lunedì 4 giugno 2018

Renzi, lo schifo totale: si tiene lo stipendio ma per sei mesi va in giro per il mondo pagato dalle multinazionali che ha favorito in questi anni di governo

Una nuova vita a 43 anni, la prima senza responsabilità di governo da 14 a questa parte: “Starò fuori dal giro per qualche mese”. Con l’autoimposizione, vedremo se stavolta la promessa sarà mantenuta, di rimanere dietro di quinte, per aiutare la ricostruzione del Pd limitando le incursioni di una figura ingombrante come la sua. Matteo Renzi, con la partenza del governo Conte, in queste ore ha rimesso a punto la road map del suo profilo politico e della sua vita privata. E c’è già un nuovo inizio da raccontare, quello di senatore semplice di Firenze che ha iniziato a girare il mondo facendo discorsi (speech) remunerati, invitato in paesi stranieri tra lobbypartiti politicicapi di stato e grandi imprenditori. Un nuovo corso che, come fatto da altri leader (Obama per ultimo), l’ex presidente del Consiglio ha disegnato sfruttando la rete di relazioni internazionali intessute nei sui mille giorni a Palazzo Chigi. Renzi, nelle settimane scorse, era già volato in Kazakistan per tenere uno speech, pochi giorni dopo essere già stato in Qatar, assieme al fidato Marco Carrai, per incontrare l’emiro Tamim Bin Hamad al-Thani, che gestisce un fondo sovrano da 250 miliardi di dollari.

«Il libro dei sogni di 5 Stelle e Lega»

Ieri l’ex premier si trovava a Pechino per tenere un discorso sulla Via della Seta e la cultura: è solo uno degli ingaggi arrivati da alcune società che reclutano personaggi famosi. E domani, tornando dalla Cina per poche ore, Renzi si presenterà in aula per votare (contro) la fiducia al governo Conte. Difficile un suo intervento, ma sarebbe l’ultimo strappo alla “regola del silenzio”, mentre la dichiarazione di voto sarà fatta dal capogruppo dem Andrea Marcucci. “Sul Pd la palla è in mano a Maurizio Martina: non mi interessa fare alcuna corrente. Io sono intervenuto solo per bloccare l’operazione di accordo con il M5S”, spiega ancora rivendicando la convinzione di aver fatto “la cosa giusta”. “Lega e grillini hanno promesso un libro dei sogni da 100 miliardi: il reddito di cittadinanza ne vale 20, la Flat tax 60, quota 100 vale 16, le clausole Iva 12 – riflette Renzi – E noi dovremo essere i primi a farci sentire quando gli italiani capiranno che le risorse per realizzare i sogni non ci sono, e finirà la luna di miele”.

Tra Kennedy e Mandela

Poche ore a Palazzo Madama, poi di nuovo in aereo alla volta di Arlington, al cimitero degli eroi Usa. Qui, dove l’ex presidente americano Bill Clinton terrà l’intervento chiave, Renzi è stato chiamato per le celebrazioni dei 50 anni dall’assassinio di Bob Kennedy. Un invito dovuto alle ottime relazioni strette quando era sindaco di Firenze con Kerry (figlia di Bob), tanto che la famiglia Kennedy ha voluto che uno degli interventi per il ricordo del 6 giugno 1968 fosse affidato proprio a Renzi: “Bob è stata una delle figure chiave della mia crescita politica: questo è un riconoscimento che mi emoziona molto”, racconta il senatore dem. Che, per il 18 luglio, ha ricevuto un invito simile in Sudafrica per ricordare i 100 anni dalla nascita di Nelson Mandela, al quale nel 2012 consegnò il Fiorino d’oro, massima onoreficenza fiorentina, poco prima della sua scomparsa.
«Ora tocca a loro»

Tutti appuntamenti sui quali, sgravato dà responsabilità di governo e di gestione del partito, Renzi sta lavorando: “Ma adesso tocca a loro”. Come gli hanno detto anche le persone a lui più vicine, analizzando i motivi del doppio crollo referendum-elezioni: “Bisogna riprendere il contatto con la realtà delle cose, con i problemi della gente fuori”. E’ anche per questo che il senatore fiorentino ha inviato una email a tutti i cittadini e le imprese del suo collegio, che nelle prossime settimane andrà ad incontrare.
Ritorno alla Leopolda (e in libreria)
I mesi di basso profilo dell’ex premier, se stavolta riuscisse davvero a tenersi dietro le quinte, dovrebbero durare fino ad ottobre, quando (dal 19 al 21) a Firenze tornerà la Leopolda, appuntamento al quale Renzi si presenterà durante il lancio del nuovo libro che sta scrivendo: “Sarà un evento vecchio stile, come all’inizio, con protagonista la società civile”. E con un ultimo sassolino: “Chi mi ha combattuto per anni dall’interno del Pd, dicendo che ero poco di sinistra, ora si trova Salvini al Viminale”.

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