Inaffondabile, Paolo Savona, “come un sughero sardo”. E molto, molto combattivo. Il ministro agli Affari Ue ufficialmente non parla, ma chi era al Senato ieri per la fiducia al governo di Giuseppe Conte ha colto il malumore dell’82enne economista euroscettico che sarebbe dovuto diventare ministro dell’Economia, se non ci fosse stato il veto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ora l’uomo che ha causato la prima crisi del governo (non ancora nato) e che Matteo Salvini ha voluto ripiazzare in un posto meno influente, ma comunque delicatissimo, reclama più poteri. “Nella mia testa non c’era per niente questo cambio”, si sfoga lui nel retroscena della Stampa. Ai dipendenti del suo ministero pare aver già annunciato il suo obiettivo: “Allargare le sue competenze, acquisire anche un pezzo di portafoglio sommando la delega alle politiche di coesione, che consente di programmare e gestire fondi europei“. A chi sostiene che sia stato messo in un angolo, risponde ironico: “Sono in un angolo largo”. E poi, più serio: “Se sono contento? Contento mi sembra una parola grossa”. E con i suoi nuovi collaboratori pare aver accennato anche al suo famoso “piano B”, quello che prevede l’eventuale uscita dall’euro. Forse uno scherzo, o forse no.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.