sabato 2 febbraio 2019

Sea Watch, è confermata la farsa dei finti minorenni! Tutti nati non solo lo stesso giorno, ma anche lo stesso anno

Per giorni il “caso Sea Watch” si è concentrato proprio sui 15 minori non accompagnati presenti a bordo della nave della Ong.


Per giorni il “caso Sea Watch” si è concentrato proprio sui 15 minori non accompagnati presenti a bordo della nave della Ong.
Sono solo una parte dei 47 immigrati sbarcati a Catania, ma quelli su cui si è più dibattuto. Ricordate gli appelli della sinistra, dell’associazione umanitaria tedesca e del garante dei minorenni? Beh, c’è un non detto, nascosto dai buonisti di ogni ordine e grado: in realtà sul’età dei “minori” del natante umanitario c’è più di un (legittimo) dubbio. E a dirlo non è un leghista qualsiasi, ma il procuratore di Siracusa Fabio Scavone.
Il pm, quando l’imbarcazione era ancora in fonda al largo di Siracusasi era informato per verificare se vi fossero profili per aprire un fascicolo per “abbandono di minore“. Ipotesi subito crollata, visto che i “minorenni”, sebbene non accompagnati, erano comunque sotto la tutela legale del comandante della nave.
Ma non è questo il punto. Ai giornalisti il procuratore Scavone ha anche spiegato chiaramente i dubbi che ruotano attorno alle dichiarazioni anagrafiche dei migranti. “Alcuni minorenni – diceva – hanno età dubbia perché non hanno documenti con sé ed è riportato solo l’anno di nascita”. Si parla di quasi tutti gli immigrati che hanno dichiarato di essere alla soglia dei 17 anni, ovvero 14 su 15 in totale. “Riportano tutti come data di nascita o 1 gennaio o solo l’anno di nascita, quindi il 2002”. Solo uno è un quindicenne.
Difficile dire se le dichiarazioni sono vere o false. Bisognerebbe indagare e probabilmente la prefettura lo farà. Anche perché è questione dirimente per ottenere o meno l’asilo in Italia: i migranti minori non accompagnati, infatti, sono di diritto considerati degni di ottenere un permesso di soggiorno per protezione internazionale. Dichiararsi 17enne potrebbe diventare, in alcuni casi, un espediente per strappare un documento senza averne il diritto.
E pensare che per giorni la sinistra ha costruito la sua propaganda proprio facendo leva sui “giovani” immigrati. “I minori a bordo della Sea Watch vanno incontro a rischi sempre più grandi: devono sbarcare immediatamente”, diceva la senatrice Vanna Iori, capogruppo del Pd nella Commissione Istruzione. E ancora: “Non sono numeri, ma ragazzi che hanno vissuto il trauma della guerra e della fame”. Non solo. Oltre 50 organizzazioni – in una lettara indirizzata a Giuseppe Conte – avevano definito “di urgenza improrogabile” il loro sbarco, senza però ricordare che sulla loro data di nascita c’è più di una controversia. Perché non dirlo?
Non lo ha spiegato bene neppure la stessa Sea Watch, che nei sei giorni di stallo al largo di Siracusa ha trovato il tempo inviare una diffida alla Capitaneria di porto e alla prefettura di Siracusa “per fare sbarcare i minori proprio in virtù di quel provvedimento che porta la firma dei magistrati della Procura dei minori di Catania”. La domanda è una: lo sapevano che la maggioranza si dichiarava nata lo stesso giorno, guarda caso nel 2002?

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