"Se mi convocheranno parlerò alla commissione d'inchiesta. In Parlamento, non sui giornali. Risponderò ovviamente a tutte le domande che mi fanno". Così Federico Ghizzoni, l'ex ad Unicredit tirato in ballo da Ferruccio de Bortoli nel suo libro come l'uomo a cui Maria Elena Boschi chiese di valutare l'acquisto di Banca Etruria. L'uomo che con una sua parola può distruggere il futuro politico della sottosegretaria. L'uomo che - ora lo ha detto chiaramente - parlerà se convocato dalla commissione d'inchiesta.
E ancora, ha aggiunto: "Adesso non parlo, perché non si può mettere in mano a un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo - si è sfogato con Repubblica -. È un caso della politica, sarebbe dovere e responsabilità della politica risolverlo", ha aggiunto. Parole che, proprio come quelle consegnate alla vigilia al Corriere della Sera, sembrano soltanto confermare quanto scritto da De Bortoli (e, a tal proposito, paiono decisive le parole sulla "tenuta del governo"). Ghizzoni, insomma, sembra confermarlo: se parlo crolla il governo.
Ma tant'è. L'ex ad Unicredit continua a volare basso. A tenersi lontano dalle polemiche: "Qualsiasi cosa dicessi ora, sarebbe strumentalizzata da una parte politica contro l'altra, e contro di me. Oltre poi al fatto che quando studiavo da banchiere mi hanno insegnato che la reservatezza è una virtù". Ma quella riservatezza potrebbe essere rotta in Parlamento, con conseguenze, ad oggi, imprevedibili.
Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/12384831/etruria-unicredit-federico-ghizzoni-parlero-in-parlamento-maria-elena-boschi.html#.WRnvAmlfbWo.facebook
Ghizzoni ha taciuto per un governo votato da nessuno, la sua presunzione blasfema meriterebbe la scomunica a vita dai e dei diritti politici e civili.
RispondiEliminaQuesto signore andrebbe fucilato in Pubblica piazza insieme ai suoi compagni di merenda .
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