lunedì 11 febbraio 2019

Il nostro latte vale quanto un SMS per il televoto! Sardegna, gli allevatori non mollano: interviene il governo

Andrea Cuomo per il Giornale
Sulle elezioni regionali in Sardegna del prossimo 24 febbraio c’ è l’ incognita della scheda bianca. Come il latte.
Gli allevatori che in questi giorni stanno bloccando la Sardegna per protestare con le tariffe da fame riconosciute loro per il latte (meno di 60 centesimi al litro, una cifra a loro dire insufficiente per ripagare i costi dell’ allevamento) lo proclamano chiaramente: se nei prossimi giorni non sarà data una risposta alle loro richieste, tra due domeniche faranno saltare le elezioni.
«Non entrerà nessuno a votare: non è che non andiamo a votare, non voterà nessuno, blocchiamo la democrazia, ognuno si assuma le proprie responsabilità», dice il coordinamento degli allevatori.
Va detto che non è la sola ombra sul voto sardo del 24 febbraio. Anche a Macomer si rischiano le urne vuote a causa della protesta degli imprenditori delle zone industriali di Tossilo e Bonu Trau contro la decisione di Abbanoa, il gestore dell’ acqua, che di recente ha rilevato la fornitura dal Consorzio industriale, di staccare la fornitura entro pochi giorni in seguito alla decisione degli imprenditori di non pagare le bollette gravate di aumenti fino al 300 per cento. Gli imprenditori hanno riconsegnato le schede elettorali al sindaco di Macomer venerdì scorso e oggi si cercherà una mediazione disperata.
Ma torniamo al latte. E a una domenica che ha visto ancora una volta i «gilet bianchi» scatenati in tutta l’ isola. L’ impresa meno eroica i manifestanti l’ hanno messa in atto a Porto Torres, dove gli allevatori, spalleggiati da gruppi di balordi locali a caccia di avventure, hanno preso di mira un camion frigo appena sbarcato da Genova e carico di alimenti a base di carne francese. I carabinieri sono riusciti a intervenire solo dopo che i facinorosi avevano assaltato il rimorchio gettando a terra alcuni scatoloni pieni di scatole di carne ed erano poi fuggiti. Un altro camion, olandese e carico di fiori, è stato bersagliato di pietre e altri oggetti.

La situazione è tesa, gli incidenti sempre nell’ aria, anche a causa dell’ assenza di una regia nella protesta, affidata invece alla discutibile leadership di capi e capetti e alla voglia di menar le mani di alcuni cani sciolti. Per questo le forze dell’ ordine non abbassano mai la guardia.
E per questo alcune aziende come la Coop hanno stabilito di sospendere temporaneamente il trasporto di latte nell’ isola dal momento che «non esistono più le condizioni di sicurezza per il mezzo di trasporto, il prodotto e lo stesso autista, ci scusiamo per il disagio». Alcuni autisti hanno ipotizzato di scrivere sul mezzo che si tratta di trasporto di mangime e non di latte per evitare assalti.
Un’ altra strategia dei manifestanti è il blocco stradale. Che ieri è stato effettuato in più punti della statale 131 Carlo Felice: presso Sanluri, vicino al bivio di Villasanta e a Olzai. Gli allevatori hanno bloccato la strada alcune volte di persona in altri casi disponendo sull’ asfalto decine di bidoni. In tutti i casi sono stati versati decine di litri di latte sull’ asfalto.
Sulla protesta degli allevatori ieri è intervenuto anche il ministro dell’ Interno e vicepremier Matteo Salvini, che propone «una Commissione unica nazionale con pastori, produttori e industriali per il latte ovino, con lo Stato che torna a fare lo Stato e stabilisce un prezzo minimo di contrattazione, anche con una eventuale parte di sovvenzione».
Da parte sua il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, invita tutte le parti a non lasciare il tavolo in nome delle «decine di migliaia di famiglie che attendono le dovute risposte su un prezzo del latte inaccettabile».

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