L’inchiesta sulla Diciotti era composta da due filoni, uno in capo alla procura di Palermo e uno a quella di Catania. La procura di Palermo aveva già archiviato la parte di sua competenza, rimettendo a quella etnea una decisione sui fatti avvenuti nel porto. Oggi la vicenda arriva a una conclusione a meno che il giudice non respinga la richiesta del pm.
Nella prima fase della vicenda Diciotti, quando la nave con 190 migranti a bordo non aveva ancora fatto rotta sul porto di Catania e il no allo sbarco non era stato pronunciato da Salvini, “nessun reato fu commesso”. Anzi, venne “tutelato l’interesse nazionale”. E’ quanto aveva deciso il tribunale dei ministri di Palermo, soffermandosi solo su quanto accadde dal 15 al 20 agosto, da quando la “Diciotti” prese a bordo i migranti al largo della Libia a quando ne fece sbarcare 13 – ammalati – a Lampedusa.
Il tribunale aveva poi trasmesso la pratica alla procura del capoluogo etneo che dovevano stabilire se fosse fondata l’ipotesi di sequestro di persona a carico del ministro perché la “Diciotti” rimase cinque giorni nel porto di Catania senza che il Viminale autorizzasse lo sbarco.
Salvini: “Sono innocente”. E taglia i fondi per i migranti
“Quanto si è pagato per quest’inchiesta? Quanti uomini sono stati impiegati?”. Matteo Salvini attacca nella diretta Facebook: “Sono innocente – ha aggiunto – potevo e dovevo bloccare gli immigrati”.
E ne approfitta per annunciare un taglio ai fondi procapite destinati all’assistenza dei migranti: “I 35 euro al giorno per i migranti diventeranno molti di meno, abbiamo messo a punto un documento d’intesa con Anac e il presidente Cantone”.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.