Il procuratore generale ha aperto un fascicolo a carico di Anna Finocchiaro. Dopo il caso di Michele Emiliano, governatore della Puglia, sul quale si esprimerà la commissione disciplinare del Csm, Pasquale Ciccolo vuole valutare anche il suo caso. E da quel che si capisce, riporta Repubblica, il nome del ministro per i Rapporti con il parlamento non sarà l’unico. La procura generale, infatti, vuole fare una verifica su tutti i magistrati eletti transitati in parlamento o nei governi locali, valutando caso per caso.
La Finocchiaro avrebbe detto che il suo caso è diverso da quello di Emiliano: “Ho saputo della cosa e ho aiutato la procura a superare le difficoltà dando ogni chiarimento per spiegare la mia situazione”. Alla Finocchiaro, come è già avvenuto per il governatore pugliese, potrebbe essere applicato l’articolo 3 del decreto legislativo 109 del 2006 che vieta la “partecipazione a partiti politici” e il “coinvolgimento nelle attività di centri politici che possono condizionare l’esercizio delle funzioni o comunque compromettere l’immagine del magistrato”. La sanzione disciplinare non riguarda la partecipazione alla vita politica, quindi essere senatore o deputato ma se il magistrato prende la tessera di un partito (vedi Michele Emiliano appunto, che sfida addirittura Renzi alla guida del Pd, e Finocchiaro, che non smentisce l’iscrizione al Nazareno).
Netta la linea del vicepresidente di palazzo dei Marescialli Giovanni Legnini: “La posizione del Csm sui magistrati che assumono incarichi politici è stata espressa in modo netto con delibera del plenum del 2015. Mi auguro che il Parlamento consideri attentamente le proposte dell’organo di governo autonomo della magistratura nel corso dell’esame del disegno di legge al fine di arrivare al più presto a definire un quadro di regole caratterizzato da completezza, chiarezza e rigore”.
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LIBERO
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