Una rete di tangenti, un nucleo di potere così influente da poter fare favori anche al ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Questo almeno è quanto emerge da un'intercettazione in cui Raffaele Pizza - fratello dell'ex sottosegretario Giuseppe Pizza, l’uomo delle relazioni “ad altissimo livello”, considerato dai pm romani la mente dell'associazione a delinquere - parla con Davide Tedesco, collaboratore dello stesso titolare del Viminale. I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria ascoltano Raffaele Pizza per mesi e mesi parlare al telefono e nel suo ufficio di via Lucina, a due passi da Montecitorio. Parla di Alfano e di suo fratello assunto alle Poste Italiane, di Vittorio Crecco l’ex dg dell’Inps, di Silvio Berlusconi, di Antonio Cannalire, braccio destro di Massimo Ponzellini in Bpm.
Sono intercettazioni che piombano sul tavolo di Angelino Alfano e lo costringono ora sulla difensiva, il giorno dopo che uno dei suoi deputati, l'onorevole Antonio Marotta, era finito nell'elenco degli indagati. A soli due mesi dall'indagine che a Potenza ha portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, si apre un nuovo fronte giudiziario, questa volta a Roma, che raggiunge il Viminale.
Gran parte delle intercettazioni sono contenute nella richiesta di arresto dei pm Paolo Ielo e Stefano Fava, di cui danno notizia i principali quotidiani.
Il fratello di Alfano raccomandato alle Poste. Il 9 gennaio 2015 parlano Raffaele Pizza e Davide Tedesco. "Pizza — annotano le Fiamme Gialle — sostiene di aver facilitato, grazie ad i suoi rapporti con l’ex amministratore di Massimo Sarmi, l’assunzione del fratello del ministro in una società del Gruppo Poste".
Pizza: "Angelino lo considero una persona perbene un amico...se gli posso dare una mano...mi ha chiamato il fratello per farmi gli auguri...tu devi sapere che lui come massimo (di stipendio, ndr) poteva avere 170.000 euro...no...io gli ho fatto avere 160.000. Tant’è che Sarmi stesso gliel’ha detto ad Angelino: io ho tolto 10.000 euro d’accordo con Lino (il soprannome di Pizza, ndr), per poi evitare. Adesso va dicendo che la colpa è la mia, che l’ho fottuto perché non gli ho fatto dare i 170.000 euro...cioè gliel’ho pure spiegato...poi te li facciamo recuperare... sai come si dice ogni volta...stai attento... però il motivo che non arriviamo a 170 è per evitare che poi dice, cazzo te danno fino all’ultima lira. Diecimila euro magari te li recuperi diversamente".
Tedesco: "Ma di chi parlava?"
Pizza: "Hai la mia parola d’onore che questo (Alessandro Alfano, ndr) va dicendo in giro che io l’ho fottuto. Perciò io ho paura...dico... cazzo te faccio avere un lavoro... aoh...m’avve a fare u monumento... mo a minchia la colpa mia che quistu dice che (incomprensibile) 10.000 euro in più...che è stata una scelta politica come tu sai"
Tedesco: "Oculata e condivisibile"
Pizza: "E condivisa...no ma..io glie l’ho fatto dire da Sarmi al fratello davanti a me".
Emerge una sorta di cricca che si muove tra le Poste e l’Inps, tra i ministeri e l’Agenzia delle Entrate. Elargiscono mazzette milionarie, ma anche capi di abbigliamento griffati “Armani”, buoni carburante, pranzi in vari ristoranti della capitale. Raccontano di avere ottimi rapporti con manager di primo livello come Massimo Sarmi per arrivare fino a Tito Boeri e Agostino Ragosa dell’Agenda Digitale. Hanno pagato viaggi da 15 mila euro a Malta e Tripoli a Marcello Dell’Utri nel 2010. Intercettazioni e verifiche del Nucleo valutario della Guardia di Finanza, guidato dal generale Giuseppe Bottillo, forniscono il quadro dell’indagine.
Le pressioni sull'Inps. 20 gennaio 2015, Pizza parla con l’imprenditore Roberto Boggio del rinnovo del servizio del call center Inps. Annota il giudice: "Nel corso di questa conversazione Pizza tranquillizzava Boggio circa il positivo esito anche della proroga, facendogli intendere di poter influire favorevolmente in ordine alla decisione grazie alle sue altolocate conoscenze nell’ambiente, citando espressamente Sarmi come persona in grado di “arrivare” a Boeri, attuale direttore dell’Inps".
Boggio: "Ho sentito Boeri, era un...".
Pizza: "Boeri ci penso io quand’è il momento, è amico di... ma siamo a livelli altissimi... con Sarmi se gli dico una cosa la fa... capito, non rompesse il c... quand’è il momento, io sono in grado di intervenire, amico amico suo proprio... è anche una persona di grandi qualità".
Tra gli indagati c’è l’ex direttore generale dell’Inps, Vittorio Crecco, destinatario secondo l’accusa di mazzette da decine di migliaia di euro. Il faccendiere Raffaele Pizza ha un modo particolare di chiamare Vittorio Crecco: "Il mitico". C’è un perché, e lui lo spiega al telefono parlando con il senatore di Ncd Guido Viceconte, ex sottosegretario al ministero dei Trasporti. "È la prima volta che me capita uno che viene nominato dalla destra e dalla sinistra", Racconta Pizza il 15 marzo 2015:
"Sono un grande amico del Senatore Bonferroni e lui mi ruppe i coglioni, diceva: dobbiamo andare ad Arcore, ti devo presentare il Cavaliere perché deve fare una grande cosa, aprire i call center. Io gli dissi: ok ci vengo, e ci portai Agostino Ragosa, che poi è diventato direttore generale dell’Agenda digitale e prima era responsabile grazie a me della parte informatica delle Poste. E anche Vittorio Crecco, che era responsabile dell’informatica dell’Inps. Crecco dice al Cavaliere di dare un milione di lire ai pensionati e gli fece tutta l’operazione sette o otto mesi prima delle elezioni. Il Cavaliere è impazzito, di fronte alla proposta, e questo gli manda quanto sarebbe costata perché ce l’aveva lui. E quindi nasce questa operazione del milione di lire alle pensioni. Ad un certo punto ci fu un “Porta a Porta” famoso, quello in cui ci fu il famoso contratto con gli italiani. Questo (Berlusconi,ndr) mi rompeva i coglioni attraverso Valentini (riferimento a Valentino Valentini, braccio destro dell’ex premier per i rapporti con l’estero), e io prima che finisse di registrare la cosa di Porta a Porta gli porto un dossier che mi ricordo a quadri. Lo diedi a Valentino (dicendogli) di darlo al Presidente. Quando lui cominciò a parlare del milione di lire, tutto questo e il resto, quello gli dice “quanto costrerebbe?”, e questo “zaaac”".
La nomina di un generale. Raffaele Pizza è influente pure sulle nomine degli apparati militari e dell’intelligence. Il 9 gennaio 2015 conversa con tale Danilo Lucangeli.
Lucangeli: "Allora Cannalire (Antonio, il manager vicino a Massimo Ponzellini, ex presidente di Banca Popolare di Milano, ndr) mi parlava di questo suo amico del Generale della Finanza che li vorrebbe"
Pizza: "che vorrebbe?"
Lucangeli: "Il vice Comandante generale della Finanza"
Pizza: "che vuole?"
Lucangeli: "Vorrebbe in qualche modo cercare se è possibile, ho detto, la collocazione con Manenti (Alberto, l’attuale direttore dell’Aise, ndr)"
Pizza: "Con Ma...io non posso! potrei fare una cosa diversa, provare a presentarglielo. Se ci riesco, e se mi dà l’ok Alfano".
Sul Corriere della Sera Giuseppe Pizza, ex numero uno della Nuova Dc e titolare del simbolo scudocrociato, prende le distanze dal fratello.
"Non ho fatto nulla di illecito" [...] "Io non ho nulla a che vedere con quelle persone. Ho letto i nomi dei 29 perquisiti, non ne conosco uno. A parte l'onorevole Marotta che è di Salerno come me, ma non vedo da tanti mesi" [...] "Non c'è mai stata grande comunanza tra me e mio fratello. E raramente passo dal suo ufficio"[...] "Posso dire di non aver mai gestito né soldi, né appalti"
fonte: http://www.huffingtonpost.it/2016/07/05/alfano-intercettazioni-fratello-assunto-alle-poste_n_10809604.html
ma vergognati pezzo di m
RispondiEliminaSangui suga del popolo italiano, tutti i politici destra sinistra. Vergognoso.
RispondiEliminaMa che politica e' questa?? E' tutto un minestrone!!La Politica e' morta gia' da oltre 20 anni!!Odiano un intero popolo...Vanno cacciati..messi in galera e restituire tutto il maltolto!!Speriamo presto...questo non e' piu' vivere in Italiaaa
RispondiEliminaUna storia che non avrà mai fine.La corruzione è connaturata al popolo italiano ed i politici rappresentano degnamente questo popolo di merda.
RispondiEliminaassolutamente d'accordo!
Eliminaal pegio non ce mai fine io direi di ammazzarli tutti e comingiamo da,capo bastardi ci vuole la rivoluzione
RispondiEliminaMai avere fiducia di chi ha tradito
RispondiEliminasenza parole da portarli tutti in un atollo sperduto nell'oceano e buttargli il cibo da un elicottero per pietà tanto ci costa meno di quanto questi farabutti si sono fottuti l'italia unica nostra speranza è il 5 Stelle per buttarne parecchi in galera e altri come dicevo prina nell'oceano!!!!!!!
RispondiEliminaun bel lanciafiamme e via piazza pulita!
RispondiEliminaDimissioni immediate di Alfano e licenziamento in tronco dalle poste con addebito per truffa del fraerllo
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