giovedì 7 febbraio 2019

Pensione d’oro e contratto Rai da sultano? Così il comunista Augias si indigna se gli toccano il portafoglio

Concetto Vecchio per “la Repubblica
«I cittadini non possono che essere indignati per stipendi stellari, come quello di Corrado Augias che prende 370mila euro all’ anno e lavora anche per Repubblica, o di Fabio Fazio, che addirittura ne prende 2 milioni e 200mila all’ anno. Sono somme fuori dal mondo».
I Cinquestelle aprono un altro fronte in Rai. Nel mirino di Mirella Liuzzi, deputata grillina nella Commissione Vigilanza Rai, finiscono i compensi di Augias, che ogni giorno, alle ore 12,45 su Rai 3, conduce Quante storie.
«È ora di dire basta a un’ azienda pubblica totalmente occupata dal Pd e nella quale il merito è solo un dettaglio » , rincara la dose l’ onorevole Liuzzi. A ruota sono subito seguiti altri esponenti Cinquestelle al grido di « strapagato » e «radical chic». «È un moralizzatore che rivendica valori di sinistra, ma ha il portafoglio a destra » , ha affermato la deputata Veronica Giannone. Per Manuel Tuzi «serve il tetto massimo degli stipendi e bisogna buttare fuori la politica da ogni singolo programma » . « Lasci ai giovani e alla meritocrazia», è l’ invito rivolto da un’ altra componente M5S in Vigilanza, Carmen Di Lauro.
Perché tanto astio verso uno storico autore della Rai? Il suo programma peraltro è in costante crescita, al punto da ottenere un significativo share del 7 per cento, con una media di 850mila spettatori a puntata, anche considerando che va in onda in contemporanea con La prova del cuoco di Elisa Isoardi su Rai Uno e del Tg2. L’ offensiva giunge, forse non casualmente, a pochi giorni dalle polemiche sorte per il cachet da 30mila euro assegnato a Beppe Grillo per i diritti dei vecchi filmati Rai utilizzati per la confezione di C’ è Grillo.
« Ho il massimo rispetto delle opinioni altrui comprese quelle della deputata 5Stelle Mirella Liuzzi » , replica Augias. « Contesto però le affermazioni prive di fondamento. Per esempio: ” La Rai non può essere uno stipendificio che usa i soldi dei cittadini per chi riesce ad entrarci solo grazie a riferimenti politici”. Ricordo che sono entrato in Rai più di mezzo secolo fa, per concorso; che il mio programma di libri Quante storie fa ascolti molto alti (dati pubblici consultabili da chiunque), che va in onda tutti i giorni tutto l’ anno, comprese le repliche. Tutto il di più è polemica elettorale e riguarda solo l’ onorevole Liuzzi».

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