sabato 25 agosto 2018

FREGATA L’EUROPA! ACCORDO FATTO, DOVE ANDRANNO QUELLI DELLA DICIOTTI: lo ha annunciato Salvini sui social e poco dopo è arrivata la conferma ufficiale, alla faccia dei buonisti

I migranti della Diciotti verranno fatti sbarcare. Venti andranno in Albania. Altri in due altri Stati. Gli altri li prende in carico la Chiesa
“Gli immigrati a bordo della Diciotti sbarcheranno nelle prossime ore”. Ad annunciarlo è il ministro Matteo Salvini da Pinzolo.
Il leghista ai suoi seguaci ha spiegato che venti immigrati andranno in Albania, come già annunciato dal ministro Moavero Milanesi. Altri invece finiranno in due Paesi, uno dei quali è l’Irlanda E i restanti immigrati? Se ne farà carico il Belpaese? No.
Il ministro dell’Interno ha infatti spiegato che altri migranti saranno accolti dalla Chiesa italiana (a sue spese). “Siamo riusciti ad aprire le porte della Chiesa e saranno ospitati a cura della Chiesa italiana. E quindi li ringrazio. Il problema lo abbiamo risolto grazie a un Paese che non è in Europa e alla Chiesa italiana. E questo a costo zero”, ha detto il ministro.
Insomma: a conti fatti nessuno deigli stranieri presenti a bordo saranno a carico del Belpaese. O meglio, non è ancora chiaro dove andranno i 13 sbarcati quando la nave era ancora a Lampedusa né i 13 scesi oggi su ordine dell’autorità sanitaria che ha fatto le visite mediche a bordo della nave.
Gli immigrati, si apprende da fonti del Viminale, saranno portati in un centro a Messina, e poi cominceranno le operazioni di distribuzione che coinvolgeranno anche la Chiesa italiana oltre ad Albania e Irlanda. “Posso confermare che io e Charlie Flanagan (ministro della Giustizia, ndr) abbiamo concordato che l’Irlanda accetterà 20-25 migranti dalla Diciotti, soggetti alle consuete condizioni e controllo – ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri di Dublino, Simon Coveney – La solidarietà europea è importante e questa è la cosa giusta da fare. I lavori proseguono con i partner Ue per soluzioni più sostenibili“.
Comunicato del Presidente Conte
Come già annunciato dal ministro Salvini, i migranti ancora a bordo della nave Diciotti sbarcheranno nelle prossime ore. Ringraziamo l’Albania, l’Irlanda e la Cei per avere aderito all’invito a partecipare alla redistribuzione. Ne accoglieranno rispettivamente 20, 20 e 100.
Vogliamo rassicurare coloro che hanno espresso preoccupazione per le loro condizioni: abbiamo prestato loro continua assistenza sanitaria e fornito tutto il vitto necessario. Ricordo che siamo intervenuti a soccorrere il barcone nonostante questo navigasse in acque Sar maltesi e sia stata Malta a rivendicare per prima il coordinamento delle operazioni di salvataggio il 15 agosto scorso. Abbiamo assicurato l’immediato trasbordo a terra di 13 persone che versavano in condizioni critiche. Successivamente abbiamo assicurato lo sbarco di 17 minorenni non accompagnati. Oggi 11 donne e 6 uomini sono stati fatti sbarcare a seguito di ulteriori visite mediche.
Questo Governo esprime una politica sull’immigrazione rigorosa e coerente, ma non abbandona a se stesse persone che sono in pericolo di vita o comunque versano in condizioni critiche.
I numeri ci danno ragione. Gli sbarchi sono diminuiti dell’85%, se compariamo questo periodo di Governo con il medesimo lasso temporale dell’anno precedente.
Con questo Governo il Mediterraneo non è più il cimitero dei migranti senza nome. Le politiche dei governi precedenti non hanno impedito che circa 34.000 migranti trovassero la morte negli ultimi 15 anni.
Una politica rigorosa non solo vale a contrastare i traffici illeciti e le tratte “disumane” ma consente di evitare un così inaccettabile numero di vittime in mare.
L’incontro che si è svolto ieri a Bruxelles, in tema di immigrazione, e che si è concluso con un nulla di fatto, non è una sconfitta dell’Italia, come qualcuno superficialmente ha scritto. E’ una sconfitta dell’Europa. Non attesta solo un arretramento rispetto alle Conclusioni che tutti e ventotto i Paesi membri hanno liberamente sottoscritto nel corso del Consiglio Europeo dello scorso giugno. Attesta una palese violazione dello “spirito di solidarietà” che anima i Trattati e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Questo Governo si è presentato in Europa con le carte in regola. Come pure richiesto da molti Paesi membri, questo Governo sta perseguendo una politica sull’immigrazione ben più rigorosa rispetto al passato, in modo da evitare che le coste italiane costituiscano l’approdo indiscriminato dei migranti e, quindi, fattore di stimolo per i traffici illegali e in modo da evitare che i migranti possano ricollocarsi liberamente negli altri Paesi europei.
Questo Governo, inoltre, ha offerto un significativo contributo al fine di elaborare e pervenire a un serio progetto di politica europea – complesso, articolato, multilivello – in materia di migrazioni. Le Conclusioni condivise a fine giugno hanno costituito un buon compromesso tra le varie istanze dei Paesi membri, con la raggiunta consapevolezza della necessità di superare l’attuale regolamento di Dublino.
Nonostante questo, l’Italia deve prendere atto che lo “spirito di solidarietà” stenta a tradursi in atti concreti.
Ho scritto ieri che ne avremmo tratto le conseguenze. Chiarisco meglio: siamo al lavoro per porre una riserva all’adesione dell’Italia al piano finanziario pluriennale in corso di discussione. A queste condizioni, l’Italia non ritiene possibile esprimere adesione a un bilancio di previsione che sottende una politica così incoerente sul piano sociale. E’ questo il nostro contributo per far crescere l’Europa. Non possiamo accontentarci di uno spazio comune di mercato, di un’aggregazione di Paesi che si ritrovano sulla base di meri interessi economici.
Abbiamo dell’Europa una concezione più elevata. Siamo un Paese fondatore e anche per questo avvertiamo una maggiore responsabilità. Vogliamo che a tutti gli sforzi sin qui compiuti per edificare questo complesso edificio europeo sia offerta un’adeguata prospettiva di sviluppo, che possa esprimersi anche sul versante dei rapporti sociali.

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