Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, salito a bordo della Diciotti si è detto sconvolto dalla “realtà devastante” tra i migranti bloccati a bordo della nave della Guardia Costiera, e impressionato dai “cattivi odori che ti restano addosso”. Tanto da riportare il commento dell’appuntato che l’aveva accompagnato: “Dottore dal vivo cambia tutto, non è come si legge sui giornali…”.
Espressioni che convincono poco il colonnello Savino Paternò, ex ufficiale dei Carabinieri, che scrive al Tempo per mettere in chiaro qualche punto della questione. “Eh, caro Procuratore, se lei e il suo appuntato (che evidentemente passa troppo tempo nei tribunali e poco alla territoriale) avesse accompagnato le forze dell’ordine nelle perquisizioni e negli arresti eseguiti quotidianamente all’interno di campi nomadi, tendopoli e baracche, dove frotte di clandestini trovano rifugio addossati gli uni sugli altri, in assenza di alcuna noma igienica, quel «cattivo odore» che tanto l’ha turbata, lo conoscerebbe già”. Insomma, da una parte chi parla di accoglienza in astratto, dall’altra chi vede ogni giorno come quella accoglienza, nei fatti, si trasforma in sopruso e degrado. “Sappia che quello sarà il destino della quasi totalità di quelle 177 persone quando e se sbarcheranno nella terraferma – ammonisce il colonnello Paternò -. Ah si, verranno accolti, anzi contesi dalle varie cooperative che lucreranno su di loro (ma il denaro, come si sa, quello non puzza). Ma nel momento in cui non gli verrà riconosciuto lo status di rifugiato, allora saranno abbandonati in strada come cani randagi“. Una puzza di cui, a quel punto, fregherà più nulla a nessuno.
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