Con la richiesta di impeachment per Mattarella, Luigi Di Maio ha inchiodato i ‘consigliori’ di sua maestà alle loro responsabilità.
Ha allarmato lo stesso Mattarella fino a farlo preoccupare moltissimo.
Ha ridimensionato tutti quelli che hanno incoraggiato Mattarella a prendere Domenica sera una decisione tragicamente sbagliata.
Costoro hanno provato prima l’amarezza di aver contribuito a una tragedia nazionale e poi a quella, assai peggiore, della farsa che coinvolge tutta la nazione di fronte al mondo che ci guarda.
Ha spuntato le armi a tutti gli avversari aggressivi dei 5Stelle, e li ha posti, forse per la prima volta, di fronte alla necessità ineludibile di accettare la realtà della potenza del Movimento e di rapportarvisi con rispetto.
Ha costretto Salvini a mitigare anche di fronte al suo elettorato la sua spacconeria e la sua spavalderia, dimostrandosi un po’ coniglio quando si è trattato di assumere decisioni pesanti che richiedono il coraggio difficile dei fatti piuttosto che quello facile delle parole a ruota libera.
Ha rivelato il senso di responsabilità del Movimento per la protesta pacifica e misurata pur di fronte alla enormità dell’accaduto di domenica.
Infine, di fronte alla difficoltà a tutti evidente di Mattarella, la capacità di non infierire, e di non umiliare il Capo dello Stato, perché la sua umiliazione in qualche maniera è l’umiliazione di tutti noi italiani.
Anzi!
Luigi Di Maio ha preferito umiliarsi, facendo apparire se stesso debole quando non lo era.
E lo fatto per senso dello Stato e del prestigio delle Istituzioni.
Lo ha pagato con i commenti beffardi della ‘grande stampa’ italiana, servile ai padroni italiani e questi ultimi servili ai loro padroni tedeschi, francesi, e americani.
Ma questo gli fa solo e tanto onore!
Chapeau, Luigi!
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