I PROBLEMI DEI CITTADINI”: PALOMBELLI SFANCULA BONAFE’, LA LECCHINA RENZIANA DI TURNO CON UNA SPETTACOLARE E TRISTE SINTESI DELLA NOSTRA SOCIETA’
Palombelli: “Mia figlia licenziata per gli 80... di bigcocomero
Barbara Palombelli racconta la situazione lavorativa in Italia e racconta la storia della figlia, licenziata per via degli ottanta euro in più in busta paga.
video del 2015 ma sempre attuale
"Tangenti alla presidenza del consiglio".L'inchiesta choc de "Le Iene" ignorata da tutti. CONDIVIDI
Il programma tv "Le Iene", in onda su Italia 1 in prima serata, ha intervistato un anonimo che ha riferito di un giro di mazzette nella Presidenza del Consiglio. Lo scopo? Vincere gare di appalto.
La persona, che vediamo incappucciata nel filmato, lavorava per un'azienda di forniture proprio per la Presidenza del Consiglio. L'uomo parla, senza troppi giri di parole, di "mazzette per vincere gare di appalto".
Lo show di Italia1 riferisce anche che il dipendente dispone di "prove scritte" per confermare tutte le accuse sulle varie mazzette.
La dichiarazione dell'anonimo:
"Ho ricevuto minacce, ho paura. Un signore mi ha puntato un coltello alla gola, ho trovato fogli con intimidazioni. Sanno che io so e sanno che potrei raccontare".
Il finale del servizio è sconvolgente: l'uomo racconta di essere stato minacciato di recente e di aver deciso proprio per questo di raccontare la verità.
La casta che pippa cocaina. Inchiesta-bomba, 16 arresti: chi finisce nei guai / Guarda
Un'ampia operazione antidroga, condotta dalla Polizia di Stato, che ha eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare a Palermo. Ultimo atto di un'indagine iniziata nel 2012 e che ha consentito di scoprire due distinti gruppi criminali che si rifornivano di grossi quantitativi di cocaina che proveniva principalmente da Campania e Calabria. Polverina bianca spacciata nel contesto di una sorta di patto tra mafia e camorra e destinata ad insospettabili clienti vip.
Già, perché si è scoperto che alcune richieste di "rifornimento" sarebbero partite anche da un telefono intestato alla Corte dei Conti, la sede dei giudici contabili, mentre altre ancora da un apparecchio della Regione siciliana. Un'inchiesta che, dunque, potrebbe avere sviluppo molto pesanti.
Per quel che riguarda il lavoro delle forze dell'ordine, si è appreso che uno dei gruppi criminali coinvolti è costituito da mafiosi riconducibili al mandamento di "Porta Nuova": la prova del fatto che la Cosa Nostra palermitana, grazie al business della droga, sia oggi ancora in affari con la camorra napoletana.
In totale, nell'ambito di questa indagine, gli agenti hanno arrestato diversi corrieri della droga e un carico di oltre 70 chili di hashish, 7,5 chili di cocaina, 14 chili di marijuana, 1,5 chili di eroina e, circa, 100mila euro in contanti.
Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/12311409/palermo-cocaina-16-arresti-mafia-camorra-telefonate-corte-dei-conti-regione-siciliana.html
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