domenica 9 settembre 2018

Case all’estero e quote alla ditta della famiglia Renzi: così fotteva i soldi dell’Unicef per i bambini dell’Africa il cognato del codardo di Rignano. Proprio una bella famiglia

Franca Selvatici per ”La Repubblica
Una parte rilevante di alcune generose donazioni per l’ assistenza ai bambini africani risulta essere transitata sui conti personali di Alessandro Conticini, fratello di uno dei cognati di Matteo Renzi, e utilizzata per investimenti immobiliari all’ estero e per l’ acquisto di quote di società della famiglia Renzi o di persone ad essa vicine, fra cui Dot Media, l’ agenzia di comunicazioni che ha gestito la kermesse renziana nella ex stazione Leopolda. È quel che emerge dalle indagini dei pm di Firenze Luca Turco e Giuseppina Mione e della Guardia di finanza sulle donazioni ricevute dalla ” Play Therapy Africa”, organizzazione no profit di cui Alessandro Conticini era socio e direttore.
Ora Conticini, 42 anni, già rappresentante Unicef ad Addis Abeba e impegnato da anni in attività umanitarie, è indagato per appropriazione indebita aggravata e autoriciclaggio con il fratello minore Luca, 37 anni, che poteva operare sui conti della “Play Therapy Africa” e su quelli personali del fratello presso la filiale di Castenaso (città della famiglia Conticini) della Cassa di Risparmio di Rimini. Mentre Andrea, gemello di Luca e marito di Matilde Renzi, è sotto inchiesta per riciclaggio per aver investito parte del denaro proveniente dai conti del fratello maggiore in società della famiglia o della cerchia renziana.
Stando agli esiti di alcune rogatorie internazionali, fra il 2009 e il 2016 la Fondazione Pulitzer attraverso Operation Usa ha versato 5,5 milioni di dollari. Fra il 2008 e il 2013 altri 3,9 milioni di dollari sono arrivati da Unicef e quasi 900 mila dollari da varie organizzazioni umanitarie. In tutto si tratta di circa 10 milioni di dollari, di cui 6,6 milioni sarebbero transitati sui conti personali di Alessandro Conticini. Una quota troppo grande, secondo gli inquirenti, per poter essere giustificata come compensi per lui e per i suoi collaboratori.
Dalle indagini, avviate sulla scorta di alcune segnalazioni bancarie, sono risultati inoltre alcuni investimenti. I più consistenti risalgono al 2015 e 2017: si tratta di acquisti immobiliari in Portogallo per quasi due milioni di euro e della sottoscrizione di quote della società “Red Friar Private Equity Limited” con sede nell’ isola di Guernsey, per quasi 800mila euro. Gli investimenti più modesti, ma non meno interessanti, risalgono invece al 2011 e riguardano l’ acquisto di quote o l’ esecuzione di finanziamenti in conto soci nella Eventi 6, società della famiglia Renzi, nella “Quality Press Italia” e nella ” Dot Media”. Alla Eventi 6 sono arrivati 133mila euro, alla Quality Press Italia 129mila, alla Dot Media 4mila.
In base all’ elenco soci depositato nel 2016, la Eventi 6 di Rignano sull’ Arno ( capitale sociale versato di 60mila euro) risulta di proprietà per il 56% di Matilde Renzi, moglie di Andrea Conticini, per il 36% della sorella Benedetta e per l’ 8% della madre Laura Bovoli, moglie di Tiziano Renzi. “Quality Press Italia” e “Dot Media” hanno sede allo stesso indirizzo in viale Lavagnini 20 a Firenze. Nel 2014 Alessandro Conticini risultava socio al 30%, con una quota pari a 30mila euro, della ” Quality Press”, ora in liquidazione.
E nel 2017 risultava socio al 20% ( con una quota di 2mila euro) della ” Dot Media”, al pari di Matteo Spanò, amico storico dei Renzi. ” Dot Media” appartiene al 50% a Lilian Mammoliti, moglie di Patrizio Donnini, già editore del periodico Reporter, ed è la società di comunicazione nota per aver gestito gli eventi della kermesse renziana alla Leopolda.
L’ avvocato Federico Bagattini, legale dei Conticini oltre che di Matteo e Tiziano Renzi, respinge le accuse, spiega che tutto è chiarito in una memoria che sarà depositata a fine indagini e fa rilevare che nessuno degli enti e fondazioni che hanno donato fondi alla organizzazione di Conticini « ha fatto la benché minima denuncia nei suoi confronti » . Poiché il reato di appropriazione indebita aggravata è divenuto da poco procedibile solo su querela di parte, con una nuova rogatoria i pm hanno informato i donatori, chiedendo se intendano presentare denuncia.

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