venerdì 4 novembre 2016

“HA OSATO CRITCARE RENZI: CACCIATE LA LUCARELLI DALLA RAI”: IL SOVIET DEL PD COMPATTO. LA RAI E’ CASA LORO, ANCHE SE PAGATA CON I SOLDI ESTORTI AGLI ITALIANI

1. IL SOVIET RENZIANO NON GRADISCE (EUFEMISMO) I NO-RENZI SELVAGGIA LUCARELLI NELLA GIURIA DI “BALLANDO CON LE STELLE” SU RAI1 E ANDREA SCANZI SU LA7 DELLA LILLIGRUBER
2. “FA SEMPRE POLEMICHE!”, “STA ESAGERANDO!” E VIA ROMPENDO IL CAZZO AI DIRIGENTI DI VIALE MAZZINI, COLPEVOLI DI AVER ARRUOLATO LA BOMBASTICA SELVAGGIA (LA RAI E’ LORO)
3. SCANZI FETISH: “IL PIEDE FEMMINILE PIÙ BRUTTO DELLA POLITICA? QUELLO DELLA BOSCHI: PIEDI CICCIUTI CHE ‘SPANCIANO’, SONO GRASSOTTELLI E IN PIÙ LEI HA UNA CAVIGLIA BRUTTINA”
4. SELVAGGIOSA LUCARELLOSA: ‘’CI MANCAVA SOLO IL PADRE DEL PICCOLO MATTEO CHE DECIDE DI REGISTRARE IL MARCHIO “PETALOSO” MANCO IL FIGLIO AVESSE INVENTATO LA PENICILLINA E SI IMBUFALISCE PERCHÉ UN PAIO DI DITTE DEL SUD L’HANNO REGISTRATO PRIMA DI LUI”


DAGONOTA
L’apparato renziano, come tutti gli apparati, è più renziano di Renzi. Quindi non poteva non storcere naso-bocca-orecchio vedendo l’anti-renziana Selvaggia Lucarelli troneggiare nella giuria di “Ballando sotto le stelle”. “Fa sempre polemiche!”, “Sta esagerando!” e via frignando verso i dirigenti di viale Mazzini rei di aver arruolato la bella Selvaggia. Che non è la sola che rompe il cazzo ai sensi unici del ducetto di Rignano: anche la presenza fissa di Scanzi al tavolo di Lilli Gruber non è per niente gradita.
 2. SCANZI: “I PIEDI FEMMINILI PIÙ BRUTTI DELLA POLITICA? QUELLI CICCIUTI DEL MINISTRO BOSCHI”
“Fatto Quotidiano” – “Il piede femminile più brutto della politica? Quelli di Maria Elena Boschi: sono piedi cicciuti che ‘spanciano’, sono grassottelli e in più lei ha una caviglia bruttina”. E’ il giudizio dato dal giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, alle “estremità” del ministro per le Riforme del governo Renzi. E aggiunge: “I piedi più belli? Sono quelli della deputata di Forza Italia, Gabriella Giammanco. E’ molto bella e affascinante. Basta vedere dal collo del piede se una donna ha dei piedi belli o no”
3. IL FIORE “PETALOSO” S’ È GIÀ APPASSITO
Selvaggia Lucarelli per il “Fatto Quotidiano”
Io lo sapevo che la faccenda di “petaloso” finiva male. Lo sapevo che i petali e il bimbo col grembiulino e le lettere scritte a mano e la maestra coi capelli arcobaleno sarebbero finiti nel frullatore mediatico e che questa bella storiella si sarebbe trasformata in un incubo. Lo sapevo che il piccolo Matteo, da eroe nazionale, nel giro di pochi giorni sarebbe stato eletto dal web “bambino stracciapalle”.

 Lo sapevo che altre maestre sarebbero insorte perché i loro bambini fanno errori più belli, che qualcuno avrebbe annusato l’ affare, che il piccolo genio per caso avrebbe rischiato di diventare il Macaulay Culkin nostrano, protagonista non di Mamma ho perso l’ aereo ma di “Mamma ho inventato petaloso” con tanto di genitori pronti a registrare il marchio e a dichiarare guerra a chi osi appropriarsene indebitamente. Lo sapevo che il fiore petaloso sarebbe appassito presto.
E infatti, dopo un primo momento di festa e stupore, dalle parti di Copparo, il paesino in cui va a scuola Matteo, l’ aria è decisamente cambiata. Intanto, la maestra Margherita ha commesso l’ imperdonabile errore di lasciare aperta la sua bacheca fb compresa la sezione “foto” per cui è spuntato fuori un suo ritratto davanti a una bandiera di Rifondazione comunista, prova inequivocabile del fatto che l’ insegnante sia una pericolosa bolscevica e che chissà, lo scopo del caso “petaloso”, aggettivo palesemente aggraziato e femminile per essere utilizzato da un maschio, sia in realtà la propaganda gender.
Sul web sono volati insulti e fotomontaggi, per cui la poveretta, dopo un entusiasmo iniziale manifestato su fb con post bimbominkieschi e compiaciuti della serie “Ho più di 700 richieste di amicizia!” o “Siete troppi, vi risponderò con calma!” e agghiaccianti servizi fotografici davanti alla lavagna col piccolo Matteo che le porge una rosa, ha capito che l’ aria stava cambiando e ha scritto un post su Facebook in cui dice che è il momento di scendere dalla giostra, che l’ hanno accusata di volersi fare pubblicità, che le hanno dato dell’ esibizionista, che ora è il caso di proteggersi.
Insomma, il fiore è sempre meno petaloso. Nel frattempo il sindaco di Copparo, che a rimanere fuori da questa storia non ci sta, scrive un post su Facebook in cui chiede rispetto per il piccolo Matteo e invita tutti a insultare lui, che ha le spalle forti, anziché il bimbo. Ora, a meno che il sindaco di Copparo non faccia mettere dei cartelli sul verde cittadino con scritto “Aiuole petalose, non calpestare” non si capisce perché orde di utenti dovrebbero riempire la sua pagina fb di insulti.
Intanto su eBay arrivano le t-shirt con la scritta “petaloso”, gli abiti da sposa petalosi, la sezione dell’ agenzia immobiliare denominata “case petalose” e altre insegnanti che raccontano i meravigliosi errori dei loro bimbi ai giornali, perché sì, noi alunni sfigati di una volta scrivevamo “Oggi i miei genitori mi ANNO regalato la bicicletta” e la maestra di fronte ai nostri errori di merda ci dava una bacchettata sulle nocche, questi partoriscono errori belli tipo “petaloso” o “saponoso” e diventano linguisti.
Infine, ci mancava solo il padre del piccolo Matteo che decide di registrare il marchio “petaloso” manco il figlio avesse inventato la penicillina e si imbufalisce perché un paio di ditte del Sud l’ hanno registrato prima di lui. “Immaginavo che qualcuno ci avesse preceduto, ma noi andiamo avanti per evitare che si speculi sui nostri figli. Il vero petaloso, l’ originale nato dalla storia di Matteo con tanto di disegno è solo uno!”, ha tuonato.
Cioè, se uno produce una t-shirt con scritto “petaloso”, secondo il signore specula sul figlio. Gli scippa il genio. Lo depreda dell’ intuizione destinata a cambiare il mondo. Lui invece no, lui è un puro. Chiarisce che lo cederà in licenza a chi vorrà commercializzare qualcosa di bello o a una onlus, che è come dire “Se non lo vuole Briatore lo cedo all’ Unicef”.
Insomma, doveva essere una storia poetica e si è trasformata in una vicenda malinconica come quei fiori plasticosi sul bancone di certi bar cinesi di periferia.
P.S. A proposito, “plasticoso” non esiste ma lo usiamo tutti, dov’è la Crusca quando serve?

3 commenti:

  1. Il nazifascistello castrato di rignano non gradisce chi contesta la sua immensa figura di grande statista. Da mettere dentro un sacco e da buttare nei rifiuti tossici.

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  2. Questo Renzi e proprio un gran pezzo di merda ma chi cazzo ti ha votato stronzo quel figlio di una MIGNOTTA di Napolitano ma non se n'è accorto che sta con un piede nella fossa sto bastardo li mortacci sua vuole rompere i coglioni fino che crepa. Tanto non gli manca molto!!!!!!!

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