«Ricucire il Paese». Per il premier che risponde così a distanza alla funesta e disastrosa profezia di Berlusconi che il governo sarebbe durato poco. «Se Movimento 5 stelle e Lega continuano a crescere insieme e a confermare il consenso del Paese, questo governo può durare cinque anni». Perché «il 4 marzo si è chiusa per sempre una fase. Ereditiamo un’Italia divisa, e perfino lacerata da un referendum costituzionale sbagliato. A noi tocca provare a ricucire il Paese su nuove basi».
Guardando allo scenario europeo, Conte spiega che nei vertici «mi trovo in una situazione diversa dagli altri capi di governo». Non sa «se più vantaggiosa», ma «di certo diversa»: nel senso che..
«loro sono assillati dal fatto di avere nei loro Paesi forze populiste che li assediano e erodono i loro consensi. Io, invece, il cosiddetto populismo ce l’ho nel governo, anzi ne sono l’espressione, lo rappresento. E credo di potere aiutare anche gli altri leader europei a capire dove e come occorre cambiare, per fare in modo che queste forze aiutino il sistema a migliorare e non a implodere».
“L’Europa» spiega il premier «procede a scatti, tra periodi di stasi e passi avanti. Questo è il momento di farla scattare uscendo da una situazione in cui langue. Altrimenti diventa l’Europa dei gruppi regionali di cinque, sei Paesi». E sarebbe «una regressione geopolitica. Stiamo cercando di restituire centralità al Mediterraneo, marginalizzato dall’allargamento a Nord e a Est».
Ai vertici europei in passato «spesso l’Italia non si è fatta valere per timore di rimanere isolata». In un’Europa «debole e disorientata, stiamo cercando di far capire che possiamo aiutarla a rafforzarsi, se riconosce che il contesto, il quadro strategico sono cambiati. E sull’immigrazione – rivendica – l’atteggiamento sta cambiando, a nostro favore».
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