I "conigli di Genova" contro cui sui è scagliata Lucia Annunziata non sono solo i dirigenti di Autostrade per l'Italia e i Benetton, colpevoli di aver taciuto per ore e aver atteso alcuni giorni prima di avere un pensiero per le 43 vittime del crollo del ponte Morandi.
Il direttore di HuffingtonPost.it ora se la prende anche con il Pd, colpito da "fischi inequivocabili e non corretti da nessun applauso" ai funerali di Stato di sabato scorso. Qualcuno, nel partito, ha parlato di operazione organizzata: "Nemmeno Genova dunque ha interrotto la fuga dalla realtà dei dirigenti Pd", è l'amara constatazione della Annunziata, che punta il dito contro chi ha di fatto mandato al macello il segretario Maurizio Martina e la ex ministra, genovese, Laura Pinotti: "Non c'era il segretario di fatto Matteo Renzi, non c'erano il Presidente Matto Orfini, Graziano Delrio ex ministro delle Infrastrutture, il ligure ed ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, l'ex premier Paolo Gentiloni".
Una assenza di massa "ennesima manifestazione della fuga permanente in una sorta di realtà virtuale in cui il Pd si è rifugiato, dopo la sconfitta elettorale". "Quanto ha contato sulla decisione di non andare a Genova il fatto di essere sotto accusa di connivenza con i Benetton, di dipendenza, oggi e nel passato, dal capitalismo italiano?", chiede la Annunziata. In fondo, è la fotografia di un partito, di un gruppo dirigente, di una intera cultura "di sinistra" che da qualche anno si è completamente staccata dalla base, non è più in sintonia con gli italiani e la società. "L'alternativa al populismo non si crea con la sua denuncia, non si forma chiudendosi nelle torri d'avorio del proprio orgoglio - conclude il direttore -. La battaglia con il populismo è nelle soluzioni che si offrono ai cittadini, non nell'ignorare i cittadini. Per tutto questo valeva la pena essere, fisicamente e non solo, a Genova".
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