Spero tu possa accogliere in modo positivo questa richiesta”. Morales aveva già rifiutato cinque giorni prima la richiesta di asilo presentata da Battisti il 21 dicembre. L’email di Bové è stata, dunque, l’ultima carta per tentare di salvare una situazione che già allora si stava mettendo male. Quanto a Bové incarna benissimo quell’internazionale rossa che per anni ha protetto Battisti come altri terroristi. Nel curriculum dell’ex agricoltore ci sono vari arresti tra cui uno famosissimo nel 2002 a Millau in Francia per aver distrutto un McDonald’s. Nel 2007 poi è stato addirittura candidato alle presidenziali in Francia. Con il Brasile ha rapporti antichi. Nel 2001 in occasione del Forum Sociale Mondiale ha partecipato con membri del Movimento Sem Terra verde-oro alla distruzione di 2 ettari di soia geneticamente modificata in una proprietà agricola del Rio Grande do Sul di proprietà della Monsanto.
Nel 2010 aveva firmato un documento che appoggiava la candidatura della delfina di Lula, Dilma Rousseff, alla presidenza contro José Serra dietro cui, secondo Bové “la destra brasiliana sta mobilitando tutto quello che ha di peggiore nelle nostre società”. Nove anni dopo il nemico è diventato Bolsonaro e la sua scelta di dare l’ok all’estradizione. E ora che il caro Evo non ha dato seguito alla sua richiesta Bové continua sul suo sito internet la sua difesa di Battisti. Come del resto ha fatto in Italia Adriano Sofri. L’ex leader di Lotta Continua, condannato come mandante dell’omicidio del commissario Calabresi si è scagliato contro Matteo Salvini “È una vendetta, vergogna e disgusto” per il carcere e quello che rappresenta. E lo difende anche il fratello Domenico Battisti. “È innocente, era solo un delinquente da quattro soldi”. Immediata la risposta di Salvini su Twitter “Che vergogna. Dovrebbe solo stare zitto, almeno per rispetto di tutte quelle persone che, per colpa di un assassino, hanno perso la vita”.
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