La fortuna del M5S sono i partiti, di destra e di sinistra, che governano e si presentano così male da regalargli milioni di voti, gratis. La sfortuna del M5S è la stessa: vince quasi sempre dove i partiti hanno fallito, dunque non riesce mai a governare città normali, ma solo voragini di bilancio e cumuli di macerie. Accade a Roma, è già accaduto a Parma e Livorno. Fa eccezione la sola Torino – metropoli governata meno indecentemente di altre, ma per 20 anni sempre dalle solite facce – dove Chiara Appendino ha vinto più per i suoi meriti che per gli altrui demeriti.Paola Taverna fu presa in giro, un paio di mesi fa, quando paventò un complotto dei partiti per far vincere i 5Stelle, nella speranza che fossero travolti dalla catastrofe che avrebbero ereditato e si sputtanassero proprio nell’ultimo miglio prima delle elezioni decisive del 2018. Ma vedeva giusto, e lo sapeva anche Virginia Raggi, che infatti in campagna elettorale evocò più volte una “bomba a orologeria” sotterrata dai partiti e pronta a esplodere all’indomani delle elezioni. Ora la bomba è esplosa, e si chiama spazzatura. L’ordigno perfetto per mettere in crisi la propaganda pentastellata sui “rifiuti zero” e contrapporle la propaganda partitocratica sui 5Stelle incapaci di governare.Appena tre settimane dopo l’insediamento della giunta Raggi, i partiti che hanno sgovernato la Capitale e i giornaloni che fino all’altroieri tacevano sui malgoverni aggreppiati ai loro “editori”, sono già pronti a puntare il dito contro la neosindaca, come se i rifiuti che ricoprono Roma fossero colpa sua. La campagna è così lurida, più fetente ancora della monnezzaa 40 gradi, che si commenta da sola.La verità la conoscono tutti: i partiti hanno regalato 40 anni di monopolio del settore al noto galantuomo Manlio Cerroni, 90 anni, un arresto e due processi a carico, titolare della discarica più grande d’Europa (Malagrotta) e di un’infinità di impianti di trattamento, nonché finanziatore trasversale di mille campagne elettorali. Poi uno si meraviglia se la differenziata è al 34%. Malagrotta andava chiusa, per l’Ue, nel 2007: la chiuse Marino nel 2013. Solo che non seppe inventarsi una valida soluzione alternativa: i quattro impianti di trattamento biologico meccanico (2 della municipalizzata Ama e 2 del solito Cerroni), che producono combustibile per i termovalorizzatori, non bastavano. Infatti fu sufficiente un prevedibile aumento della spazzatura a Capodanno 2014 per mandare in tilt il sistema. Idem nel luglio 2014, quando uno dei quattro Tbm andò in manutenzione.Allora l’Ama noleggiò dal solito Cerroni un tritovagliatore mobile (separatore di rifiuti), richiamato in servizio pure per tamponare la nuova crisi dell’estate 2015. Intanto l’Ama, solito carrozzone pieno di raccomandati di partito e parenti di politici, lanciò un progetto per rendere autosufficiente il ciclo dei rifiuti con quattro mirabolanti “ecodistretti”: il primo impianto attende ancora i permessi della Regione.A ottobre Marino fu sfiduciato astutamente dal suo partito e arrivò il commissario Francesco Paolo Tronca, il superprefetto venuto da Milano per salvare Roma. Anzi, scrisse estasiato il Corriere, per “demarinizzare il Campidoglio”. Il suo primo atto fu a dir poco rivoluzionario: “Tronca ha cambiato la disposizione dei mobili nell’ufficio del sindaco. Marino, come segno di ‘discontinuità’ da Alemanno, mise un divanetto nero, usò un altro ingresso e spostò la scrivania: non più girata a guardare il Vittoriano, bensì rivolta verso i Fori: ora con Tronca la scrivania torna dov’era”. Altro che Che Guevara.Non contento, Renzi – turibolavano i giornaloni – meditava di affiancargli un altro superprefetto, l’Arcangelo Gabrielli, come commissario straordinario al Giubileo. E non solo: erano in arrivo pure “sette subcommissari”, più un “Dream Team”, più una “Cabina di Regia”, più un “tavolo di dieci componenti”. E tutti giù con le lingue. “La parola chiave è una sola: squadra” (l’Unità). “Tronca ha uno stile misurato e molto sobrio” (il Messaggero). “Riservato e sostenitore del basso profilo, sicuro di sé, uomo dello Stato e degli stivali nel fango, esaltato dalle esperienze nella Protezione civile e nei Vigili del fuoco… Adora i problemi perché non vede l’ora di risolverli… Mangia al massimo un’oliva all’ascolana nei rinfreschi, lavora fino all’eccesso pretendendo che i collaboratori facciano altrettanto, e non conosce ferie” (Corriere). Uomo di “una serenità olimpica” (Corriere), “domò la piena del Tevere nel 2008” (il Messaggero) con le nude mani e la sola forza del pensiero. Insomma, c’erano tutte le premesse perché Roma tornasse più bella e più superba che pria.Ora la domanda sorge spontanea: che avrà mai fatto SuperTronca, da ottobre a giugno, con la Kryptonite e gli altri superpoteri, per trovare il modo di smaltire i rifiuti? Mistero.
A leggere i giornaloni e i commenti dei partiti, è come se il supereroe non avesse mai governato Roma. E come se prima di lui non l’avessero governata Marino e, in simbiosi con Cerroni, le giunte Alemanno, Veltroni, Rutelli, Carraro&C. Infatti ora, a edicole unificate, si leggono interviste quotidiane al presidente-Ad di Ama Daniele Fortini, che se la prende col neoassessore Paola Muraro, ex consulente Ama, costretta a tappare i buchi altrui col solito tritovagliatore ora sotto inchiesta: come se in un’azienda di 7800 addetti il presidente-Ad fosse un passante e una consulente contasse più di lui. Le colpe si sa benissimo di chi sono, ma chi è stato eletto per governare non deve perder tempo a ricordarlo: deve impiegare tutto il tempo per trovare soluzioni. Perché il tempo è già scaduto.
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