mercoledì 6 giugno 2018

Nessuno ha notato il fantastico smacco alla Merkel del nuovo governo: solo Becchi, con enorme godimento svela una fantastico retroscena

L’avvicinamento di Matteo Salvini al premier ungherese Viktor Orban “è solo il primo passo in direzione dell’asse del sovranismo europeo”. Il professor Paolo Becchi, intervistato dallo Speciale Giornale, sottolinea come ci sia questo passaggio epocale dietro “l’incontro tra Angela Merkel e Mario Draghi


“Salvini cercando alleanze con Orban e con il gruppo di Visegrad sembra stia andando nella giusta direzione, con l’obiettivo di creare una alternativa all’asse franco-tedesco che possa portare a cambiare la Ue”. Al di là di euro, Ue e immigrazione, secondo Becchi Salvini dovrebbe seguire Orban anche se un altro punto, erroneamente ignorato nel contratto di governo, quello della cultura. “C’è un forte disprezzo nel mondo accademico dominato dalle solite lobby, verso quello che viene definito il populismo, e questo governo è visto proprio come un prodotto del populismo più becero. Orban in Ungheria ha prestato grande attenzione alla cultura e al mondo dell’Università ben consapevole di quanto sia indispensabile abbattere quelle lobby intellettuali espressioni del pensiero unico e che in Ungheria sono sostenute anche da George Soros“.
Il cambio di marcia dei gialloverdi si avverte già: “Almeno per il momento il premier Conte non è andato a baciare, come primo atto, le pantofole alla Merkel, anche se penso che prima o dopo dovrà comunque incontrarla. Penso che il solo fatto che dopo il voto italiano si parli di riformare la Ue sia un dato molto positivo”. Becchi chiede una commissione d’inchiesta per capire cosa (l’Ue?) e chi (Draghi?) abbiano cercato fino all’ultimo di far saltare Paolo Savona all’Economia (risultato centrato) e il governo Lega-M5s (risultato fallito). Alla fine il governo c’è stato comunque, ma “credo siano intervenuti gli Stati Uniti che hanno impedito un’altra operazione speculativa stile 2011 che portò alla caduta del Governo Berlusconi. Altrimenti lo spread sarebbe salito ancora di più. Penso che gli americani abbiano voluto aiutare l’Italia facendo nascere questo Governo, bloccando le speculazioni in atto sui titoli di stato italiani tramite la Federal Reserve e disinnescando le manovre ostili dell’Europa. Una cosa è certa. Se l’Italia dovesse stringere contatti con il gruppo di Visegrad, sconvolgerebbe la Ue. Ecco spiegati i riposizionamenti della Merkel ed ecco anche spiegati gli incontri con Draghi per capire come salvare il salvabile”.

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