«Oggi più che ministro della Salute mi sento una cittadina italiana ingaggiata sul fronte della difesa della nostra Repubblica, della difesa dei nostri valori per cui hanno combattuto i nostri nonni e sulla tenuta dei conti delle famiglie italiane che vedo messi seriamente a rischio». Beatrice Lorenzin, deputata e leader di Civica e Popolare, spiega così a Radio Cusano Campus: «Mi sento come una partigiana».
«È uno dei momenti della vita di un Paese che accadono pochissime volte. Credo che una fase come questa – rincara – ci sia stata solo dopo la 2 Guerra mondiale. Non può essere sottovalutato questo attacco al Presidente della Repubblica, nonostante i due protagonisti dell’attacco sembra siano usciti fuori da una macchietta fumettistica. Purtroppo però non è un fumetto, è la realtà». «Questo – aggiunge – è un attacco al cuore della democrazia del Paese, inaccettabile nei toni e nelle forme. In queste ore leggo delle bischerate su Twitter, anche da parte di personalità come Meloni e Salvini che non conoscono l’economia, oppure mentono sapendo di mentire».
A Di Maio e Salvini, Lorenzin rimprovera che «sono entrambi complici di questa situazione. Il nome di Savona era il simbolo di una visione no-Euro. Perché Salvini ha stressato così la situazione? Gli era stato proposto un ministro della Lega e lui ha detto di no. Io penso che Salvini sia molto cinico e che voglia giocarsi una partita estrema, ha voluto la rottura per andare ad elezioni, cercare di fare cappotto in nome della Le Pen e arrivare fino alle elezioni europee facendo un fronte nuovo con la Le Pen, dalla conquista dell’Italia alla conquista dell’Europa».
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