Qualche scintilla con gli esponenti dei partiti avversari (in particolare con Fabio Rampelli di Fdi), come è fisiologico che accada in queste occasioni, ma soprattutto un grido d'allarme e una conseguente richiesta di aiuto al governo (leggi più soldi) per la situazione in cui versano servizi e strutture della Capitale. E' questa l'estrema sintesi a cui si può riportare la lunga audizione che ha visto la sindaca di Roma Virginia Raggi riferire alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizione delle periferie delle città italiane, rispetto alle risposte che la sua amministrazione sta mettendo in campo per la zone e la fasce di popolazione più disagiate.
Dopo una lunga introduzione di taglio tecnico, condotta in collaborazione con gli assessori che la avevano accompagnata in commissione, Raggi è andata al cuore del problema in fase di replica alle domande dei commissari, che hanno chiesto di interrompere la prolissa esposizione di apertura per poter interloquire. Incalzata sui temi che rappresentano le criticità più note e urgenti per la città di Roma, a partire dallo smaltimento dei rifiuti, dalle strade dissestate e dai trasporti, la sindaca ha tagliato corto: "Per rimettere in moto tutto – ha detto - servirebbero nell'Agenda per Roma 1,8 miliardi di euro extra che la città non può produrre. Ce li date perché siamo la Capitale o dobbiamo fare il giro dei ministeri ogni volta? Ci date i poteri speciali perché siamo la Capitale o no?Stiamo cercando di amministrare al meglio quello che abbiamo - ha aggiunto - ci dite 'potevate fare le Olimpiadi', ma forse i nostri figli ci ringrazieranno". Per la Raggi, infatti, il problema è che "Roma Capitale ha 2 milioni e 900mila residenti che pagano le tasse per una città che deve erogare servizi a 4/4,5 milioni di cittadini". Una situazione di sofferenza, con un deficit di 13 miliardi, che determina, secondo la sindaca, l'impossibilità di intervenire a dovere su questioni delicate come la manutenzione delle strade e il contrasto ai roghi tossici dei rifiuti nelle periferie, e soprattutto nei campi Rom. Per quanto riguarda le strade, per la sindaca occorrerebbero almeno 50 milioni, così come ne occorrerebbero almeno 30 per le bonifiche, tutti "soldi che non ci sono". Ma è sulla questione dei campi Rom che, in ossequio alla "stretta" annunciata da Beppe Grillo mesi fa, che si è concentrata l'attenzione della Raggi, che li ha definiti "situazioni inaccettabili, sia per chi ci vive che per le popolazioni dei quartieri circostanti". "Noi stiamo lavorando principalmente sulla sicurezza – ha aggiunto - anche attraverso la videosorveglianza e il presidio delle forze dell'ordine. Per il loro superamento, abbiamo intenzione di attingere ai fondi Ue destinati a questo tipo di operazioni" . Quanto alle bonifiche, la sindaca ha spiegato che queste non sono previste nel contratto di servizio con l'Ama, e ciò pone un insormontabile ostacolo di bilancio anche per lo smaltimento di alcune tipologie di rifiuti attualmente fuori budget.
A questo tema, la Raggi ha legato quello delle quote dei migranti da accogliere, anche questo caldissimo, e anche qui si è rivolta al governo: "Dai giornali abbiamo visto che alcuni politici hanno raccontato come in anni precedenti sia stato detto all'Ue 'non vi preoccupate, tutte le persone recuperate in mare le portate in Italia'. Una politica scellerata per cui oggi non riusciamo a gestire queste persone con tempestività, è una situazione da affrontare a livello nazionale e europeo. O il governo ci aiuta – ha concluso - o la situazione la risolviamo con estrema difficoltà".
fonte: http://www.huffingtonpost.it/2017/07/11/non-ci-sono-soldi-per-le-periferie-raggi-chiede-al-governo-1_a_23024841/
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