sabato 18 agosto 2018

ERA VICE MINISTRO CON LETTA, ADESSO E’ A LIBRO PAGA DI BENETTON: è la donna che rappresenta la mafia delle autostrade dentro il PD: la sua carriera? Tutta dentro il sottobosco delle concessioni

1. LE PORTE GIREVOLI TRA PD E AUTOSTRADE: I CASI PIÙ IMBARAZZANTI? SIMONETTA GIORDANI ED ENRICO LETTA: LEI PR DI AUTOSTRADE, CHE FINANZIAVA LE ATTIVITA’ DI ENRICHETTO. LUI LA PROMUOVE AL GOVERNO, POI RENZI LA PIAZZA NEL CDA FERROVIE, CON CONFLITTO D’INTERESSI
2. NON CONTENTA, TORNA IN ATLANTIA DOVE È TUTTORA CAPO DELLE RELAZIONI ISTITUZIONALI (MA MICA SI E’ FATTA VEDERE IN QUESTI GIORNI) – L’APICE? LETTA CHE ENTRA NEL CDA DI ABERTIS, LE AUTOSTRADE SPAGNOLE, PROPRIO MENTRE I BENETTON LANCIANO L’OPA
3. CHI HA FIRMATO LA MODIFICA DELLA CONCESSIONE ALLA VIGILIA DI NATALE 2013? LETTA!

tratto da dagospia.com
L’accusa di Di Maio sulle campagne elettorali pagate da Autostrade per l’Italia, respinta da Renzi a suon di ”sciacallo e bugiardo”, è purtroppo in linea con le reazioni scomposte dell’attuale governo nei confronti delle concessioni che garantiscono miliardi a una manciata di ”fortunati” che si auto-controllano e impongono aumenti di pedaggi senza garantire gli investimenti corrispondenti.
Ovvero: Di Maio, Conte e Salvini potrebbero fare una sarabanda di gol a porta vuota, ma spesso finiscono per sbagliare mira, per fretta o inesperienza, dando la possibilità di reagire a personaggi che non ne avrebbero il titolo (Renzi fra tutti).
Le porte girevoli tra il Pd e i paperoni delle autostrade sono un tema spinoso da molti anni. Senza entrare (per ora) nel ginepraio Gavio-Bersani-Penati, non possiamo dimenticare il duo Enrico Letta e Simonetta Giordani, una che ha fatto talmente tante piroette tra politica e settore privato da far venire la labirintite. Nata professionalmente con l’associazione culturale Civita, Antonio Maccanico (che ne era presidente) la porta con sé al ministero delle Poste e Telecomunicazioni nel 1996, per i due anni del suo mandato.
Nel 1998 cade Prodi, Maccanico cambia ministero e la Giordani diventa Responsabile Rapporti Istituzionali della Wind, società che non solo era ”nell’orbita” del ministero delle Telecomunicazioni in cui aveva lavorato, ma era partecipata da Enel, una delle principali aziende di Stato. Da lì nel 2006 passa con lo stesso ruolo al gruppo Autostrade per l’Italia, e negli anni seguenti – come tutti i suoi omologhi nelle altre grandi aziende – ha finanziato think tank, eventi e fondazioni legati alla politica, soprattutto VeDrò, il network di Enrico Letta, di cui era protagonista e munifica contributrice (coi soldi di Autostrade).
Il mite Enrico, appena arrivato a Palazzo Chigi nel 2013, la strappa al settore privato per nominarla Sottosegretario ai Beni Culturali, alla luce della fondamentale esperienza da neolaureata nell’Associazione Civita.
L’esperienza di governo dura poco: dopo neanche un anno Renzi accoltella Letta e ne prende il posto. La Giordani, che era sul palco della Leopolda 2011, cade in piedi, anzi seduta sulla poltrona da consigliere d’amministrazione delle Ferrovie dello Stato, società interamente controllata dal Tesoro, e in contemporanea viene chiamata dalla privatissima Atlantia (salendo un anello nella catena di controllo dell’impero Benetton) sempre a occuparsi di Affari Istituzionali e sostenibilità.
Per non farsi mancare nulla, nel frattempo entra nel consiglio d’amministrazione della Fondazione Ferrovie dello Stato; nel think tank Volta, creazione di un renziano a corrente alternata, Giuliano Da Empoli, e da uno a servizio permanente effettivo, Marco Carrai; e torna pure nell’Associazione Civita.

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