Esposto dell'imprenditore in manette contro le cooperative rosse ed Ezio Bigotti: "Vince sempre lui, è un uomo di Verdini. C'è un cartello permanente". Inchiesta dell'Anac e dell'Antitrust sul sistema della stazione appaltante. Un’anticipazione delle novità sull’inchiesta che usciranno sul nuovo numero dell’Espresso che sarà in edicola domenica 26 marzo
ROMA - "Io poi non voglio il male di Bigotti. Facesse quello che cazzo vuole! Ma non rumpete o' cazz a me!". Qualche mese fa Alfredo Romeo aveva invitato l'imprenditore Carlo Russo nel suo studio per parlare d'affari, e aveva deciso di sfogarsi. Contro i suoi nemici, contro l'ad di Consip Luigi Marroni, contro coloro che lo vorrebbero fuori dai ricchi appalti di Stato.
L'informativa di Carabinieri e Finanza sull'inchiesta che sta terremotando la stazione appaltante e mezzo Partito democratico nasconde stralci di conversazioni che, uniti ad altri documenti riservati, mostrano con evidenza come Romeo (in carcere per la presunta corruzione del dirigente di Consip Marco Gasparri, l'udienza al tribunale del riesame è prevista in giornata) si sentisse davvero accerchiato. Vittima di un presunto "complotto" dei vertici della società di stato che, a suo parere, favorivano sistematicamente le cooperative rosse. E, insieme a loro, le imprese di quello che l'imprenditore di Cesa considera il suo principale avversario: Ezio Bigotti. Un immobiliarista vicino a Denis Verdini e presunto dominus, a detta di Romeo, di un sistema di potere che in Consip riesce a fare da anni il bello e il cattivo tempo.
Non è un caso che, come scriverà L'Espresso nel numero in edicola domenica prossima, gli avvocati di Romeo abbiano inserito come prova regina nella memoria difensiva un esposto della Romeo Gestioni. Spedito a Marroni ad aprile 2016, dunque in tempi non sospetti, e contestualmente al presidente dell'Anac Raffaele Cantone e a quello dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella. Un atto d'accusa durissimo, su cui risulta che sia l'Antitrust che Anac abbiano aperto due distinti procedimenti.
L'esposto viene scritto subito dopo l'esclusione della Romeo Gestioni dalla gara per il "Servizio Luce" per la pubblica amministrazione. Una commessa da ben 967 milioni divisa in otto lotti, due dei quali inizialmente assegnati allo stesso Romeo. Quando a marzo 2016 l'imprenditore napoletano, eliminato dalla tenzone per tre irregolarità di alcune società a lui consorziate, viene a sapere che uno dei due lotti è stato assegnato proprio a Bigotti decide di passare al contrattacco.
"Dalla documentazione risulta che ben 5 lotti di gara su 8 risultano di fatto aggiudicati ad istanze imprenditoriali che vedono la partecipazione sostanziale di aziende del gruppo Sti, presieduto da Ezio Bigotti", scrive il legale di Romeo. Che segnala pure come i lotti 5 e 7 siano stati aggiudicati alla Conversion& Lighting srl di Bigotti solo perché a novembre 2015 l'arcirivale ha comprato da Manutencoop proprio l'azienda che era arrivata seconda dietro la Romeo, la Smail spa. "La Conversion& Lighting è al 51 per cento controllata dalla Exitone (altra società di Bigotti) e al 49 per cento dal Consorzio stabile energie locali, già aggiudicatario del lotto 2 e che vede tra i propri consorziati la Gestione Integrata srl. Anche questa partecipata per l'85 per cento da Bigotti ", chiosano i legali di Romeo. "Con tale aggiudicazioni un unico centro imprenditoriale si assicura oltre il 76 per cento del complesso delle attività poste in gara. Un risultato 'incredibile'".
Per Romeo, la Consip di Marroni protegge dunque "un cartello permanente", e ipotizza come "partecipazioni "dubbie" già riscontrate in passato" rischiano di turbare altre gare in futuro. In primis il bando miliardario FM4, dove a suo parere esiste una sorta di "desistenza competitiva" tra Bigotti e Cofely ("le due candidature coprano ben 12 lotti senza mai sovrapporsi se non nell'unico marginale caso del lotto 8)". La risposta di Marroni arriva dopo un mese, ed è altrettanto diretta: o ti rimangi tutto o faremo una querela.
Qualche mese dopo sarà lo stesso amministratore delegato, però,
ad ammettere agli investigatori di aver incontrato Bigotti, su richiesta di Verdini, al ristorante "Al Moro", per parlare proprio delle gare Consip. Fatto che dimostra che forse i sospetti di Romeo sulla forza politica e i legami del contendente non fossero totalmente infondati.
Non c'è nulla da commentare. L'inghippo parla chiaramente da sé. C'è solo da augurarsi che, come accade spesso con la politica, non riescano ad insabbiare tutto questo letame.
RispondiEliminaMa certo che verrà insabbiato milioni di metri cubi di spiagge delle coste italiche sono sparite ecco perché.LA VERITÀ ANCHE QUELLA EXTRA GOVERNATIVA devono sapere tutti.
RispondiEliminaQUANTA MUNNEZZA
RispondiEliminaSalvatore caputo.ecco x che Renzi e verdini camminano a braccetto.
RispondiEliminaRenzi il gatto e verdini la volpe stanno in società di loro ti puoi fida
RispondiElimina