martedì 31 maggio 2016

Bufera sul PD! I 5 stelle hanno scoperto un regalo faraonico alla fondazione della Ministra

 

Riportiamo la denuncia della Senatrice pentastellata, Barbara Lezzi, in merito ad un REGALO ONEROSO, da parte del Governo all'ex ministro Melandri per la sua fondazione. Leggiamo di seguito così:
La fondazione Maxxi della Melandri percepisce dalle nostre tasse ben 5 milioni di Euro l'anno. Non le bastano e allora Renzi inserisce ancora una volta l'ex ministro sotto la pioggia di Euro, ben 500.000, scippati dalle tasche dei cittadini perbene. Questa è solo tra le più eclatanti mance concesse dal Governo in giro per l'Italia ai suoi amici mentre per i cittadini ci sono i tagli crudeli alla Sanità.
Nel frattempo,Renzi, sceglie una bella poltrona comoda per tentare di giusticare se stesso e il suo Governo in merito alla clamorosa truffa ai danni dei risparmiatori traditi dal suo decreto.Giura che chi ha sbagliato pagherà. Stanno, intanto, pagando i clienti ingannati e rapinati per i quali dichiara di concedere un risarcimento pari a meno di 1/3 delle perdita ma non dice che l'emendamento con cui stanzia quest'elemosina, è solo un rinvio del problema da qui a 90gg e la decisione sarà soggetta al "concerto" tra due Ministeri, economia e giustizia, che è garanzia, finora, di inefficacia.
Tradotto: entrambi i ministeri sono sollevati da responsabilità che potranno passarsi vicendevolmente per far sì che nessuno sarà colpevole in caso di inadempienza.

"PAGA SOLO CHI GUARDA" L'OPZIONE SUL CANONE RAI CHE FA TREMARE IL GOVERNO.

 

C'è un modo infallibile per azzerare l'evasione del canone tv. Una card per criptare i programmi, impedendo la visione a chi non paga. Soluzione che sa di antico (un ritorno allo spirito del primo regio decreto che regolava le «radioaudizioni»), ma è al contempo modernissima perché richiama le pay tv. A proporlo è stato Pierluigi Sabbatini, membro dell'Autorità antitrust. Sabattini parla da economista (è bene sottolinearlo, non a nome del garante per la concorrenza), ma la competenza (è responsabile Comitato per le valutazioni economiche) rende l'idea quantomeno fondata.

In sintesi: «Criptare le trasmissioni Rai e fornire la card Rai a coloro che pagano il canone». Una soluzione, ha spiegato in un intervento su Lavoce.info , che «obbligherà chi vuole fruire del servizio a pagarlo e, nel contempo, consentirà a chi non se ne vuole servire di evitarne il pagamento». Allo stesso tempo, spiega Sabbattini, andrebbero eliminati i tetti pubblicitari per l'emittente pubblica perché «non sarebbe più opportuno imporre uno specifico modello di finanziamento».

La Rai non verrebbe meno al servizio pubblico, visto che, a differenza delle altre aziende del settore, «non è assoggettata agli stessi criteri di profittabilità di un'impresa privata e dispone ancora di asset importanti che non sono nella disponibilità delle altre emittenti».

Proposta ragionevole e fondata, da un punto di vista di un economista. Inapplicabile se si cerca di raschiare il barile per fare quadrare i conti del Paese. Il canone - ricorda lo stesso economista dell'Antitrust - è già stato trasformato da tassa, pagata in cambio di un servizio, in una imposta per il solo possesso di una televisione.

Con la proposta Renzi, c'è un ulteriore salto. Uno sconto, graditissimo ai contribuenti, da 113,5 a 100 euro. Paga quel 27% di italiani che oggi evadono il canone.

Il problema è: che fine faranno gli introiti extra calcolati in 500 milioni di euro. Logica vorrebbe che fossero investiti nel servizio pubblico. In una riduzione ulteriore del canone. E queste ipotesi sono tutte in piedi. Non c'è una decisione ufficiale e finale, visto che i dettagli della legge di Stabilità sono di fatto ancora da definire.

Quello che è certo è che le «aziende di vendita di energia elettrica», trasformate in esattori, dovranno versare all'erario le somme, forse attraverso un «soggetto unico» costituito dal governo. I soldi finiranno nel calderone delle entrate. Il conto dovrebbe essere di 500 milioni di euro. Difficilmente il ministero del Tesoro ci rinuncerà. Probabile che alla Rai venga semplicemente garantita l'invarianza di gettito rispetto a oggi e che quei soldi vengano utilizzati per finanziare le misure della Stabilità che comportano una spesa.

Ma c'è un altro «cinquecento» che pesa sul canone. È la sanzione prevista dai testi circolati della legge di Stabilità. Si parla di una sanzione pari a cinque volte l'importo del nuovo tributo. Ipotesi smentita da Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza ed esponente renzianissimo del Pd. «Non sarebbe accettabile nessuna multa di 500 euro sul canone Rai. Si tratta solo di indiscrezioni e bozze». E, comunque, «la norma dovrà passare in Parlamento». Di fatto, una marcia indietro.

VERGOGNA ASSOLUTA DEL CONDUTTORE:"Ingrasso un chilo per ogni grillino morto"



"Sono disposto a ingrassare un chilo per ogni parlamentare grillino morto". È questo il tweet di Costantino della Gherardesca che è misteriosamente sparito da Twitter, probabilmente dopo che il noto conduttore tivù è stato subissato dalle critiche. 


La frase, però, non è sfuggita al deputato dei Cinquestelle Manlio Di Stefano che su Facebook l'ha pubblicata insieme a un altro tweet polemico, anch'esso sparito."Imponete ai grillini di mettere una spilla con un quarzo citrino sul bavero. Voglio poterli riconoscere per strada e prenderli a calci", aveva scritto il conte in un secondo tweet attaccando i grillini per non aver votato il canguro.
Di Stefano ha commentato: "QUESTO "GENIO" LO MANTENIAMO NOI" riferendosi al fatto che Costantino lavori in Rai. "Fosse il solito troll o pazzo che spesso si incontra in rete non avrei nulla da ridire, non puoi pretendere di controllare internet, ma questo "genio" lo paghiamo noi, ha lavorato per RAI Radio2 dove conduceva il programma Acapulco. Vi annuncio che - conclude Di Stefano - presenteremo una interrogazione in Commissione di Vigilanza RAI per chiedere lumi su come, una persona che predica la violenza e augura la morte al prossimo, possa parlare attraverso i mezzi della nostra TV di Stato".

FONTE:  http://www.ilgiornale.it/news/ingrasso-chilo-ogni-grillino-morto-1226586.html?mobile_detect=false

Sondaggi vietati, ma un TG se ne frega e tira fuori i numeri "censurati". Trema Renzi!

 

 Il sondaggio che non è un sondaggio. Ma è un sondaggio. Anzi peggio. Su quanto accaduto a Sky Tg24 nelle scorse ore dovrà far luce l'Agcom. Perchè a cinque giorni dal primo turno delle elezioni amministrative. il canale all news Skytg24 ha diffuso dati relativi alle preferenze sui candidati sindaco a Milano. Lo ha fatto in occasione del dibattito che si è tenuto tra i candidati, spiegando che "non si tratta di un sondaggio, perchè il campione non è significativo trattandosi solo dei telespettatori di Sky Tg24". Cosa che se vogliamo è ancora peggio, perchè, appunto, il campione non è rappresentativo. E quindi maggiormente atto a influenzare.
Fatto sta che, secondo quanto apparso a SkyTg24, in testa nelle preferenze ci sarebbe il candidato renziano Beppe Sala, seguito da quello dei 5 Stelle Gianluca Corrado e quindi, solo terzo, dal candidato del centrodestra Stefano Parisi. 

BOOM, FERMI TUTTI! Parla Celentano: "Ecco chi preferisco tra Di Maio e Renzi"

 

Il cantautore commenta la petizione del Fatto Quotidiano contro i presunti nemici della Costituzione, tra la legge "truffa" sulle grandi navi a Venezia e regolamenti televisivi mancati.
 La democrazia e l’alternativa renziana - Tanto per cominciare, diciamo subito che, se è in atto un cambiamento, il merito va a un uomo solo: Grillo. Senza di lui rischiavamo altri 50 anni di macerie come quelle create dall’ipnotica cultura della Democrazia Cristiana, dei socialisti, fascisti e comunisti, senza contare poi l’indotto distruttivo che da questi ne deriverebbe a causa della loro tragica malformazione mentale e che purtroppo, dico purtroppo, investirebbe il povero italiano che, assorbendone tutti i difetti, precipiterebbe a loro “immagine e somiglianza”. Un’impresa, quella di Grillo, che tuttavia non manca di qualche errore. Si dice che sbagliando si impara e qualcuno del suo movimento sta quasi esagerando nell’imparare. Il primo fra tutti, Luigi Di Maio. Un ragazzo in gamba dallo sguardo fermo e rassicurante, e altri che sono stati espulsi perché avevano una loro opinione. Ma a Grillo non bastava. Sentiva che gli mancava qualcosa e così ha pensato bene di generare lui stesso il suo antagonista. E gli è venuto mica male, devo dire, tutt’altro che “ebetino”. In quattro e quattr’otto ha fatto un clamoroso sgambetto a Letta ed è subito diventato Presidente del Consiglio. Grillo ancora non è contento. Forse se lo immaginava diverso e qualcuno già dice che si sia pentito di averlo concepito in quel modo. Dal suo blog infatti lo accusa di golpe alla democrazia. Un’accusa che gli fanno in parecchi e, anche se meno esplicita, persino alcuni del suo partito.


Pare che il motivo stia nella velocità con la quale il Presidente del Consiglio vuole riformare il Senato in modo diverso a com’era prima del suo arrivo: oltre a volerlo snellire nelnumero dei senatori(da 350 a 100) e nei costi, la cosa che più infastidisce i dissidenti (e fra questi ci sono fior di professori come Rodotà, lo storico dell’arte Salvatore Settis, Zagrebelsky e molti altri) sta nel fatto che i rimanenti 100 senatori prenderanno un compenso ridotto, ma non saranno eletti dal popolo. Le loro poltrone saranno strettamente raccomandate dalle Regioni e daiComuni. Due enti, che dalla fine della guerra in poi, si sono dimostrati tra i principali responsabili del disastro italiano. Per cui verrebbe a mancare la leggendaria sovranità del popolo. Dopo di che non è difficile immaginare la domanda che gli italiani, compreso il sottoscritto, potrebbero farsi: “Cosa ha prodotto la sovranità popolare negli ultimi 50 anni”? Se diamo un’occhiata in giro, solo disastri (e la sciagurata trascuratezza degli scavi di Pompei ne è la testimone oculare): con un debito pubblico stratosferico che non si può più neanche chiamare debito, poiché la sua fisionomia più corrispondente è ormai quella del becchino. Pertanto viene logico pensare che quel tipo di democrazia così tanto ambita dai detrattori di Renzi esistesse solo nel suono delle parole. “Forse, più che una democrazia – avrà pensato Renzi – ciò che davvero serve è una “dittatura democratica”, dove l’approvazione di una legge non dovrà più sottostare all’eterno ping pong senza uscita fra le due Camere. Certo, stando così le cose, è difficile dargli torto. Ma allora dov’è lo sbaglio? In quelli che vogliono una finta democrazia dove c’è posto anche per la corruzione che avvelena il Sud con le scorie nucleari? O in quelli che vogliono una dittatura democratica dove, per paura che la sovranità popolare possa esprimersi, si tenti con ogni mezzo di allontanare l’agibilità dei referendum portandoli a 800mila firme anziché a 500mila come è stato fino ad ora? Di sicuro non è facile. Specie quando si tratta di scegliere fra due sistemi orrendi.

Quel Canale dei mostri che deturpa la Laguna - C’è un solo modo per capire quale dei due sentieri è il meno sanguinoso. Osservare, credo, con più attenzione quelli che per ora non sono che i primi passi di questo governo, al fine di intercettare qualche segnale che ci dia almeno un’idea di quale sarebbe la sua vera direzione. E uno di questi segnali si è manifestato già nei primi giorni di Ferragosto. Con un blitz a sorpresa è stata approvata la legge “truffa” sulle grandi navi a Venezia. La quale ci annuncia che il nuovo attacco alla città sarà di scavare il Contorta, un canale apposito per il passaggio dei mostri. Questo per liberare “ipocritamente” la Laguna dallo spaventoso traffico che tuttavia permarrà fino a oltre il 2016, periodo in cui agli sciacalli del mare è stato imposto un divieto che ha più della farsa tanto è spudorato: non superare le 96mila tonnellate di peso. Forse Renzi non sa che con questa legge ha inferto un colpo mortale al cuore dell’Arte in seno alla città di Venezia: culla delle arti figurative, dell’architettura e della musica. Ritenuta da tutte le nazioni una delle città più belle del mondo, patrimonio tutelato dall’Unesco, che ora minaccia di escludere la città dalla lista dei patrimoni dell’umanità. Mi domando come sarebbe apparso Renzi agli occhi del mondo se, oltre a essere giovane, svelto e simpatico, avesse fatto anche un decreto legge hard rock, che avesse vietato per sempre (senza ulteriori sprechi e scavi pericolosi) il micidiale passaggio delle grandi navi a Venezia. Sono certo che avrebbe ricevuto il plauso di tutti i giovani del mondo e non solo, difficile da credere, ma persino dal suo “acerrimo” nemico Grillo. E invece caro Matteo, credo proprio che tu abbia perso il treno della tua vita. Quel treno che, non avendo il coraggio di non far salire uomini distruttivi come il ministro Lupi e il velenoso padrone del porto Paolo Costa, rischia di andare a sbattere, sebbene tu non perda occasione per dire che a te interessa solo il bene degli italiani. Sarà anche vero e io voglio crederlo, ma forse ancora non hai capito qual è il bene degli italiani, come credo non l’abbiano capito non solo nessuno dei tuoi avversari politici, ma neanche gli italiani. Ed è questa la vera disgrazia.


Cambiamo verso alla pubblicità – E, se devo essere sincero, con tutti questi giochi di potere, di cui in prima linea è sempre il popolo a fare le spese, proprio non saprei dire quale potrebbe essere lo schema ideale per il tuo governo. Viviamo in un mondo in cui, come giustamente dice il Papa, è in atto (sia pure a piccoli sprazzi) la terza guerra mondiale. Dove, oltre alle bombe, non mancano i cretini che, per paura di essere dimenticati, sganciano frasi non meno pericolose. Dove nemici come la Rai, e altrettanto dicasi diMediaset, bombardano di spot pubblicitari la mente dell’uomo con una frequenza devastante, dove l’inserto non è più quello dello spot pubblicitario che interrompe il film, ma al contrario è il film che interrompe la pubblicità con tanti piccoli frammenti di “Ben Hur” distribuiti nella intera serata pubblicitaria. E qui capisci che la guerra è molto più sottile e penetrante. Perché lacera i sentimenti. Quei sentimenti che, se appiattiti, riducono l’uomo ad annaspare nel buio del nulla in cerca magari di qualche guerra da combattere. Non importa quale e chi sia il nemico, purché si combatta, tanto per ammazzare il tempo, oltre che se stessi. Questo è ciò che mi pare di capire. Una prospettiva alquanto triste che il “Re degli ignoranti” altro non sa immaginare e che solo un presidente del Consiglio potrebbe cambiare.

Ma tu non te la senti, o te la senti (tanto per cominciare, per poi subito dopo affondare il dito nella piaga delle tasse ingiuste) di fare un decreto legge che impone alla Rai, aMediaset e a tutte le stazioni televisive che l’intervallo tra un inserto pubblicitario e l’altro non debba essere inferiore ai 20 minuti? E che l’inserto pubblicitario non possa durare più di 2 minuti? No, non te la senti, perché avresti contro il mondo della pubblicità, le televisioni e i politici di tutti i partiti comincerebbero a parlarti di disoccupazione, di gente che vive sulla pubblicità, come l’Ilva diTaranto e le grandi navi, che come ha dichiarato il governatore Zaia (dall’alto della sua cattiva ignoranza) danno lavoro a tanta gente, anche se poi è a causa loro che si muore di cancro. Ma tu non te la senti vero? Perché è questo il tipo di governo che “il vento di questo tempo” impone. Le legislature, compresa la tua, dureranno sempre meno se chi ne è coinvolto non ascolterà la voce impetuosa di questo vento. Oggi, più di ieri, la gente ascolta e giudica. E anche se, come dicono tanti, l’aggettivo di “sovrano” applicato al popolo è una tragica burla, piuttosto che niente è meglio vederlo scritto a caratteri cubitali nella Costituzione, in modo che i 100 senatori rimasti prenderanno qualcosa meno, ma avranno l’onore di essere eletti direttamente dal popolo e conservare così una chiave di controllo nel caso la Camera impazzisca (cosa non difficile) e approvasse una legge ingiusta, antidemocratica e contro la libertà di pensiero.

Il sottile nemico che alberga in noi – Ho letto Eugenio Scalfari che, in un suo bellissimo editoriale su Repubblica, diceva: “Credo che la sola e vera forma che realizza la sovranità sociale sial’oligarchia”. Che significa (lo spiego per il mio popolo): tipo di governo in cui i poteri sono concentrati nelle mani di pochi cittadini. “A patto però – diceva Scalfari – che siano democraticamente eletti dal popolo.” Quindi un’oligarchia aperta al facile e disinvolto rinnovamento sia per i molti che vi entrano che per quelli che escono. Un’idea che a mio parere si può anche condividere, ma non prima d’aver trovato il rimedio per risolvere la crisi. Che non si risolverà mai se non si ha il coraggio di fare una vera e propria “rivoluzione economica.” E qui sono d’accordo con Grillo, quando dice che se l’Europa non condivide il pagamento del nostro “debito” è meglio uscire dall’euro. Del resto, il titolo di “comunità Europea” è valido solo se gli Stati membri si aiutano l’uno con l’altro. Solidarietà indispensabile, per non dire vitale, tanto più nel caso di un ritorno alla lira, che però non avrebbe nessun effetto se nei rapporti col prossimo l’uomo non recupera, prima di ogni altra cosa, quellaspiritualità che l’arido mondo del business ha perso. E per farlo è necessario che la società popolare sia investita da un senso nazionale di crisi, non per addentrarsi nei meandri di un incubo, ma al contrario per accomunarci tutti insieme lungo il sentiero della trasparenza e dell’onestà. E questa è una pulizia che deve partire dalpopolo. Perché, se lo sporco è già tra le file del popolo, come non di rado accade quando magari il falegname o l’idraulico si approfitta dell’ingenuità del semplice per fargli pagare la riparazione di un tavolo o un rubinetto che perde tre volte quello che dovrebbe costare, è inevitabile poi che anche i pochi che ci governano, se prima erano puliti, piano piano ma non tanto piano addirittura ci sguazzino nello sporco, perché troverebbero nel popolo un terreno fertile.

E come giustamente ha esortato il Papa in una delle sue ultime omelie: le vie che l’uomo può percorrere non sono tre, ma due. Quella Spirituale, seminata nell’arte della natura e delle cose, e quella mondana, la cui dimensione rischia di ingigantire il sottile nemico che alberga in ognuno di noi, l’ego. Che tanti identificano come “lo sfidante”, “il falso io” che esiste solo a livello psichico ma non fisico. Da qualche parte, non so dove, devo aver letto qualcosa che diceva più o meno così: “Quando l’ego occupa lo spazio che il Creatore ha destinato alla natura, attraverso la quale vive quel principio divino da cui nasce l’unica vera essenza dell’uomo, non fa altro che sfruttare a suo vantaggio le risorse di quell’essere umano di cui l’ego si è impossessato, a tal punto che il ‘posseduto’ non ha più coscienza di sé e di cosa ci sta a fare in questo mondo. E la sua vita si trasforma in un vero inferno”.

FONTE: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/13/celentano-renzi-dittatore-democratico-incapace-di-fare-veri-decreti-hard-rock/1120051/

TUTTI IN PIEDI! Un mostruoso Di Battista annulla il servo Floris e massacra Renzi


Strepitosa! V. Raggi nel confronto straccia tutti e in diretta convince più di tutti. Adesso i partiti treman



Vergogna in studio! La Serracchiani rilascia infamità contro Di Maio tanto che ci rimane anche la Merlino


Serracchiani (PD) 'Di Maio affezionato alla poltrona'

Inps, truffa vergogna: sai che un assegno su tre... Quanti soldi ti hanno fregato

 

Altro che prescrizione lunga. Mentre in Parlamento si discute sulla necessità di estendere i termini dei processi, per evitare che qualche delinquente la faccia franca, migliaia di pensionati sono costretti ad una frenetica corsa contro il tempo per ottenere giustizia dall’Inps. Il diritto alla pensione, fortunatamente, è imprescrittibile. I requisiti, dopo la Fornero, sono diventati quasi impossibili da raggiungere, ma una volta ottenuto l’accesso alla prestazione previdenziale, la richiesta può essere avanzata anche dopo vent’anni, a patto di essere ancora vivi. Tutt’altra la situazione sui ratei di pensione, ovvero gli assegni mensili. In questo caso, per evidenti motivi di cassa, lo Stato è assai meno generoso. Dal 2011, infatti, sia per le pensioni già liquidate ma non riscosse che per quelle neanche liquidate il diritto ad incassare si prescrive dopo soli cinque anni, invece dei precedenti dieci. Il che significa che se presento la richiesta dopo vent’anni anni dal termine utile, quindici anni della mia pensione se li mangia l’Inps.
La beffa più grossa riguarda, però, gli assegni sballati di cui si chiede la correzione. In questo caso la prescrizione si trasforma in decadenza (il diritto si estingue per sempre) e il termine si accorcia a tre anni.


Si potrebbe pensare che con circa 30mila dipendenti difficilmente l’Istituto nazionale di previdenza possa prendere un abbaglio. Eppure, tra erronei accrediti della contribuzione, calcoli sbagliati dei periodi di malattia, maternità e cassa integrazione, scorrette rivalutazioni dei montanti, l’errore è molto più frequente di quello che si immagini.
Qualche tempo fa la Fondazione studi dei Consulenti del Lavoro ha calcolato che gli assegni con importi pensionistici inferiori al dovuto rappresentano circa il 38% del totale. Le singoli posizioni presentano in media scostamenti minimi, intorno ai 30 euro mensili, ma se si moltiplicano le somme per i 12 mesi e per gli anni di trattamento la perdita per i pensionati (e il guadagno illegittimo per l’Inps) è tutt’altro che irrilevante.
A confermare l’entità del fenomeno ci hanno pensato diverse rilevazioni sul campo. Lo scorso anno il patronato Inca Cgil di Lucca ha diffuso i dati di una verifica effettuata sulle pensioni di 1.800 persone residenti nella provincia. Ebbene, un assegno su quattro si è rivelato inesatto e dai ricalcoli sono usciti fuori oltre 4 milioni di euro non corrisposti dall’Inps in cinque anni, con errori medi tra i 70 e i 100 euro mensili.
Stessa attività è stata portata avanti dall’Inca Cgil di Rimini lo scorso marzo. Su 1.850 richieste di ricalcolo, ben 791 hanno portato al computo di un rimborso. Si tratta di una percentuale elevatissima del 42,7%. Dall’operazione sono emersi complessivamente 509mila euro di prestazioni dovute e non erogate.
Nella quasi totalità dei casi i pensionati non hanno, ovviamente, alcuna responsabilità. L’errore tecnico o umano è solitamente ascrivibile alla macchina dell’Inps che, seppure involontariamente, rosicchia ogni mese un po’ di soldi al malcapitato di turno. Difficile dire con esattezza quante, tra i 18 milioni di pensioni attualmente versate, siano fasulle. Una cosa, però, è certa: chi vuole verificare la propria posizione, rivolgendosi ad un professionista abilitato, deve farlo in fretta. Una legge del luglio 2011 ha introdotto un termine di decadenza triennale che scatta dal momento della liquidazione del primo assegno e una circolare Inps del luglio 2014 ha sancito l’entrata in vigore della prima tagliola, annullando tutti i possibili ricorsi relativi ai tre anni precedenti.
Solo un intervento della Corte costituzionale (sentenza 69/2014) ha impedito che la stessa stretta sui tempi fosse applicata retroattivamente anche ai trattamenti erogati prima del 2011 o a quelli già in corso di contenzioso (per cui valgono i vecchi termini decennali). Davanti alla Consulta l’Inps ha così difeso la norma. La finalità della disciplina, si legge nella sentenza, è quella «di produrre risparmi nel settore previdenziale riducendo i tempi di esercizio del diritto degli assicurati alle prestazioni pensionistiche».

FONTE:  http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11914973/inps-una-pensione-su-tre-fregatura-assegni-arrotondati-difetto.html

lunedì 30 maggio 2016

DOPO ANNI DI SOPRUSI, FINALMENTE INDAGATI I PARASSITI DI EQUITALIA! L’ACCUSA? QUELLO CHE TUTTI DICONO DA SEMPRE: SONO USURAI

 

Equitalia, i pm indagano per interessi da usura
La commissione tributaria segnala alla Procura una cartella: applicato un aggio troppo elevato
Commissioni elevatissime. Troppo alte. Forse oltre il limite della legge e della soglia dell’usura. È un sospetto a dir poco imbarazzante quello che grava su Equitalia, il colosso pubblico della riscossione, spauracchio di centinaia di migliaia di italiani.
Ora, a sorpresa, Equitalia finisce sotto inchiesta: la Commissione tributaria di Salerno ha annullato per un banalissimo difetto di notifica una cartella, ma non contenta ha chiesto alla magistratura di approfondire il caso, aprendo una strada che potrebbe portare molto lontano.
Chissà. E però la storia merita molta attenzione: Equitalia, di proprietà al 51% dell’Agenzia delle entrate e al 49 dell’Inps, avrebbe spremuto oltre il lecito un salernitano che aveva avviato una procedura ipotecaria. Il colpo di scena quando il commercialista Giovanni Monetti impugna il provvedimento: un preavviso di iscrizione ipotecaria sull’abitazione principale. C’è un difetto di notifica, ma forse c’è di più. Monetti chiede chiarezza, i giudici fiscali gli danno ragione non una ma due volte: rilevano un difetto di notifica, insomma scoprono la classica buccia di banana e annullano la cartella. Ma ipotizzano che possa esserci anche un problema di fondo. E così mandano le carte ai pm della procura perché facciano i loro accertamenti. Un passaggio semplice ma rivoluzionario: l’autorità giudiziaria sfida i mastini del fisco in un conflitto senza precedenti. E vuole capire una volta per tutte se Equitalia abbia applicato tassi irragionevoli, anzi illeciti, oltre i limiti stabiliti dalla norma e oltre la soglia dell’usura.
In realtà questo è il secondo capitolo di una guerra in corso già da un anno. Nel 2015 Monetti aveva sollevato lo stesso quesito in tutt’altro procedimento, sempre alla procura di Salerno. Ora quest’altra questione finisce sotto la lente dei pm. La materia, al di là delle suggestioni, è ostica e scivolosa. Fra l’altro bisogna distinguere le due voci che normalmente compongono il conto in calce alle cartelle: gli interessi e poi l’aggio, la commissione applicata. «A volte – spiega al Giornale Giuseppe Valditara, ordinario di Diritto romano all’università di Torino – Equitalia arriva a colpire il debitore con anni di ritardo e in questo caso gli interessi lievitano fino a raggiungere cifre astronomiche. Ma questo è solo un aspetto di un problema molto più complesso». Le indagini di Salerno toccano un nervo scoperto nei rapporti fra lo Stato e i cittadini. «Se dovesse essere dimostrato – prosegue Valditara – che Equitalia ha applicato tassi usurai, avrebbe conseguenze devastanti. Ancora di più sul piano politico perché Equitalia è il braccio armato dell’Agenzia delle entrate e dunque è uno strumento fondamentale nella lotta all’evasione fiscale. È inimmaginabile che un attore così importante della pubblica amministrazione possa tenere comportamenti non in linea con il proprio ruolo, anzi in qualche modo assimilabili a quelli di volgari strozzini». Ma questo è appunto solo un sospetto e deve essere verificato in concreto. Senza cedere al clima della piazza, infiammata dalla crisi economica e duramente segnata dai «rastrellamenti» condotti con certosina pazienza dagli operatori del fisco.
Semmai su questo versante è ancora una volta la politica a dover battere un colpo e dare quindi un indirizzo di fondo all’azione dei funzionari dell’erario. Alcuni esperti, anche alti ufficiali della Guardia di finanza, sostengono da tempo che la macchina dello Stato funziona a meraviglia quando si tratta di colpire i pesci piccoli, gli artigiani, i commercianti, gli imprenditori dal perimetro limitato che magari non sono evasori, ma più banalmente sono stati messi in ginocchio dal tracollo delle loro attività e non riescono più a pagare le imposte. È facile mettere con le spalle al muro questa folla variopinta di piccoli evasori, più complicato, arduo, stanare i grandi evasori. Quelli che magari hanno portato illecitamente all’estero, in qualche paradiso dell’off-shore, i propri capitali.

PD: CONTINUA LA LISTA DI ARRESTI, QUESTA VOLTA BEN 35, ECCO COSA FACEVANO..

 

Voto di scambio e corruzione elettorale. Tutto in un biennio (2012-2013). L’inchiesta «Matassa», che ha portato all’arresto a Messina di 35 persone, tra cui un consigliere comunale, decapitando i clan cittadini e facendo luce su prassi di condizionamento del voto, ha accertato, secondo gli inquirenti, «l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio e alla corruzione elettorale, operante nell’arco temporale in cui si sono svolte in città le consultazioni elettorali regionali, politiche e comunali che vanno dall’ottobre 2012 al giugno 2013».
L’ultima delle quali, quella per il rinnovo del consiglio comunale e per la scelta del sindaco, ha rappresentato un vero coup de theatre, visto che a uscire vincente dalle urne è stato sì il Pd e il centrosinistra, ma non il suo sindaco. Renato Accorinti, infatti (alla testa di una lista civica) ha soffiato la poltrona a Felice Calabrò, che ha sfiorato il successo al primo turno con il 49,9% dei voti. «Messina è ancora un verminaio» si sfoga Accorinti parlando coi giornalisti e assicurando che se la sua giunta «è isolata dalla politica, ma non dai messinesi».
L’organizzazione, secondo quanto ricostruito dai magistrati, raccoglieva un cospicuo numero di voti, avvalendosi di un gruppo di persone gravitanti negli ambienti della criminalità organizzata che promettendo denaro, aiuto nel disbrigo di pratiche amministrative, posti di lavoro e persino appalti agiva come «struttura di aggressiva propaganda elettorale». In particolare, alcuni degli arrestati, spiegano gli inquirenti, «mediante un diffuso e capillare sistema clientelare» ostacolavano «il libero esercizio del diritto degli elettori», «procurando voti a Franco Rinaldi», presidente del collegio dei deputati questori all’Ars, eletto nelle file del Pd ma poi confluito in Forza Italia, «e a Francantonio Genovese», parlamentare nazionale, ex leader democratico siciliano, poi passato tra gli azzurri, sotto processo per i «corsi d’oro» della formazione professionale. I due non sono indagati e, sentiti dagli investigatori, hanno detto che non erano consapevoli della provenienza dei consensi.
È finito in carcere, invece, Paolo David, consigliere comunale, fedelissimo dei due deputati di cui ha seguito l’itinerario politico. David è indicato nell’inchiesta come il «promotore e organizzatore». Altri arrestati avevano il compito di procacciare i voti e di fungere da collegamento tra i soggetti politici e gli ambienti della criminalità organizzata legati ai clan Ventura e Spartà. Giuseppe Picarella, titolare e gestore di strutture sanitarie, garantiva assunzioni ai soggetti che promettevano il loro sostegno elettorale ai candidati.


Scoperta choc della Gabanelli! Mangi prodotti Amadori? Ecco il documento che fa tremare la famosa azienda



Il cartello fuori dall’allevamento è rassicurante: “Zona protetta in biosicurezza”. All’interno però le immagini choc mandate in onda ieri sera da Report nella puntata “Resistenza passiva”, dedicata ai super batteri resistenti agli antibiotici e al rischio che questi batteri si trasmettano con il cibo, mostrano davvero altro: maiali con escoriazioni rinchiusi in box angusti, topi che si aggirano saltando da un animale all’altro e ancora igiene carente e un gran quantitativo di confezioni di medicinali usati, tra i quali sembra molti antibiotici.
Spiega Milena Gabanelli dallo studio: “Abbiamo visto, all’inizio, allevamento in biosicurezza, che non vuol dire biologico, ma è l’insieme delle misure e delle precauzioni utili per ridurre al minimo i rischi per l’ambiente e la salute umana e quella animale. Ora, certo non ci scandalizziamo per qualche topo: entrano, lo sappiamo bene, anche nei pollai nostrani di campagna, però, di chi è questa meraviglia di allevamento che sta in Romagna?”. La risposta lascia spiazzati: Amadori. Nel video che segue si può vedere tutta la parte della videoinchiesta di Sabrina Giannini con la collaborazione di Ilaria Proietti.

 “Abbiamo – prosegue la Gabanelli nel racconto – almeno una cosa in comune con i polli, i tacchini, i maiali, e mucche: prendiamo gli stessi antibiotici. Mangiando la carne che arriva dagli allevamenti intensivi, possiamo fare il pieno. C’è possibilità di scelta, però, perché c’è altro, fortunatamente. L’Italia esporta nel mondo la sua cultura alimentare, è nota per la varietà dei suoi prodotti agricoli e abbiamo delle eccellenze su tutte le filiere. Quindi una realtà alternativa che c’è, meno rappresentata dalla pubblicità, perché investire in immagine costa, e se lo possono permettere soltanto i grandi, che danno anche tanti posti di lavoro. E i grandi sono anche, possono anche essere delle eccellenze. Però, poi vedi una cosa come questa e il minimo che ti puoi augurare è che sia solo un caso isolato“.
Amadori aveva negato alla trasmissione di poter visitare gli allevamenti.  Report però ha mostrato alcune immagini di un allevamento avicolo, girate dall’associazione Essere Animali che aveva segnalato diverse violazioni nelle norme sull’igiene e al benessere animale. La trassissione non dice di quale allevamento si tratta nè a quale marchio appartiene: quello però che mostra è poco rassicurante, come le immagini di un dipendente che fa pipì all’interno dell’allevamento. 

V.Raggi implacabile! In diretta TV ha fatto il botto, ha spiazzato tutti con la sua competenza



CLAMOROSO! La soffiata: Mattarella ha già deciso. Renzi si dimette? Chi farà il premier

 
La fine del suo governo potrebbe averla scritta lo stesso Matteo Renzi, con grande anticipo. Il premier, infatti, non ha mai nascosto che in caso di vittoria del "no" al referendum costituzionale di ottobre, e dunque di sua sconfitta, sloggerebbe da Palazzo Chigi. Anzi ha aggiunto che si ritirerebbe dalla politica (ma su questo punto i dubbi restano, così come restano dubbi sul fatto che possa lasciare la segreteria del Pd). Le vere scelte di Renzi le scopriremo soltanto dopo il voto. Ma per certo, il "no" potrebbe vincere: lo dicono i sondaggi e i più autorevoli osservatori. Ne segue che la politica si debba organizzare con altrettanto anticipo. Chi al governo dopo Renzi, nel caso? Oppure elezioni anticipate? Ad oggi, lo scenario più potabile pare il primo, con un governissimo destinato a traghettare il Paese fino alla naturale scadenza della legislatura, nel 2018, o quasi.
A far propendere per una soluzione che non ricorra al voto c'è il fatto che, nel caso di bocciatura del referendum costituzionale, il Parlamento dovrebbe essere rieletto con due leggi elettorale totalmente diverse: una maggioritaria, l'Italicum per la Camera, e l'altra proporzionale, il Consultellum per il Senato. Ergo, si riproporrebbero, amplificati, i cronici problemi di governabilità che assillano il Paese. È ovvio, la situazione è assai delicata. E dunque potrebbe essere necessario far ricorso a un governicchio che, dopo le eventuali dimissioni di Renzi, legiferi per evitare lo stallo e per offrire allo Stivale un sistema elettorale valido. Ovvero, una nuova legge ad hoc per il Senato.

 Ma chi potrebbe guidare questo governo d'emergenza? Sul tavolo, secondo La Stampa, ci sarebbero poche ipotesi. Per la precisione, due ipotesi. La più ovvia e gettonata è quella di "prassi", ovvero l'ascesa a Palazzo Chigi del presidente del Senato, Pietro Grasso. Ma a sfavore della terza carica dello Stato propendono le tempistiche: nei giorni dell'ipotetico avvicendamento, infatti, a Palazzo Madama si terrà una complessa sessione di bilancio. E dunque, considerate le priorità economiche, sul tavolo figura anche il nome di Pier Carlo Padoan, il ministro dell'Economia. Certo, i due nomi configurano scenari e profili differenti. La polemica, in caso di vittoria del "no", è assicurata. L'orizzonte appare oggi già parecchio confuso. E dunque non è un caso che al Colle, Sergio Mattarella, abbia già cominciato a lavorare attivamente a una possibile soluzione. O meglio, a due soluzioni.

FONTE:  http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11914378/referendum-no-dimissioni-renzi-governo-padoan-grasso-sergio-mattarella-colle.html?refresh_ce

"Adesso dovete restituirli": maxi stangata fiscale per un milione e mezzo di italiani. Renzi ti spenna!

Irpef, l'ultima farsa di Renzi: il Fisco si riprende gli 80 euro

Arriva il conguaglio fiscale: l'erario rivuole indietro in un’unica soluzione i bonus da 80 euro

Un contribuente su 8 dovrà restituire il bonus da 80 euro che è stato erogato dal governo in busta paga. Una beffa tremenda che constringerà diversi lavoratori a restituire la cifra percepita mensilmente all'erario. Di fatto si tratta di quasi un milione e mezzo di italiani. Lo scorso anno hanno ricevuto il bonus, ma adesso dovranno restituirlo. I motivi sono due: una crescita del reddito annuale che ha varcato la soglia dei 26mila euro lordi, oppure un errore di calcolo da parte del Fisco. Sono circa 800 mila i dipendenti che dovranno aprire il portafoglio e restituire il bonus.
Altri 651 mila invece ne hanno restituito solo una parte. Come riporta il Giorno, da palazzo Chigi spiegano: "Questo è lo stesso meccanismo fiscale che si applica per tutte le deduzioni e detrazioni come quelle per figli a carico". Inoltre, sottolineano, "c’è anche chi pensava di non averlo in quanto incapiente sotto gli 8mila euro, e invece ha raggiunto i requisiti per riceverlo". A sollevare il caso e araccogliere le proteste di chi dovrà affrontare o ha già affrontato questo esborso è il vicepresidente della Camera, Simone Baldelli: "Vorrei che il governo rispondesse. Il dato è inquietante e misura del pressapochismo con il quale si muove Renzi".

FONTE: http://m.ilgiornale.it/news/2016/05/30/irpef-lultima-farsa-di-renzi-il-fisco-si-riprende-gli-80-euro/1265236/

sabato 28 maggio 2016

PAZZESCO! BATOSTA CLAMOROSA PER RENZI. LA NOTIZIA È SU TUTTI I TG..

 
ROMA - La spending review, finora, è stata un "parziale insuccesso" che ha solo raggiunto l'effetto "di ridurre i servizi ai cittadini". È il monito del presidente della Corte dei conti, Raffaele Squitieri, all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2016. "Il contributo al contenimento della spesa - ha detto Squitieri - non è più solo riconducibile a effettivi interventi di razionalizzazione e di efficientamento di strutture e servizi, quanto piuttosto a operazioni assai meno mirate di contrazione, se non di soppressione, di prestazioni rese alla collettività".

TROPPI TAGLI - "Dai tagli operati - ha sottolineato il presidente - è derivato un progressivo offuscamento delle caratteristiche dei servizi che il cittadino può e deve aspettarsi dall'intervento pubblico cui è chiamato a contribuire". La Corte dei conti, ha sottolineato il presidente, "è dell'avviso che il parziale insuccesso, o comunque le difficoltà incontrate dagli interventi di 'revisione della spesa', siano anche imputabili a una non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che catatterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di taglio".

REGIONI IN GINOCCHIO - "Per le regioni - ha aggiunto Squitieri - al netto di quanto destinato alla spesa sanitaria, si evidenzia come il progressivo taglio delle risorse disponibili si sia tradotto in una modifica del rilievo delle funzioni svolte, con caratteristiche diverse tra regioni, e come ciò stia progressivamente portando a delineare particolari modelli territoriali e diversità di accesso dei cittadini ai servizi".

TAGLI "LIMITATI" - Quanto ai margini di risparmio dalla spending review nei prossimi anni, questi potrebbero essere "limitati", anche in considerazione "dei risultati importanti già conseguiti dopo l'avvio della crisi economica internazionale. Ciò va ribadito - ha aggiunto Squitieri - in un quadro prospettico di finanza pubblica che impone ancora di trovare spazi per correzioni non marginali della spesa, anche allo scopo di consentire di affrontare la questione complessa del carico fiscale".

FUORI DALLA RECESSIONE - L'economia italiana è sì uscita dalla lunga recessione, ma sul futuro c'è ancora incertezza: "Pur nella rassicurante acquisizione di un'economia italiana ormai uscita dalla recessione connessa alla crisi del debito sovrano - ha sottolineato Squitieri - le vicende più recenti confermano il permanere di un quadro ad alto contenuto di incertezza, soprattutto avendo riguardo allo scenario internazionale. In una fase così delicata per il nostro paese - ha aggiunto il presidente della magistratura contabile - è fondamentale fornire impulso alla crescita economica e all'occupazione, pur nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica".

CROZZA SHOW! SI SCHIERA CON LA RAGGI E MASSACRA RENZI E IL PD STREPITOSAMENTE

Nella borsa del consigliere Pd qualcosa di inaspettato: ARRESTATO!


Siracusa, arrestato consigliere del Pd: aveva con sè 20 chili di droga

In partenza per Malta, è stato preso con altre due persone a Pozzallo


L'arresto è avvenuto a Pozzallo, in provincia di Ragusa, dove il 31enne Antonio Bonafede stava per imbarcarsi sun traghetto che lo avrebbe portato a Malta. L'uomo, che è consigliere comunale per il Pd a Siracusa, aveva con se venti chilogrammi di droga.
La squadra mobile di Siracusa, in collaborazione con i colleghi della questura di Ragusa, hanno bloccato Bonafede nel piazzale prima dell'imbarco. Con lui c'erano anche il 32enne Salvatore Mauceri e il 44enne Antonio Genova. In un borsone e in un trolley 16 chili di marijuana e tre chili e mezzo di hashish.
Accusati di spaccio di sostanze stupefacenti, i tre sono stati arrestati dopo una lunga attività di osservazione.

Bufera a Striscia! Ficarra e Picone danno spazio a una denuncia del M5S. Quello che viene fuori è incredibile.










 
Bufera a Striscia! Ficarra e Picone danno spazio a una denuncia del M5S. Quello che viene fuori è incredibile. Finalmente qualcuno si è deciso a dar voce a una denuncia gravissima che il M5S porta avanti da anni, gli unici sono stati questi due signori. Adesso vi chiediamo di mettervi comodi e di farlo girare ovunque. Intanto ringraziamo Ficarra e Picone per essersi interessati! Massima condivisione!!

BOOM! La Ferilli volta le spalle al PD di Renzi: "Adesso il mio voto è per il Movimento"

Sabrina Ferilli dà uno schiaffo al Pd e vota Virginia Raggi. "I romani hanno votato il Marino scienziato, e abbiamo visto. E prima di lui Alemanno lo screanzato, e nun ne parlamo. Perché devo ritenere irresponsabile dare un voto all'unico movimento che cerca ancora la piazza come luogo di ritrovo, che chiede alla gente di interessarsi alla politica, di prendere parte alle decisioni? Perché lo sberleffo a 'sta ragazza e ai suoi compagni e tanti salamelecchi ai fetentoni che hanno ridotto la mia Roma a una fogna?", si domanda l'attrice storicamente legata alla sinistra in un'intervista al Fatto Quotidiano.
La Ferilli fa poi una riflessione sulla sinistra: "Lo so che è divenuta una parola bucata, che ha perso di senso. Ma per costume familiare e per convinzione ho sempre badato ad avere presente i valori della solidarietà, dell' uguaglianza, dell' equità. E mi sento più tranquilla se faccio di tutto per rimanervi fedele". Critica su Marchini  che non sa cosa vuol fare. Il grande problema per lei, il motivo per cui proprio non riesce a votarlo è la sua scelta di mettersi con Alemanno, Storace e Berlusconi. Quando il giornalista le chiede di citare una cosa buona che ha fatto Renzi, Ferilli non ha dubbi: "La legge sulle unioni civili". 

Fonte:www.liberoquotidiano.it

venerdì 27 maggio 2016

Siluri pazzeschi sul governo dell'ebete. Ufficiale: mezzo PD molla Renzi

 

Oltre alla bocciatura che gli arriva dai numeri, Matteo Renzi deve fare i conti anche con quella tutta politica partita come un siluro dall'ex ministro Pier Luigi Bersani. Il leader della sinistra Pd in un'intervista al Fatto quotidiano non ha risparmiato veleno sul premier e il suo continuo vantarsi dei segnali di ripresa registrati sul Pil: "gran parte della gente con quel segno più non ci campa - ha detto - Consiglio di mostrarne consapevolezza". Secondo Bersani, Renzi ha una sola ossessione: "Quella di vincere, mai di risolvere". E il problema sta in quel che manca sotto il segno più sul Pil, cioè 200 miliardi di euro rispetto al 2008 e sei milioni di posti di lavoro.
Jobs act - Il nocciolo della questione, secondo Bersani, sta nella riforma del lavoro varata dal governo Renzi e la sua inefficacia sul medio e lungo periodo: "Non avremo lavoro vero se non affrontiamo la questione degli investimenti - ha chiarito - Oggi abbiamo meno contratti a tempo indeterminato che nel 2014. In compenso - ha ricordato - va forte il voucher, un mini-job all'italiana che accentua la precarizzazione del lavoro". Bersani riserva una bordata anche all'Ad di Fca, Sergio Marchionne: "La Fiat non puà dirci che cosa dobbiamo fare e pagare le tasse all'estero. Dia consigli dove paga le tasse. Vorrei vedere che cosa direbbe la cancelliera Merkel se Marchionne pagasse le tasse all'estero".

FONTE:  http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11913826/pier-luigi-bersani-boccia-jobs-act-matteo-renzi-gente-non-mangia-con-segno-piu.html

++ ULTIM'ORA - CANONE RAI, È CLAMOROSO: FINALMENTE SI SONO DECISI..

 

Lo stabilisce in una nota il ministero dello Sviluppo Economico. Era stato il Consiglio di Stato qualche giorno fa a chiedere all'azienda televisiva pubblica un chiarimento sulla definizione di apparecchio televisivo. Il sottosegretario Giacomelli conferma lo slittamento alla metà di maggio dei termini di presentazione delle domande di esenzione, lo riferisce Rosaria Amato su La Repubblica. 

ROMA - Solo i proprietari di apparecchi televisivi devono pagare il canone Rai. La tv ai tempi di Internet si può guardare anche su computer, smartphone, tablet, ma, chiarisce il ministero dello Sviluppo Economico in una nota, il canone riguarda solo gli apparecchi televisivi, cioè "un apparecchio in grado di ricevere, decodificare e visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente (in quanto costruito con tutti i componenti tecnici necessari) o tramite decoder o sintonizzatore esterno". 

ll chiarimento si è reso necessario per via delle contestazioni mosse qualche giorno fa dal Consiglio di Stato. In un parere sul decreto ministeriale che regola le nuove norme sul canone Rai (che da quest'anno si paga con la bolletta dell'elettricità), il Consiglio di Stato ha infatti obiettato che nel provvedimento manca una "definizione di cosa debba intendersi per apparecchio televisivo", che in passato non serviva ma adesso è necessaria visto che i programmi televisivi viaggiano anche in Rete, e si possono guardare attraverso diversi strumenti tecnologici. 

Continua a leggere su "La Repubblica"

Il M5S ha compiuto un gesto senza precedenti. Neanche una riga sui giornali. Guardate cosa hanno fatto:

 

Con la rinuncia a parte dei loro stipendi, i 5 Stelle fanno ripartire alcune aziende italiane. E gli imprenditori ringraziano. Luigi, ha ricevuto 20 mila euro grazie al fondo attivato dal Movimento 5 Stelle in favore delle piccole e medie imprese. A darne notizia, nella serata di ieri, è il senatore 5 Stelle Vito Crimi
Mentre nel Pd continuano a litigare su soglie di sbarramento, premi di lista o di coalizione e mentre i partiti si scannano sul totoQuirinale, noi continuiamo a dimostrare con i fatti che una politica onesta è possibile.

Basta poco per realizzare nei FATTI ciò che questi cialtroni annunciano solo a PAROLE. Mentre attendono una legge (che dovrebbero farsi loro) che gli dimezzi lo stipendio, noi lo abbiamo già dimezzato. Mentre attendono una legge (che dovrebbero farsi loro) per abolire i rimborsi elettorali, noi abbiamo già rinunciato. E per avere l'Iban del conto in cui versare le nostre eccedenze per le piccole e medie imprese abbiamo trascorso le notti davanti al Ministero dell'Economia.

Da solo, questo messaggio mi ripaga di tutto l'impegno profuso in questi due anni a segnare la differenza tra noi e loro. Mentre loro continuano a spartirsi poltrone e privilegi senza rinunciare ad un centesimo, noi pensiamo al Paese. Parliamo al Paese. E progettiamo il suo futuro. Grazie, Luigi.

"FANNO SCHIFO" LA SFANCULATA ATOMICA DI GIORDANO DISTRUGGE LE "SCHIFORME" DI RENZI

 

Sarò uno sfascista, ma l’idea di votare sì al referendum costituzionale mi fa venire la scarlattina agli zebedei. Innanzitutto per un motivo di sostanza: questa riforma fa schifo. È vero che, come dicono molti, non devi cercare il meglio perché il meglio è nemico del bene. Ma qualcuno dovrebbe spiegarmi dove sta il bene in questo caso: in un Senato zeppato di consiglieri regionali (la peggior classe politica che siamo riusciti a esprimere nella storia della Repubblica)? In un bicameralismo fasullo che renderà ancor più farraginoso l’iter delle leggi? In un Parlamento di nominati che si fa sberleffi di ogni forma di contrappeso democratico? In un inevitabile pasticcio che ci farà presto rimpiangere persino le convergenze parallele della Prima Repubblica? E noi dovremmo accettare tutto questo perché? Per dare la possibilità a Renzi di appuntarsi sul petto la medaglia al valor costituzionale? Per mettere un’altra tacca sulla pistola con cui sta uccidendo la speranza di questo Paese?
Dicono che il centrodestra non può tirarsi indietro, deve scegliere il sì al referendum perché questa riforma l’aveva sostenuta all’inizio, perché l’uovo costituzionale è stato covato nel nido comune del Nazareno e dunque cambiare idea ora sarebbe un terribile e insopportabile voltafaccia. Perdindirindina, il voltafaccia, che scandalo, signora mia, che brutta cosa. Come se la politica fosse da sempre il tempio della coerenza, come se nessun partito avesse mai cambiato idea, o bandiera, o posizione, se non avessimo visto il Parlamento popolarsi a ogni stagione di trottole sempre in movimento, giravolte continue, magari per convinzione o anche solo per convenienza. Per dire: solo pochi giorni fa il centrodestra sosteneva con forza la candidatura di Bertolaso a sindaco di Roma. «Non cambieremo mai idea», dicevano. Poi hanno pensato che era meglio cambiare idea e l’hanno fatto. Oplà, senza batter ciglio. È normale. È la politica.
Nel caso del referendum, fra l’altro, non si tratterebbe nemmeno di un vero voltafaccia. Perché il pacchetto delle riforme (costituzionale più legge elettorale) uscito dal cilindro magico di Renzi è assai diverso da quello su cui si stava trattando sotto il cappello del Nazareno. È stato cambiato progressivamente. E radicalmente. Ed è stato cambiato da una parte sola, a colpi di maggioranza, come se la Costituzione potesse diventare davvero proprietà del Giglio Magico, scendiletto dei bisogni del Pd, appena addolcito e ripulito dal lavacro del referendum. In effetti se passa il sì, con il voto di una minoranza di italiani (il quorum, si sa, in questo caso non servirà) avremo l’Italia fondata su una Carta che divide, anziché unire, che lacera anziché compattare. E il centrodestra dovrebbe dare il suo assenso a tutto ciò, dopo essere stato ripetutamente preso a pesci in faccia, soltanto perché all’origine aveva accettato di sedersi al tavolo per discutere le riforme? Magari illudendosi di trovare dall’altra parte un vero statista e non un bulletto istituzionale? Un’apertura al dialogo (in buona fede e poi tradita) dovrebbe legare le mani per sempre? E per quale motivo?
Diciamo la verità: il referendum sulla Costituzione ormai è diventato un referendum su Renzi. Il premier usa questa carta per cristallizzare e santificare il suo potere, gli altri per dire che non sono d’accordo. E allora, a proposito di coerenza: sono vere le cose che vengono ripetute da Berlusconi e dal centrodestra sul regime renziano? Sul suo deficit originario di democrazia? Sulla sua incapacità di gestire l’economia? Sulle tragiche mancanze in politica estera? È vero o no che per colpa di questo governo (mai votato degli italiani) cresciamo meno del resto d’Europa? È vero o no che accumuliamo figuracce internazionali a non finire? Queste affermazioni vengono ripetute continuamente dai leader di Forza Italia. E allora qual è la conseguenza naturale di affermazioni del genere? Provare a fermare chi si macchia di tutto questo? Oppure sostenerlo? E chi è il vero sfascista? Chi prova a ribellarsi allo sfascio di questo Paese dicendo «no»? O chi vuol lasciare procedere il Paese lungo il suo declino, piegando il ginocchio a un servile «sì»?

FONTE:  http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11908910/mario-giordano-riforma-costituzionale-fa-schifo-renzi-da-fermare.html

TUTTI IN PIEDI! Una formidabile V.Raggi lascia a bocca aperta Mentana con una competenza pazzesca





V. Raggi incontenibile! In pochi minuti asfaltato il venduto Greco, l'ha umiliato in diretta!



giovedì 26 maggio 2016

ULTIM'ORA! Boschi finita! Ecco l'ultima scoperta clamorosa della procura: "Ordini dall'alto per piazzare i Bond"

 

 

Banca Etruria, ordini dall'alto per piazzare i bond


La procura è convinta di aver individuato una cabina di regia che induceva la rete bancaria a vendere alla clientela, anche quella senza i requisti corretti, i titoli subordinati, diventati carta straccia con il bail in

AREZZO - Scoperta dagli inquirenti una cabina di regia all'interno di Banca Etruria per collocare presso la clientela i bond subordinati, obbligazioni diventate carta traccia con le nuove regole per il salvataggio delle banche (bail in). Grazie anche alle dichiarazioni contenute nelle oltre 400 denunce raccolte dalla Procura di Arezzo, i magistrati del pool che indagano sul dissesto del vecchio istituto di credito ritengono con "ragionevole certezza" di aver individuato una "cabina di regia" a livello manageriale, che ha prescritto il collocamento delle obbligazioni subordinate in modo 'granulare', andando ad individuare anche soggetti con un profilo di investitore a 'rischio basso' e non più solo a 'rischio medio-elevato' in linea con la tipologia di investimento finanziario.

Una convinzione che ha spinto i magistrati a ordinare nuove perquisizioni al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Arezzo e Firenze anche nella sede centrale di Banca Etruria: il fine è la ricerca e il sequestro della documentazione riguardante il collocamento sul mercato finanziario delle obbligazioni subordinate, emesse dalla Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio Società Cooperativa (ora in liquidazione coatta amministrativa).

L'attività investigativa, che ipotizza il reato di truffa aggravata in concorso, è indirizzata alla ricerca della documentazione e della corrispondenza dei vari responsabili di area della Banca Etruria, che hanno imposto - tramite circolari interne e altre condotte al vaglio degli inquirenti - la sottoscrizione di obbligazioni subordinate a una clientela retail, priva di un profilo finanziario adeguato all'investimento, proposto di norma ai clienti 'professionali', che possiedono le competenze necessarie per prendere consapevolmente le proprie decisioni e per valutare correttamente i rischi che assumono. In particolare, le indagini della Gdf, coordinate dal procuratore capo Roberto Rossi, hanno evidenziato che gli investimenti in obbligazioni subordinate - su proposta dei responsabili d'area e degli uffici territoriali della Banca Etruria - sono stati prospettati ai vari clienti come investimento sicuro ed analogo a quelli in obbligazioni ordinarie e titoli di Stato.

Talvolta, addirittura il cliente è stato spinto, spiegano gli investigatori,

ad effettuare il disinvestimento di operazioni a capitale garantito per favorire l'acquisto delle obbligazioni subordinate, che gli era stato proposto come "una promozione" della Banca Etruria rivolta ai propri clienti migliori, ma che doveva essere sottoscritta in tempi brevissimi.
 FONTE: http://www.repubblica.it/economia/2016/05/09/news/banca_etruria_un_ordine_dall_alto_per_piazzare_i_bond-139429621/

"Vietato trasmetterlo in Italia" I francesi prendono d'assalto le banche. Il video è virale in Europa













PAZZESCO: MANIFESTANTE SFONDA IL CORDONE DI SICUREZZA, RENZI COSTRETTO A SCAPPARE DI CORSA

 

Un manifestante buca il cordone di sicurezza alla fine della visita del Premier a Matera e tenta di avvicinarsi a Renzi che è appena uscito dal teatro Duni dove ha firmato il patto con la Basilicata, ma viene subito fermato. Il Presidente non eletto da nessuno lascia velocemente la città dei Sassi, capitale della cultura 2019 tra fischi e insulti.


Manifestante penetra cordone di sicurezza... di bigcocomero

CANONE IN BOLLETTA? IL CONSIGLIO DI STATO SFANCULA RENZI! ECCO LE CONTESTAZIONI MOSSE ALL’ULTIMA FOLLIA DI STATO

 

Il Consiglio di Stato impone l’alt sul Canone Rai. Il tribunale amministrativo, che per legge deve dare un parere sul decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, avanza due critiche: in primo luogo manca una “definizione di apparecchio televisivo”; in secondo luogo non si precisa che il canone si versa una volta sola, anche in presenza di più televisori in casa, né se sia da pagari in presenza di smartphone o tablet in grado di intercettare il segnale tv. Una bocciatura che cade a metà aprile, a pochi mesi dalla prima bolletta elettrica che conterrà l’imposta, prevista a luglio.
Lo scrive la Repubblica, che fornisce i dettagli delle osservazioni del Consiglio di Stato.
In un suo atto, il Consiglio di Stato lamenta che il decreto – scritto dal ministero dello Sviluppo Economico – non offre una “definizione di apparecchio tv”. E neanche precisa che il canone si versa una volta sola, anche se abbiamo più televisori in casa. E’ dunque indispensabile chiarire che la famiglia deve versare la gabella un’unica volta, e soltanto se possiede un tv che riceve i programmi in modo diretto “oppure attraverso il decoder”. In questo modo, il decreto chiarirà una volta e per sempre che non si deve pagare niente quando si hanno uno “smartphone o un tablet” che pure riescono oggi a intercettare il segnale televisivo.
Il Consiglio di Stato osserva anche che la riscossione del nuovo canone pone un problema di privacy, vista l’elevata mole di dati che si scambieranno gli “enti coinvolti (Anagrafe tributaria, Autorità per l’energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell’interno, Comuni e società private)”. Eppure il decreto ministeriale non prevede neanche uno straccio di “disposizione regolamentare” che assicuri il rispetto delle normativa sulla riservatezza.

 Sempre il Consiglio di Stato stigmatizza la scarsa chiarezza del decreto ministeriale che pure tratta una materia molto sentita dagli italiani. Oscuro, ad esempio, è il passaggio che definisce le categorie di utenti tenute al pagamento dell’imposta per Viale Mazzini. E poi c’è il capitolo della dichiarazione che bisogna inviare all’Agenzia delle Entrate per attestare di non avere il televisore. Gli adempimenti in capo a chi non deve versare la gabella tv sono tali da imporre allo Stato una campagna d’informazione capillare, che il decreto però si guarda bene dal chiedere.
Infine il Consiglio di Stato punta l’indice sul fatto che il ministero dell’Economia non ha dato un formale via libera (attraverso il meccanismo del “concerto”) al decreto scritto dal ministero dello Sviluppo Economico. Il ministero dell’Economia si è limitato ad una presa d’atto dell’esistenza di questo atto. In assenza del “concerto”, però, si rischia di inficiare la “correttezza formale” dell’iter amministrativo.

Di Maio show! In diretta nazionale riceve i complimenti da Belpietro e dimostra tutta la sua competenza

ULTIM'ORA! Vergognosa notizia: aggredito candidato sindaco M5S. Ecco chi è. Massima solidarietà!

Sempre più rovente il clima della campagna elettorale empedoclina. Tra comizi, scontri e polemiche infuocate c’è il rischio che possa finire in rissa: sarebbero state “messe le mani addosso” alla candidata dal sindaco del Movimento 5 stelle, Ida Carmina, come comunica lei stessa su Facebook spiegando di aver denunciato il fatto all’autorità di pubblica sicurezza.
Ecco il post-denuncia di Ida Carmina sul social network:
“Ritengo che la campagna elettorale a Porto Empedocle stia degenerando. Quando ero bambina c’era un ritornello che dicevamo quando qualcuno offendeva con cattiverie false ed espressione di malvagità gratuita: “la parola maledetta resta in bocca a chi l’ha detta..l’hai detta tu e ci resti tu..”. Noi pretendiamo che il confronto dei cittadini si svolga in modo onesto e corretto e siamo contro ogni forma di offesa personale e le campagne denigratorie piene di falsità di carattere personale. La trasparenza e la democrazia, il confronto con i cittadini non hanno nulla a che fare con la disonestà dei comportamenti ed il modo in cui viene svolta attualmente la campagna elettorale a Porto Empedocle. Nulla ha a che fare col dibattito politico e la divergenza di idee, anche veemente, col confronto con i cittadini. Ma quando la politica degenera e diviene solo una MACCHINA DEL FANGO, INFARCITA DI FALSITA’, che agita gli animi proprio impedendo il corretto confronto democratico, alterando i rapporti tra le persone, conducendo all’odio personale, sino a condurre una persona ritenuta perbene a mettere le MANI ADDOSSO AD UNA DONNA, peraltro CANDIDATO A SINDACO, IN PIENA PIAZZA DAVANTI A NUMEROSI TESTIMONI , ritengo che essa vada riportata nei giusti limiti. Qualcuno mi ha detto : “questa volta ti hanno strattonato per un braccio ed eravamo in tanti ..e se le prossima ti trovi sola e fanno qualcosa di peggio?”. Questo è solo l’ultimo episodio di una serie di incresciose forme intimidatorie e di più o meno “velate minacce” . Abbiamo ritenuto quindi di informare le Autorità di Pubblica Sicurezza dell’accaduto, chiedendo una maggiore vigilanza e di predisporre strumenti adeguati perchè la campagna elettorale possa svolgersi nella serenità. Intendiamo chiedere maggiore attenzione investigativa su queste elezioni, ci sono stati troppi scandali e ci sono ancora troppe inaccettabili zone d’ombra. Tanto dovevo per la trasparenza che ci contraddistingue e perchè niente scalda gli animi quanto la menzogna e la mancanza di verità”.

Fonte: http://comunicalo.it/2016/05/25/elezioni-porto-empedocle-aggredita-la-candidata-m5s-mi-messo-le-mani-addosso/