Kothmeir racconta come stanno davvero le cose: “I migranti stanno bene, non si sentono ostaggi e non c’erano bambini”
Adesso il comandante della Diciotti rompe il silenzio. Massimo Kothmeir ricostruisce in modo più chiaro la situazione presnte a bordo della nave e di fatto smentisce gli allarmismi delle ultime ore.
di Franco Grilli per Il Giornale
Le sue parole sono chiare e rassicuranti: “A bordo non avevamo bambini. Non c’è emergenza sanitaria, la situazione è più che soddisfacente, i migranti mangiano, stanno bene. E non hanno la sensazione di essere sequestrati dal governo”, afferma in un’intervista a La Verità. Parole precise che smontano pezzo per pezzo la retorica buonista degli ultimi giorni. Anche il pm che è salito a bordo ha parlato di condizioni gravi e di scabbia tra i migranti. Quadro poi sempre rinforzato dalle parole della Boldrini, pure lei a bordo, e da quelli di alcuni esponenti della sinistra e del Pd che hanno scelto Catania per la loro “sfilata” anti-Salvini.
Il comandante respinge tutte queste ricostruzioni e di fatto parla di un’altra verità a bordo della Diciotti: “Fortunatamente non c’erano bambini, come invece ho visto scritto sulle testate. I bambini che c’erano sono stati evacuati un quarto d’ora dopo averli imbarcati su questa nave nelle acque di Lampedusa e portati a terra. Peraltro in quel caso erano tutti e tre minori accompagnati dai genitori. I minori che abbiamo invece sbarcato mercoledì in tarda serata, 25 ragazzi e due ragazze, sono stati immediatamente presi in carico dall’organizzazione di assistenza a terra. Da un punto di vista della tutela sanitaria è vero che in tutti questi tipi di interventi si registrano casi di scabbia, ma a bordo i medici del Cisom somministrano specifici farmaci e pomate. La situazione è monitorata, quindi, e non desta al momento alcun tipo di preoccupazione”.
Poi arriva anche una bordata per l’operatrice della Ong Terre des hommes che ha parlato di 27 “scheletrini” sbarcati dalla Diciotti: “Intanto la maggior parte della popolazione ospite è di origine eritrea, quindi si tratta di persone che sono più snelle rispetto ad altre etnie. Alcuni di questi hanno sicuramente sofferto al momento del viaggio, ma dal momento in cui sono saliti a bordo abbiamo erogato un protocollo nutrizionale approvato che prevede la somministrazione di tre o quattro pasti al giorno. Alla fine siamo arrivati al punto, per motivi organizzativi, che noi dell’equipaggio abbiamo omologato la nostra alimentazione con quella dei migranti”. Insomma il quadro che emerge dalle parole di Kothemeir è del tutto diverso da quello che è stato raccontato nelle ultime ore dal fronte “buonista”. C’è chi ha parlato, come ha fatto Saviano, di “sequestro di persona”. Anche su questo punto il comandante è lapidario: “Abbiamo spiegato loro che la loro vicenda è legata anche a una situazione politica di tipo internazionale che avrebbe comportato anche una più lunga permanenza a bordo. A me hanno restituito una sensazione di totale comprensione. E fino ad oggi si sono comportati splendidamente”.
Infine risponde anche alle polemiche nate in rete per quella sua immagine su Facebook con un disegno che ritrae un barcone di migranti che varca i confini: “si tratta di una stampa che mi è stata regalata da un sodalizio lampedusano che io non conosco neppure. Secondo me raccoglie un messaggio positivo. L’ho voluta valorizzare sul mio profilo personale, ma non ci sono altre motivazioni che riconducano a orientamenti politici. Tra l’altro ho letto che qualcuno ha anche scovato l’autore, che io però non conoscevo”.
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