Ragione e sentimento. Un binomio che connota da sempre l’agire politico e il modo di proporsi di Emma Bonino. Un mix che si è trasformato in lacrime al termine dell’appassionato intervento, ieri sera a Palazzo Madama nel dibattito sulla manovra economica, della senatrice di “+ Europa”, già ministra degli Esteri e leader storica Radicale. Con HuffPost, Bonino lancia un grido d’allarme: “La democrazia liberale, per come l’avevamo conosciuta e anche criticata, oggi è in pericolo”.
“Voi non avete rispetto delle istituzioni, ci passate sopra come dei rulli compressori, ma un giorno di queste istituzioni avrete bisogno anche voi!”. Partirei da qui, da questo j’accuse che lei ha rivolto in Aula ai senatori della Lega e del M5S. E’ davvero una democrazia a rischio?
Veramente non è da oggi che cerco di suonare questo campanello d’allarme. Perché i segnali che si stanno accumulando sono, a mio avviso, alquanto preoccupanti, Lo sono, ad esempio, quelli rivolti da chi ha responsabilità istituzionali e di governo alla Magistratura. Un misto di ignoranza e di sprezzo. Come quando a un magistrato che manifesta la volontà di dimettersi per situazioni insostenibili, la risposta è ‘vuole farlo perché è stanco’. E che dire poi del vicepremier Matteo Salvini, che afferma di ‘voler vedere scendere in manette i profughi’, dimenticando che non è il ministro di Polizia e che a decidere sulle manette spetta alla Magistratura. Per non parlare poi della prescrizione. Questo ministro tuttofare esterna passando da bettole, birrerie, incontri con gli ultras. Non è questione di un giorno, di un dibattito, di un tema. E’ una concezione della democrazia, delle istituzioni, che sta dietro a queste allarmanti esternazioni. Hanno ridotto il Parlamento ad una sorta di ‘Curva Sud’ dove c’è spazio solo per l’esternazione di sentimenti beceri, dove il rispetto dell’avversario è un bene introvabile. Lo ribadisco: è un modus di pensare e di operare a tutto campo, Vogliamo aggiungere le minacce verso le autorità indipendenti? E l’occupazione manu militari della Rai?
Esiste una emergenza democratica?
Sì, secondo me esiste. Quella che è in crisi è la democrazia liberale, seppure imperfetta, che abbiamo conosciuto e anche criticato.
C’è questa consapevolezza fuori dai Palazzi della politica e delle istituzioni rappresentative?
Non voglio sostituirmi ai sociologi e invadere campi che non sono i miei. Una cosa però sento di poter dire, da persona che è abituata a muoversi tra la gente, ad ascoltare ciò che si dice su un treno, un aereo, nei luoghi pubblici. Quello che percepisco è una specie di bollore ancora molto rancoroso che per ora non si manifesta in forme propositive e organizzate.
Questo limite non è dovuto anche alla percezione che manchi una opposizione all’altezza dell’emergenza democratica di cui parlava in precedenza?
In Parlamento l’opposizione c’è, dove manca, mi manca, è nel Paese. Se mi posso permettere, non è il caso di aspettare il 3 Marzo (il Congresso del Pd, ndr), comunque noi di ‘+ Europa’ non ci metteremo in stand by fino a quel giorno fatidico, e nel nostro piccolo faremo tutto quello che è possibile.
I diritti civili e umani sono un suo storico campo di battaglia. Siamo nell’emergenza anche su questo fronte?
L’atmosfera non è certo delle miglioro. C’è un sentimento profondo antiscientifico che fa spavento, la cui punta dell’iceberg è stata la polemica sui vaccini, in cui molti, anche dei 5 Stelle, hanno fatto confusione, non so quanto consapevolmente o meno, tra libertà e licenza. Perché la libertà si esercita con la responsabilità, e se non volete vaccinare i vostri figli siete voi che li dovete tenere a casa. Non è mio nipote immunodepresso che non può andare a scuola. Non parliamo poi della visione complessiva per quanto riguarda la famiglia. Quella che viene proposta è una visione della famiglia da ‘mulino bianco’, peraltro mai esistita, che penalizza chi ha sensibilità diverse, esigenze diverse, e organizza i suoi sentimenti come può, non sempre come vuole.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.