“È importante che ci sia un governo al lavoro su temi concreti come il reddito di cittadinanza, dopo l’avanspettacolo a cui abbiamo assistito gli anni precedenti, dai bunga bunga di Berlusconi alle lauree finte di Bossi jr, ai balletti attorno ai guai veri o presunti del padre della Boschi e di Renzi”. Era il 2014 quando Fedez scrisse un inno per il Movimento 5 stelle. Sono passati poco più di quattro anni da allora, i pentastellati sono saliti al governo e il rapper sembra rinnovare la fiducia nei loro confronti, anche se con scetticismo. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, ha espresso il suo pensiero sull’attuale situazione politica e i suoi protagonisti, compreso Matteo Salvini:
Ridicolo, a suo parere, l’appellativo attribuito da Roberto Saviano al vicepremier leghista, definito dallo scrittore “ministro della Malavita“:“Si può essere d’accordo o meno con lui, sul chiudere i porti e sul resto, e io non lo sono, ma rispetto la democrazia e riconosco che non ce la si può prendere con lui perché è stato votato da italiani in coscienza, e sta facendo esattamente ciò che aveva promesso”.
“E mi viene da ridere. Perché non dimentico Vittorio Arrigoni, uno che era sul campo e non nei salotti, con i segni della tortura e della trincea. Fu ucciso nel 2011, a Gaza, a pochi mesi da un videomessaggio in cui invitava proprio Saviano a camminare con le sue gambe per Tel Aviv, prima di parlare a vanvera della situazione lì. L’aveva contraddetto, sì, e lui, che ama ergersi a coscienza civile del nostro Paese, non ha speso due parole per ricordarlo”.
Fedez presenta sulle pagine della rivista il suo nuovo album Paranoia Airlines, dove racconta le difficoltà nel gestire gli attacchi di panico, i momenti “no” con i quali ancora continua a lottare, grazie anche alla vicinanza della moglie Chiara Ferragni.
” Invalidanti. Li ho curati da dentro, senza psicofarmaci, imparando piano a controllarmi. A un certo punto la parte oscura di te diventa preponderante, ed è consigliabile andare da un bravo psicologo/psichiatra. Ne ho cambiati diversi. Questo è uno nuovo, vediamo. Con i miei conflitti interiori, i dubbi rispetto a ciò che ero, che sono, che sarò. Di Chiara ho bisogno per andare avanti. Lei sa godersi ogni momento e spero che, per osmosi, riesca a insegnarmelo. Si pensa che se vivi in un contesto elitario tutto sia perfetto, nulla di cui lamentarsi. Non è così”
Chiara è una delle poche persone al mondo di cui si fidi ciecamente. Le delusioni passate lo hanno portato a diventare più sospettoso, ad alzare barriere per paura di rimanere scottato.
“I lividi fanno quello che sei. I miei vengono da una mancanza di fiducia: mi apro con pochi, non credo nelle persone, mi governa un pregiudizio che alza muri. Manco di empatia, fatico a costruire rapporti solidi”. Quello con J-Ax, per esempio, si è dissolto dopo l’ultima notte insieme a San Siro. Non per soldi, giura lui, senza aggiungere altro perché c’è un accordo di riservatezza.
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