Un pizzino inguaia Tiziano Renzi. Un foglietto recuperato dagli inquirenti nei cestini della società di Alfredo Romeo, finito in arresto mercoledì per corruzione. Su quel pezzo di carta, sorta di memorandum, cifre e iniziali dei "facilitatori" che secondo i pm erano a libro paga di Romeo per spianare la strada verso l'appalto miliardario con Consip, guidata da quel Marroni ex assessore alla Sanità della Regione Toscana.
Si legge: 30.000 euro al mese da dare a "T.", 5.000 ogni due mesi a "C.R.". E ancora: "1 incontro con M." e "1 incontro con L.". Secondo i pm le lettere corrisponderebbero a Marroni e il sottosegretario Luca Lotti, mentre "T" sarebbe Tiziano Renzi e "C.R." l'imprenditore di Scandicci Carlo Russo, suo amico di famiglia e contattato da Romeo per ottenere una via preferenziale verso Consip. Nel foglietto si leggono anche i nomi di "Bonifazi" (per i pm Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd) e "Pess." (sarebbe Massimo Pessina, proprietario dell'Unità che Romeo avrebbe dovuto rilevare, sostengono i pm, come "favore al Pd"). Tiziano Renzi smentisce con forza, sostenendo di non aver mai preso soldi da nessuno e parlando di "attacchi vergognosi".
Fonte : LIBERO
Speriamo che per questa losca vicenda, sia fatta chiarezza e giustizia.
RispondiEliminaSoprattutto giustizia!
RispondiEliminachiarezza e giustizia sembrerebbero non far più parte di questo Paese..., ovunque uno si giri vede solo scandali e torbide vicende oppure corruzione e malaffare, che alcuni si ostinano, oggi invano, a chiamare talvolta "burocrazia" , dandole la colpa di aver fermato l'Italia.
RispondiEliminaIn realtà le colpe sono tutte delle persone, non dei sistemi...
È tempo di un reset generalizzato, direi epocale, ad evitare un declino improcrastinabile in tale contesto....⏰⏰⏰🇮🇹