“La chiamiamo la scuola dei gladiatori, la chiave è formare agenti di cambiamento”: è la formula della scuola di Steve Bannon, l’ideologo americano che ha portato Donald Trump alla Casa Bianca, per la certosa di Trisulti, l’abbazia benedettina che farà da centro propulsore per il suo The Movement, il movimento per connettere i populisti europei, dove ieri c’è stata una manifestazione per fermare il progetto. “Fantastico – ribatte Bannon parlando al Corriere della sera -. Anche che non penso che capiscano che porteremo lavoro gente negli hotel e nei ristoranti, rendendo omaggio alle origini del monastero”.
Bannon dice di ispirarsi alla sinistra e al finanziere americano George Soros. “Sono al 100% contrario alla sua ideologia, ma ammiro sempre chi ottiene risultati. Soros forma persone orientate all’azione”, ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera. E aggiunge: “Il 2019 sarà un anno straordinario per i populisti.
“Quando giro per il mondo, dico a tutti: guardate Salvini e Di Maio, non si vedono spesso politici moderni pronti a mettere da parte le differenze per lavorare insieme come hanno fatto loro sul bilancio”. Steve Bannon, l’ex stratega di Donald Trump, non ha mai nascosto il suo apprezzamento per i due vicepremier del governo italiano e lo ripete. In una rassegna dei politici in campo, in vista delle elezioni europee, Bannon, che parla di “maturità da statista” per Salvini, vede invece il presidente francese, Emmanuel Macron, “in una spirale mortale perché non ha ascoltato il suo popolo”. Quanto alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, non ne apprezza l’ideologia, “ma è una dura” e lui ammira “le persone tenaci”.
Infine la politica e un suo diretto coinvolgimento. “Ridicolo”: liquida così Steve Bannon l’ipotesi di una sua candidatura alla Casa Bianca. “Non ho aspirazioni politiche, sono uno che opera dietro le quinte”, ha aggiunto in un’intervista al Corriere della Sera.Piuttosto per Bannon, è l’ex sindaco di New York, il miliardario Michael Bloomberg, l’uomo “da tenere d’occhio” per le elezioni presidenziali americane del 2020 come antagonista del presidente Donald Trump
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