Da quando nel 2011 è entrato nel cda di Banca Etruria, prima come consigliere poi come vicepresidente nel 2014, Pierluigi Boschi era soprannominato “il muto”. Ma questo non gli ha impedito di finire nel registro degli indagati della Procura di Arezzo con l’accusa di bancarotta nel primo filone di inchiesta e di falso in prospetto e ricorso abusivo al credito, nel secondo. Ma non solo. Adesso rischia anche di essere coinvolto in un terzo filone sulle consulenze facili, riporta Repubblica. Secondo Bankitalia e il procuratore Roberto Rossi,infatti, una parte dei 13 milioni spesi in consulenze tra il 2008 e il 2013 non era dovuta, perché affidata dal direttore generale Luca Bronchi senza mandato del cda, oppure con un esborso superiore al limite.
Tra i nomi dei beneficiari che spuntano tra le informative della Guardia di Finanza ci sono alcuni big: “Gli advisor Kpmg, Lazard e Rothschild, lo Studio legale Grande Stevens di Torino, la società Bain. Affinché possa essere contestata la distrazione patrimoniale a Boschi e agli altri ex amministratori, i pm devono dimostrare che quelle consulenze erano false o gonfiate. E non è escluso che i primi nomi saranno iscritti sul registro degli indagati nei prossimi giorni”.
Ma il padre della sottosegretaria Maria Elena Boschi, ancora sotto inchiesta per la buonuscita da 1,1 milioni di euro, quanto rischia davvero? Poco, pare. “Perché il gip di Arezzo lo ha di fatto scagionato sostenendo che lui e gli altri amministratori non potevano opporsi al volere del presidente Rosi”. Ma il procuratore Rossi non ha ancora chiesto l’archiviazione per lui e ha spiegato alla Commissione parlamentare perché non è tra i rinviati a giudizio per bancarotta: i300 milioni di euro di crediti mai rientrati furono concessi prima del suo ingresso nel cda. Comunque ha poco da star tranquillo: la Gdf ha infatti scopertoaltri finanziamenti, successivi al 2011, che potrebbero coinvolgerlo come consigliere. E poi c’è l’indagine per falso in prospetto e ricorso abusivo al credito. Boschi è accusato di aver nascosto il dissesto e di aver rimpinguato il patrimonio della banca sulla pelle dei clienti ignari ai quali sono state rifilare le obbligazioni subordinate.
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