Il ministro scrive al Sole per denunciare la totale mancanza di dialogo di Bruxelles. Juncker non ha neanche risposto al suo progetto di riforma
Il ministro Paolo Savona si sente ignorato dall’Europa. Il suo piano per riformare la Ue non è stato nenanche preso in considerazione dalla Commissione, e da Jean Claude Juncker in particolare. “La Commissione dichiara di volere il dialogo con il Governo italiano, ma verba volant, scripta manent. Se dialogo si vuole veramente, e noi lo vogliamo, si deve partire dal nobile discorso pronunciato dal Presidente Mattarella in Svezia, da quello che si può considerare il podio dei Premi Nobel, ivi incluso quello della pace. Il quesito è quale risposta deve dare l’Italia a una nuova caduta della crescita, già insoddisfacente, e a una disoccupazione e una povertà insostenibili?”. Lo scrive senza mezzi termini il ministro degli Affari europei sulle colonne del Sole 24 Ore.
“La risposta implicita da parte dei conservatori di un’Europa che non assolve a tutti i compiti concordati è ‘colpa vostra che non avete fatto le riforme che avevamo richiesto’ – scrive Savona sul Sole 24 Ore -, ignorando che i destinatari politici non sono più quelli ai quali quelle richieste erano state rivolte e con i quali gli accordi erano stati raggiunti. Lo Stato è naturalmente responsabile del rispetto degli impegni internazionali da chiunque assunti, ma il punto di partenza del dialogo deve restare la questione che l’attuale Governo ha sollevato: ‘che fare per reagire alla caduta del Pil, di cui l’Italia ha la sola responsabilità di farsi cogliere in un perenne stato di debolezza, e per affrontare i rischi gravi di un aumento della disoccupazione e della povertà?'”.
Purtroppo per Savona – per sua stessa ammissione – le risposte da Bruxelles non sono arrivate. Soprattutto nessun interesse per il suo documento di riforma della governance europea:
“Il dialogo può essere avviato in forme diverse, utili e razionali, come quello avviato dall’ottima e paziente collega francese Loiseau, che nella risposta al documento del governo mi ha indicato i punti sui quali si poteva discutere. (…) Altri, compreso il presidente Juncker, si sono trincerati in un silenzio che voglio rifiutarmi di considerare mancanza di volontà di dialogo sui veri problemi dell’Unione”
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