venerdì 13 gennaio 2017

"NAPOLITANO E’ LA VERA ANOMALIA ITALIANA" DALL’INGHILTERRA UN PESANTE E SACROSANTO ATTACCO AL VECCHIO PARASSITA DEL QUIRINALE

“THE ITALIAN DISASTER” – L’ANOMALIA ITALIANA NON È BERLUSCONI, MA NAPOLITANO! UN SAGGIO INGLESE FA A PEZZI RE GIORGIO (IL TESTO INTEGRALE)

Lo storico britannico Perry Anderson analizza la crisi europea dalla parte dell’Italia, e si concentra su Napolitano, “studente fascista, poi il comunista favorito di Kissinger”, che mise la firma sul Lodo Alfano, entrò in guerra con la Libia violando leggi e trattati e tramò con Monti e Passera per sostituire Berlusconi…

1. IL SAGGIO INTEGRALE DI PERRY ANDERSON: “THE ITALIAN DISASTER”
Dalla “London Review of Books”
2. THE LONDON REVIEW OF BOOKS: “NAPOLITANO, ANOMALIA ITALIANA”
Caterina Soffici per “il Fatto Quotidiano”
La vera anomalia italiana? Giorgio Napolitano. Sulla prestigiosa London Review of Books, lo storico britannico Perry Anderson analizza la crisi europea in un lungo saggio dal titolo: The Italian Disaster. Non c’è bisogno di traduzione ed è interessante che per parlare del futuro dell’Europa e delle falle nel sistema della democrazia del vecchio continente, si parli del disastro italiano, raccontato con la secchezza degli storici inglesi: una sequenza di fatti, date, pochi commenti e molti argomenti.
Quello che Denis Mack Smith ha fatto con i suoi saggi sul Risorgimento e la nascita del fascismo, Anderson, storico di formazione marxista, lo fa con gli anni recenti della storia patria. Secondo Anderson è il capo dello Stato la vera minaccia della democrazia italiana. Visto in patria come il salvatore, “la roccia su cui fondare la nuova Repubblica”, Napolitano è invece una vera pericolosa anomalia, un politico che ha costruito tutta la carriera su un principio: stare sempre dalla parte del vincitore.
Così da studente aderisce al Gruppo Universitario Fascista, poi diventa comunista tutto d’un pezzo: nel 1956 plaude l’intervento sovietico in Ungheria, nel 1964 si felicita per l’espulsione di Solgenitsyn, sostenendo che “solo i folli e i faziosi possono davvero credere allo spettro dello stalinismo”. Fedele alla linea del più forte, vota sì all’espulsione del Gruppo del Manifesto per i fatti di Cecoslovacchia e negli anni Settanta diventa “il comunista favorito di Kissinger”, perché il nuovo potere da coltivare sono ora gli Stati Uniti.
Gli Usa e Craxi sono i nuovi fari di Napolitano e dei miglioristi (la corrente era finanziata con i soldi della Fininvest) e nel 1996 il nostro diventa ministro degli Interni (per la prima volta uno di sinistra), garantendo agli avversari che “non avrebbe tirato fuori scheletri dall’armadio”.Ma il meglio Napolitano lo dà da presidente della Repubblica: nel 2008 firma del lodo Alfano, che “garantisce a Berlusconi come primo ministro e a lui stesso come presidente l’immunità giudiziaria”, dichiarato poi incostituzionale e trasformato nel 2010 nel “legittimo impedimento”, anch’esso dichiarato incostituzionale nel 2011.
E poi una gragnuola di fatti: il mancato scioglimento delle Camere nel 2008, l’entrata in guerra contro la Libia del 2011 (scavalcando costituzione, senza voto parlamentare, violando un trattato di non aggressione), le trame con Monti e Passera per sostituire Berlusconi, modo – secondo Anderson – “completamente incostituzionale”.
Per non parlare della vicenda della ri-elezione al secondo mandato (“a 87 anni, battuto solo da Mugabe, Peres e dal moribondo re saudita”) e delle ultime vicende, con il siluramento del governo Letta. Napolitano, che dovrebbe essere “il guardiano imparziale dell’ordine parlamentare e non interferire con le sue decisione”, scrive lo storico britannico, rompe ogni regola. “La corruzione negli affari, nella burocrazia e nella politica tipiche dell’Italia sono adesso aggravate dalla corruzione costituzionale”.
E poi il caso Mancino e la richiesta di impeachment contro il presidente da parte di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, e l’invocazione della totale immunità nella trattativa Stato-mafia, che Anderson definisce “Nixon-style”, termine che evoca scandali come il Watergate. Ma gli esiti italiani sono stati diversi, come ben sappiamo.
FONTE: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/the-italian-disaster-anomalia-italiana-non-berlusconi-ma-77697.htm

6 commenti:

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  2. 14 gennaio 2013 ·
    I cittadine del sud d’Italia, a tutt’oggi non cambiano mentalità, raro poche eccezioni. Quando avevo appena dieci anni. Ci furono le elezione per dire sé gli italiani volevano la monarchia o la repubblica. Al sud prevalsero i voti per la monarchia, mentre al nord votarono per la repubblica e incorporò il sud nell’Italia repubblicana. E in quella mia tenera età sentivo lamentare i grandi ( del sud ) che le era mancato il padre ( l’Italia era una nazione senza padre )
    Per fortuna, ultimamente, hanno avuto Giorgio Napoletano che le ha fatto da padre e il benessere è sotto gli occhi di tutti. Scusate l’incomprensione del mio scritto, non sono mai andato a scuola.

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  3. Berlusconi ha la colpa di non aver concluso poco sulle riforme. Ha pasticciato credendo che il tempo sarebbe stato galantuomo. Gli altri hanno offerto come agnello sacrificale (Berlusconi ) la sua coalizione non ha retto ed è venuto tutto il caos.

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    1. La colpa di B.è stata quella di pensare solo agli affari suoi e dando il via al decadimento italiano continuato,grazie a Napolitano, dai successivi governi "non eletti", dei cui non ci libereremo se non si faranno nuove elezioni.

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