Durissimo Marco Travaglio su Mattarella e la sua scelta di impedire la formazione del governo giallo-verde per via della questione Savona.
Il Direttore del Fatto Quotidiano nel suo editoriale di oggi lunedì 28 maggio scrive che il capo dello Stato, “emulo del predecessore dalle cui forzature si era finora discostato, ha insistito a rivendicare non il legittimo potere di nominare i ministri, ma l’illegittima pretesa di impartire il suo indirizzo politico al governo e alla maggioranza”.
“Mattarella – prosegue – ha giocato la sua partita dietro le quinte: facendo filtrare i suoi veti e i suoi diktat tramite i soliti giornaloni amici, con pissi pissi bau bau e meline inspiegabili se non con la speranza che le manganellate mediatiche a Conte e Savona inducessero i due reprobi a ritirarsi”.
Il piano del presidente della Repubblica però non ha funzionato e si è arrivati allo scontro, consumatosi domenica pomeriggio, quando finalmente, dopo la rinuncia di Conte, Mattarella ha sciolto ogni dubbio:
“Ieri sera si è degnato di spiegarci il suo veto-diktat, che avrebbe avuto un senso fino a sabato, ma suonava fasullo dopo la lettera di Savona”, osserva Travaglio.
Il ministro dell’Economia indicato da Lega e 5Stelle infatti domenica mattina aveva diffuso un comunicato per chiarire la sua posizione sull’Europa. Il sunto della nota erache Savona voleva un Europa “diversa, più forte e più equa”, senza piani per l’uscita dall’Ue o dall’euro
Queste dichiarazioni, secondo Travaglio, “dissipa i timori” di Mattarella “per la ‘fiducia degli operatori economici e finanziari’ e smentisce quelli di una ‘fuoriuscita dall’euro'”.
Il giornalista poi smentisce una dopo l’altra le giustificazioni di Mattarella per aver silurato Savona:
Uno: “Il capo dello Stato evoca l’aumento dello spread, ma dimentica quello analogo dell’estate scorsa, quando governavano i ‘buoni'”.
Due: “Brandisce l’’aumento del debito pubblico’, ma non spiega il silenzio letargico sugli ultimi governi amici, che l’hanno sempre moltiplicato. ”
E tre: “Si preoccupa per i ‘risparmi italiani’, dopo aver firmato il decreto di risoluzione di quattro banche decotte e quello sul bail in last minute, definito da Bankitalia ‘rischio sistemico’ per il sistema creditizio.”
“Non faceva prima a dire che 17 milioni di voti vanno buttati nel cestino?”, conclude Travaglio.
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