Paolo Gentiloni costa più di Matteo Renzi: le spese di Palazzo Chigi salite di 21,5 milioni di euro
E zitto zitto Paolo Gentiloni ha messo bei muscoloni da premier.
Quello che mai ti saresti atteso, è lì documentato dal bilancio di previsione 2017: il nuovo presidente del Consiglio costa più di Matteo Renzi. A Palazzo Chigi quest’ anno si spendono circa 21,5 milioni di euro in più del 2016, e la lievitazione inattesa è tutta nelle spese correnti, che tornano a superare il miliardo di euro con un incremento di 36,3 milioni.
Diminuisce invece il capitolo delle spese in conto capitale (ridotto di 14,7 milioni di euro), perché sono minori le necessità di manutenzione del palazzo.
Ma quel che più conta e fa comprendere la differenza fra i due governi è la notevole lievitazione delle spese del segretariato generale di palazzo Chigi, il cuore pulsante del potere del governo. Lo stanziamento in questo caso passa da 403,57 a 537,9 milioni di euro, con un incremento di 134 milioni. E il grosso dell’ aumento viene dalle spese correnti di funzionamento, che crescono di quasi 100 milioni di euro passando da 275,9 a 375,67 milioni di euro. Cresce il personale dipendente dopo molti anni, e ovviamente aumentano di conseguenza gli stipendi base e i benefit concessi, compresi i buoni pasto. Ma cresce anche il costo diretto e indiretto degli uffici di stretta collaborazione del premier, dei ministri senza portafoglio e dei sottosegretari alla presidenza del Consiglio.
Un aumento che si spalma su tutte le voci di personale, sia quello a tempo indeterminato sia quello provvisorio degli staff. Cresce di 120 mila euro rispetto al 2016 il capitolo degli «stipendi del personale non proveniente da pubbliche amministrazioni, degli uffici di diretta collaborazione del presidente, degli eventuali vicepresidenti (che non ci sono, ndr) e del sottosegretario di Stato-segretario del consiglio dei ministri». Ma aumentano anche i costi indiretti per il personale di diretta collaborazione: 376 mila euro in più per i contributi previdenziali e 125.800 euro per gli oneri Irap.
Aumentano addirittura del 40 per cento i costi del trattamento economico accessorio degli staff di Gentiloni e del sottosegretario Maria Elena Boschi, che passano rispetto a Renzi e al suo sottosegretario Claudio De Vincenti da 2,7 milioni a 3,76 milioni di euro annui. Mentre per i ministri senza portafoglio la crescita è più limitata, passando da 4,5 a 4,8 milioni di euro. In compenso Gentiloni risparmia qualcosina nell’ organizzazione delle visite di Stato in Italia e all’ estero, tagliando 50.469 euro rispetto al budget superiore a 1 milione di euro che aveva Renzi.
Crescono anche i costi del personale fisso, che solo per le retribuzioni di ruolo aumentano di 1,513 milioni di euro (passando da 86 a 87,513 milioni di euro), e di pari passo aumentano i costi Irap e quelli previdenziali sugli stessi assunti. Nella nota integrativa al bilancio di previsione si spiega che complessivamente l’ aumento è di «euro 2.093.700, dovuta all’ assunzione di nuove unità di personale.
In particolare sono stati assunte 4 unità di personale provenienti dalle Province, 36 unità di personale provenienti dal Ministero dello sviluppo economico, 16 unità di personale per l’ esercizio di compiti connessi all’ impiego dei Fondi strutturali europei e al monitoraggio degli interventi cofinanziati dai suddetti Fondi strutturali».
Non ci sono solo i costi del personale, e come già avveniva da anni crescono esponenzialmente le spese per le liti, i contenziosi e gli arbitraggi. In questo caso il premier Gentiloni si porta dietro i problemi causati da Renzi e dalle sue leggi. L’ aumento dei fondi stanziati però è da record: più 180 per cento, e salgono da 50 a 140 milioni di euro. Fra questi – spiega la nota integrativa al bilancio, ci sono anche i contenziosi «per le borse di studio dei medici specializzandi».
Di fronte a tanti aumenti, c’ è invece una riduzione di fondi che proprio nessuno avrebbe atteso: quelli del capitolo per la Protezione civile, che «passano da euro 447.748.405,00 ad euro 371.801.383,00 con una diminuzione complessiva di euro 75.947.022,00 (meno 16,96 per cento)». La nota spiega che «tale diminuzione deriva dalla riduzione che ha interessato gli stanziamenti destinati al Fondo per le emergenze nazionali (cap. 7441) che passano da euro 249.000.000,00 ad euro 240.000.000,00. Inoltre, sul Fondo per la prevenzione del rischio sismico (cap.
7459) non è stata stanziata alcuna risorsa finanziaria».
Fonte Libero
Che si facciano assunzioni Si ma che siano per personale efficiente e fatte con concorsi e No da liste privilegiate ( Raccomandati). Aumenti di stipendi No, visto che sono alti e bassi i risultanti di chi lavora in questi palazzi.
RispondiEliminaTutto ciò a dimostrazione di come le politiche degli sbandieratori televisivi (taglio di qui, taglio di la ) non erano altro che l'eredità (debitoria) lasciata ai posteri (poveri fessi).
RispondiEliminaSchettino è sempre in plancia.