“NON CI CREDERETE MAI!!!! FATE CIRCOLARE LA VERITÀ,” esordisce così il deputato del M5S Manlio Di Stefano in un post pubblicato su Facebook in cui denuncia la presunta imparzialità di Reporters sans frontières (Rsf), l’organizzazione che ogni anno stila la classifica della libertà di stampa.
Proprio ieri è stato pubblicato l’ultimo report di Rsf e la notizia positiva è che l’Italia sale dal 77esimo al 52esimo posto. Ma quella negativa, e inaspettata, è che l’organizzazione francese ha bacchettato il M5S in quanto colpevole di “comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti che gli danno fastidio”.
Beppe Grillo ha commentato la vicenda con ironia: “Tutta colpa mia, pensavo fosse del sistema informativo marcio”, ha scritto sul suo blog. Altri esponenti 5 Stelle come Manlio Di Stefano, poi, hanno fatto notare Roberto Saviano ed Eugenio Scalfari fanno parte del board emerito di Reporters sans frontières.
Scrive Di Stefano:
“Da qualche ora i giornali italiani sono alla carica contro il M5S perché, dal nuovo rapporto di Reporters sans Frontieres, in Italia “il livello di violenze contro i reporter (intimidazioni verbali o fisiche, provocazioni e minacce) è molto preoccupante, e alcuni responsabili politici – come Beppe Grillo del MoVimento 5 Stelle – non esitano a comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti che gli danno fastidio”.
Mi sono chiesto, è mai possibile che un’associazione che fa questo di mestiere non sia in grado di distinguere chi attacca o minaccia la stampa a scopo intimidatorio e chi, invece, difende la propria immagine dalla diffamazione scientifica a opera di testate giornalistiche di proprietà di avversari politici?
Così sono andato a guardare chi sono le “fonti” italiane di Reporters sans Frontieres direttamente dal loro sito e quello che ho scoperto è meraviglioso: Eugenio Scalfari e Roberto Saviano.
L’indipendenza di giudizio dei due in questione sul M5S si riassume in queste due frasi:
Eugenio Scalfari 04.11.2016: “Il vostro è un movimento politicamente comico: fate ridere”
Roberto Saviano 22.04.2016: “Di Maio, con il suo intransigente ‘cattivismo’, parla e compiace, in breve cerca i voti, di tutti quelli che i migranti li vorrebbero morti in fondo al mare. Come nel Cile di Pinochet (o era il Venezuela?)”.
Forse sarebbe il caso di rinunciare a questo balzo in avanti di 25 posizioni nella classifica di libertà di stampa, no?
Aiutatemi a far girare questa verità, condividete tutti”.
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