Il pm Luigi Patronaggio ha ricostruito la linea di comando sul caso Diciotti. Ora la palla passa al Tribunale dei Ministri
Il pm di Agrigento Luigi Patronaggio avrebbe preparato una “relazione di sintesi” su quanto successo sulla Diciotti.
Uno scritto che dovrebbe finire nelle mani del Collegio del Tribunale dei Ministri, l’organo cui dovrà essere affidato – come da legge – il fascicolo per l’indagine a carico di Matteo Salvini (e che coinvolge anche il suo capo di Gabinetto, Matteo Piantedosi).
Per il pm i due indagati avrebbero commesso una serie di reati: sequestro di persona, arresto illegale e, infine, abuso di ufficio. Il procuratore di Agrigento, dopo essere salito sulla nave per una ispezione, è andato a Roma per interrogare i funzionari del Viminale. E sarebbe dopo questo incontro che sarebbe maturata la decisione di iscrivere il leader della Lega nel registro degli indagati.
Resta da capire perché. Secondo Repubblica, Patronaggio avrebbe ricostruito tutta la linea di comando che ha portato al “blocco” dello sbarco dei migranti dalla Diciotti al molo di Levante del porto di Catania. Una linea di ordini che, secondo quanto trapela, non avrebbe atti ufficiali scritti. Ma solo telefonate. Salvini era a Pinzolo e da lì ha gestito lo scontro con l’Europa, la trattativa con Albania, Irlanda e Cei. È sempre da Pinzolo che, quindi, sarebbe partito anche l’ordine di tenere per cinque giorni i 150 migranti sulla Diciotti ormeggiata.
La testimonianza che avrebbe dato la “conferma” al pm di dover puntare su Salvini sarebbe arrivata dal vice capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, Bruno Corda. Il quale avrebbe detto a Patronaggio e al sostituto Salvatore Vella che “l’ordine” di non farli sbarcare – scrive Rep – “arrivò direttamente con una telefonata di Piantedosi. Che a sua volta aveva ricevuto una chiamata del ministro Salvini”.
Ieri le agenzie battevano voci provenienti dal Viminale. Piantedosi si dice “tranquillo” che non sia stata “violata alcuna norma”. Anche il ministro è sereno, tanto che oggi al Messaggero non manca di sottolineare come l’inchiesta a suo parere finirà per diventare un boomerang sulla procura siciliana. Staremo a vedere.
Solo il tempo permetterà di capire esattamente quali sono gli elementi raccolti da Patronaggio per mettere sotto accusa il ministro. Per Repubblica l’abuso di ufficio deriverebbe dal non aver rispettato gli articoli 10 ter e 40 del Testo unico sull’ immigrazione. In sostanza di non aver dato ai migranti informazioni “sulla procedura di protezione internazionale” e di non averli trasferiti nei centri di accoglienza non appena in territorio italiano. Poi ci sarebbe la relazione sulle condizioni degli immigrati a bordo della Diciotti. Il procuratore capo di Agrigento è salito per primo sulla imbarcazione, poi è stata una sfilata di politici della sinistra. E nell’intervista successiva all’ispezione il pm disse di aver trovato una “situazione critica” perché aveva “constatato che sono quasi tutti affetti da scabbia. Una realtà devastante”.
In realtà il comandante della Diciotti che, il giorno dopo, in una intervista a La Verità smentì la ricostruzione del pm, sostenendo che a bordo tutto fosse sotto controllo. Chi ha ragione? Staremo a vedere. La palla ora passa in mano al Tribunale dei Ministri.
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