lunedì 24 luglio 2017

L'attore Gigi Proietti contro media e giornalisti:"Topi a Roma? Vi dico io la verità".

Riportiamo un estratto di  una intervista rilasciata dall'attore Proietti al quotidiano La Stampa


“Basta a darci addosso da soli, a Roma i topi ci sono sempre stati”


Ai tempi di Skakespeare, sorride Gigi Proietti, di topi ce n’erano un sacco. Pure di più di quelli che oggi assediano la capitale. Il legame tra i due argomenti non è frutto di voli pindarici, ma di una realtà viva e combattuta con cui l’artista si confronta da tempo. Il 22 giugno, con «Troppu traffici ppi nenti», adattamento di Andrea Camilleri e regia di Giuseppe Dipasquale, prende il via la stagione 2017 del «Silvano Toti Globe Theatre», l’unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003, nel cuore verde di Roma, a Villa Borghese. Un incanto di cultura e di bellezza, nella città alle prese con una delle sue fasi più tormentate. 

Il «Globe» è una sua creatura preziosa. Ed è sempre importante proporre Skakespeare a generazioni vecchie e nuove. Anche se la città affonda nei rifiuti. Perchè?  
«Perchè così tutti i sorci si mettono a sentire l’”Amleto”...scherzo, i sorci non dipendono da questa giunta. Sa che cosa succedeva ai tempi del grande sindaco Ernesto Nathan? Tra le voci di spesa del Comune ce n’era una chiamata “trippa”. Erano i soldi necessari per acquistare la trippa destinata ai gatti che dovevano dare la caccia ai topi, anche se certi gatti davanti alle pantegane scappano. E’ da allora che è nato il famoso detto “non c’è trippa per gatti”». 

Adesso la voce di spesa non c’è più, e i topi abbondano.  
«Non ho una soluzione al problema, ma credo si crei un circolo vizioso, meno “monnezza” e meno topi. Bisogna far convergere i provvedimenti. E poi ora c’è la novità dei gabbiani». 

Quelli ai tempi di Nathan non c’erano, giusto?  
«No, però ho notato che si vedono anche in molte altre città. Comunque che Roma non stia messa bene è chiaro». 

Secondo lei che cosa bisognerebbe fare prima di tutto?  
«Smetterla di continuare a darci addosso da soli. Ci vuole più partecipazione, più spirito d’iniziativa, e così forse qualcosa potrebbe migliorare. Bisogna anche tenere presenti le dimensioni della capitale». 

In che senso?  
«Roma ha bisogno di un’organizzazione strutturale diversa, se uno va a Parigi lo capisce subito. Le circoscrizioni hanno un potere reale, ben distribuito. E’ quello che sarebbe utile fare anche qui. Per esempio, Ostia è considerata un quartiere di Roma, ma è popolata come alcune città d’Italia, e così l’Eur e altre zone. E’ logico che, in questo modo, tutto diventi più complicato». 


1 commento:

  1. Ai detto una cosa veramente giusta si dovrebbe dividere e portare tutto al cospetto di chi deve far andare le cose nel verso giusto si crea lavoro e si distribuisce equità e premiare non premiare solo il regista e deve essere uguale

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