Nel 1991 De Benedetti aveva appena concluso la guerra contro Silvio Berlusconi per la Mondadori. Nella riorganizzazione e quotazione del gruppo Espresso l’Ingegnere incorporò Repubblica con la Cartiera di Ascoli. Un’operazione sulla quale la Commissione tributaria di Roma contestò poi una elusione fiscale, relativa ai benefici ottenuti e alle plusvalenze. Nel 2012, in Appello, c’è la condanna al pagamento di 225 milioni, lievitati poi per interessi fino a 388,6 milioni e sui quali si doveva ancora esprimere la Cassazione. Ora si è appreso che Espresso e Fisco hanno raggiunto un accordo: il cda del gruppo editoriale Gedi “ha deliberato di avvalersi della facoltà offerta dal decreto” per chiudere la controversia. Pagherà quindi 175,3 milioni, di cui 70,1 entro lunedì, altri 70,1 entro il 30 novembre e 35,1 entro il 30 giugno.
A pagare saranno anche gli Agnelli (ex Stampa, 5%) e i Perrone (ex Secolo XIX, 4,4%) entrati nel gruppo. Insomma, con questo accordo il gruppo riconosce di fatto di aver eluso il Fisco, anche se il cda dichiara di aver accettato “pur ribadendo la propria convinzione quanto alla legittimità civilistico-tributaria dell’operazione”.
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