Bisogna avere un approccio “laico, pragmatico, non ideologico nè emotivo” per parlare di questo problema.
Così Marco Travaglio sul caso Aquarius nel suo editoriale di oggi 13 Giugno.
Il giornalista critica “berlusconiani e i maroniani che firmarono senza leggerli gli accordi di Dublino” e che quindi sono la causa di tutti i mali di oggi, ma anche “i sindaci che offrono i loro porti come se potessero disporne a piacimento”. E non manca l’affondo contro “le finte anime belle del Pd”, passate “dalla linea dura di Minniti alle barricate della nuova Resistenza contro i barbari fasciorazzisti”.
“Per non parlare – continua – del governo spagnolo, di quello francese e degli euroburocrati, che fanno i Salvini a casa propria e i samaritani a casa nostra”.
La vicenda Aquarius, osserva il direttore del Fatto Quotidiano, è diventata “un derby ideologico fra lanciatori di slogan a buon mercato” tra quelli che “Per i migranti è finita la pacchia” contro quelli che il “governo razzista che fa affogare le donne incinte e i bambini”.
“I fatti però – continua Travaglio – dicono che finora tutto il peso della pressione migratoria si è scaricato sull’Italia e sulla Grecia”.
Infatti Malta è troppo piccola per poter accogliere i migranti, e la Spagna, nonostante la retorica dell’accoglienza del nuovo governo Sanchez, spara ai migranti a Ceuta e Melilla.
“La Francia – aggiunge – fa carne di porco di persone e diritti a Ventimiglia e Bardonecchia, però vuoi mettere quel gran fico di Macron”.
Il direttore del Fatto spiega che il governo Gentiloni aveva tentato di risolvere la situazione ma le divisioni interne al Pd non gli permise di chiudere i porti.
Quella del governo Conte, aggiunge, è stata “una provocazione studiata a tavolino dopo aver verificato la solidità della nave Aquarius e le condizioni dei passeggeri” in modo da mettere Bruxelles “dinanzi al fatto compiuto” e “forzare la mano ai menefreghisti di Bruxelles in vista del Consiglio europeo di fine mese”.
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