Dopo quel documento, era stata inserita una disposizione in un decreto legislativo a metà dell’estate che parlava di “razionalizzazione delle funzioni di polizia e di assorbimento del Corpo forestale dello Stato”, che prevedeva anche che “il capo della polizia e i vertici delle altre forze di polizia” avrebbero dovuto conoscere “le notizie relative all’inoltro delle informative di reato all’autorità giudiziaria, indipendentemente dagli obblighi prescritti dalle norme del codice di procedura penale”. In sostanza, ogni uomo delle forze dell’ordine doveva comunicare al suo superiore un rapporto o l’esito di un accertamento prima che al magistrato. Solo dopo la Consulta aveva bocciato quel provvedimento perché incostituzionale. Ma ben prima che si esprimessero i giudici, Spataro non aveva fatto mancare la sua opinione infuocata: “È qualcosa di a dir poco sorprendente – aveva tuonato – ci sono possibili profili di incostituzionalità”.
mercoledì 5 dicembre 2018
SPATARO? E’ LO STESSO CHE DENUNCIO’ SALVINI PER VILIPENDIO: adesso come la mettiamo? Questo è un attacco politico bello e buono
Tra il procuratore generale di Torino, Armando Spataro, e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, i rapporti sono sempre stati complicati. La sparata del magistrato contro il leghista, accusato di aver mandato in fumo l’indagine contro la magia nigeriana in Piemonte solo per aver annunciato l’arresto di 15 persone è solo l’ultima, forse più rumorosa, di una serie di schermaglie che durano ormai da mesi. Era stato sempre Spataro in passato a chiedere al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, l’autorizzazione a procedere contro Salvini per vilipendio dell’ordine giudiziario, dopo una frase del leghista che risale al 2016.
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